L’11 settembre, la Prefettura della Savoia ha dato notizia del completamento dei lavori di svuotamento del lago proglaciale del Grand Marchet, situato a 2.900 metri di altitudine nel Parco nazionale della Vanoise, in Savoia.
L’intervento si è concluso il 3 settembre 2025, e ha inteso eliminare il rischio di una rottura improvvisa della diga glaciale a monte del comune di Pralognan-la-Vanoise, in Savoia.
I laghi proglaciali che occupano lo spazio di ghiacciai e che si ritirano per il cambiamento climatico sono in aumento per volume e per numero. Uno studio recente ha contato 139 depressioni glaciali nella Alpi francesi, di cui 60 nella Vanoise.
Un canale lungo 110 metri a 2900 metri di quota

Durante i mesi di luglio e agosto 2025, un canale lungo 110 metri e profondo fino a dieci metri è stato scavato meccanicamente nella massa glaciale per innescare il deflusso progressivo dell’acqua verso il circo glaciale del Grand Marchet e verso il ruscello dell’Isertan.
Il deflusso è stato attivato l’11 agosto. Nei due giorni successivi il livello del lago si è abbassato di circa cinque metri, per poi calare ulteriormente nella settimana seguente. Al termine delle operazioni, il bacino risulta completamente asciutto: sul posto rimangono soltanto alcune pozze tra le rocce.
Il sito del lago si trova all’interno della zona centrale protetta del Parco nazionale della Vanoise. Per questo, vi sono state misure specifiche anche per ridurre anche l’impatto ambientale del cantiere stesso.
Le operazioni sono state svolte sotto la supervisione del servizio ONF-RTM (Office national des Forêt – Service de restauration des terrains en montagne), dell’impresa AMTP incaricata dei lavori e delle autorità comunali. La visita conclusiva del 3 settembre, alla presenza della sindaca di Pralognan-la-Vanoise, Martine Blanc, ha confermato lo svuotamento completo del bacino e il ripristino dell’area.


Il lago del Grand Marchet è recente, e ci saranno nuove ispezioni nel 2026
Il lago del Grand Marchet si è formato intorno al 2020, in seguito al ritiro del ghiacciaio omonimo. Secondo le stime, al momento dell’intervento conteneva tra i 50.000 e i 70.000 metri cubi d’acqua, su una superficie di circa 12.000 metri quadrati.
Il rischio valutato dalle autorità era di improvviso cedimento della diga glaciale, che avrebbe potuto generare una ricaduta verso il villaggio di Pralognan-la-Vanoise. Tra le aree sensibili a valle figurava il campeggio municipale “Le Chamois”, rimasto chiuso per precauzione durante l’estate.
Nel 2026 sono previste nuove ispezioni per verificare la stabilità del canale e assicurarsi che il lago non si riformi.
L’intervento, costato circa 450.000 euro, ha ottenuto risorse per l’80 % dallo Stato francese tramite il fondo per la prevenzione dei maggiori rischi naturali (Fonds Barnier) e con il Fonds Vert, destinato a sostenere la resilienza climatica dei territori montani.


Una tendenza generale nelle Alpi
Il lago del Grand Marchet rientra in un fenomeno più ampio: la progressiva formazione di laghi glaciali nei bacini lasciati liberi dal ritiro dei ghiacciai alpini.
Uno studio del 2021, “Modelling and characterizing glacier‑bed overdeepenings as sites for potential future lakes in the deglaciating French Alps”, (pubblicato in Géomophologie, n.1 – 2021) ha identificato 139 depressioni glaciali (“surcreusements”) con superficie superiore a 0,01 km² nei ghiacciai delle Alpi francesi, molte delle quali, circa 60, in Vanoise.
Secondo i modelli geomorfologici e glaciologici oggi disponibili, tra cui GlabTop2, questi bacini si formano tendenzialmente sotto i 3.500 metri di quota e possono diventare instabili man mano che la diga glaciale si assottiglia.
Le simulazioni indicano che il riscaldamento climatico accelera la formazione di laghi proglaciali e ne aumenta il rischio potenziale, in particolare e ovviamente quando si trovano sopra aree antropizzate.
L’esempio del lago glaciale delle Faverges, in Svizzera
Nell’estate 2025, anche il lago glaciale delle Faverges, sul ghiacciaio della Plaine Morte tra i cantoni di Berna e del Vallese, ha subito un drenaggio, e senza particolari complicazioni.
Si trova a circa 2.733 metri di altitudine, è un lago glaciale temporaneo, formato stagionalmente dallo scioglimento del ghiaccio e trattenuto da una diga naturale di ghiaccio.
A partire dal 2011, il lago ha mostrato un comportamento ricorrente di svuotamento improvviso (GLOF – Glacial lake outburst flood), con eventi significativi nel 2018, quando il volume ha superato i due milioni di metri cubi e ha causato danni nella valle della Simme.
Per ridurre il rischio di piene repentine, nel 2019 ha visto la realizzazione di un canale di scarico artificiale sulla superficie del ghiacciaio, permettendo uno svuotamento controllato. Il sito è attualmente monitorato con sistemi di allarme automatici e analisi idrologiche.

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