A decorrere dallo scorso sabato 1º novembre, nel Cantone del Vallese non è più possibile acquistare sigarette elettroniche usa e getta. La loro vendita era formalmente vietata già da mesi, ma sino all’autunno era prevista una fase transitoria durante la quale i rivenditori potevano smaltire le scorte residue.
L’iter
Il percorso legislativo di divieto alla vendita delle sigarette elettroniche usa e getta tra Vallese e altri Cantoni si è sviluppato su due livelli, ovverosia quello federale e quello cantonale. Sostenuta dal Consiglio degli Stati, l’iniziativa del consigliere nazionale Christophe Clivaz prevede l’adeguamento della Legge federale sui prodotti del tabacco, con l’esclusione però delle e-cig ricaricabili che restano per contro autorizzate.
A livello federale, il Parlamento svizzero ha approvato nel giugno scorso una mozione per estendere la normativa all’intero Paese, prevedendo un iter tuttora in corso. Parallelamente, alcuni Cantoni hanno scelto di anticipare la decisione, facendo leva sulle proprie competenze in materia di salute pubblica e prevedendo una misura più drastica per la prevenzione tra i più giovani.
Le sigarette elettroniche e i giovani
Dal dibattito orbitante attorno alle sigarette elettroniche usa e getta in Vallese e non soltanto emerge che esse sono spesse volte commercializzate con aromi dolci e confezioni colorate, risultando particolarmente attrattive per gli adolescenti. Accanto all’elevata presenza di nicotina e alla facilità di accesso ai più giovani, l’impatto ambientale è notevole: si stima difatti che soltanto nel 2022 siano stati importati circa dieci milioni di dispositivi poi da smaltire.
Parallelamente, i Cantoni hanno approvato nuove restrizioni sulla pubblicità del tabacco, con limitazioni alla promozione dei prodotti destinata ai minori, inclusi stampa, eventi e sponsorizzazioni. Con l’entrata in vigore delle sanzioni, i controlli hanno preso avvio e i commerci che continueranno a proporre questi prodotti rischiano ammende e, nelle casistiche più gravi, la sospensione dell’attività.
La situazione negli altri Cantoni
Diversamente rispetto al Cantone del Vallese, nel Cantone di Ginevra il divieto di commercio delle sigarette elettroniche usa e getta è stato adottato alla fine del mese di agosto con effetto immediato. Tuttavia, dopo alcuni rallentamenti di applicazione dovuti ai ricorsi di alcuni operatori del settore, nel mese di novembre la Camera costituzionale ha respinto la richiesta di sospensione degli stessi e confermato la validità della norma.
Nel Canton Giura, invece, la strada verso il divieto effettivo è più lenta: il Parlamento ha approvato una mozione per vietare le “puff” nel settembre del 2024, ma questa non si è ancora trasformata in legge. Al momento l’unica norma in vigore resta il divieto di vendita ai minori introdotto nel 2022, mentre i dispositivi monouso continuano a essere commercializzati liberamente.
Diversa la posizione del Canton Vaud, dove dal 15 luglio del 2024 è vietata la vendita delle sigarette elettroniche monouso ai minori ma non agli adulti, scelta che continua ad alimentare un acceso dibattito.
La situazione tra Italia e Francia
Il quadro regolatorio europeo in materia di vendita delle sigarette elettroniche usa e getta non è uniforme.
La Francia rappresenta uno dei casi più avanzati poiché, a decorrere dal 26 febbraio di quest’anno, la legge vieta su tutto il territorio nazionale la vendita, la distribuzione e la fornitura gratuita delle sigarette elettroniche monouso. In parallelo e per eguali preoccupazioni sanitarie e ambientali, nel Paese sono entrate in vigore ulteriori restrizioni sul fumo negli spazi pubblici quali spiagge, parchi e aree scolastiche.
In Italia, per converso, non esiste al momento un divieto specifico destinato alle “puff”, anche se a tratti la tematica è oggetto di dibattito e sono in corso discussioni politiche su eventuali modifiche normative. Il settore è regolato attraverso norme generali sul tabacco e sui prodotti da inalazione, che includono tassazione, requisiti di confezionamento e controllo sulla nicotina.
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