Il paese di Fobello si trova in Valsesia, con insediamenti walser, alcune punte oltre i 4000 nel gruppo del Monte Rosa e importanti costumi tradizionali. E’ una valle alpina di forti tradizioni, al confine con la Valle d’Aosta. Ebbene, Fobello dedica la giornata di domenica 30 giugno alla valorizzazione del proprio patrimonio storico-artistico, in particolare del costume tradizionale femminile, che si caratterizza per essere ornato da un variopinto merletto a disegni geometrici denominato puncetto.
IL PUNCETTO DAY
Durante il Puncetto Day (con un curioso richiamo all’inglese) di Fobello, le vie e le piazze del paese ospiteranno una mostra mercato.
Va colto però che nei due musei locali, il Museo Carestia Tirozzo e il Museo Permanente del Puncetto, si svolgeranno delle visite guidate. Sarà l’occasione per ammirare il dipinto tardo ottocentesco del pittore lombardo Enrico Crespi, Il battesimo. Oltre a quest’occasione di festa, i musei sono visitabili tutta l’estate, e meritano di essere scoperti.
L’opera di Crespi raffigura la cerimonia nella speciale forma che a Fobello tale sacramento ebbe, e che continua a mantenere. In questo paese di montagna il neonato giunge al fonte battesimale entro la propria culla di legno, posta in equilibrio sulla testa di una donna, la madrina.
Il bimbo non viaggia scoperto, ma protetto da una copertina ben assicurata per mezzo di fettucce ai fianchi della culla. Per l’occasione le donne indossano il costume tradizionale nella sua versione più ricca, festiva.
COME OSSERVARE IL DIPINTO NEI MINIMI PARTICOLARI
Nel dipinto (115 x 155 cm.), firmato e datato 1895, si vede un piccolo corteo discendere un sentiero di pietra, fra boschi di castagni e campi delimitati da esili staccionate. A destra sullo sfondo occhieggiano, tra il verde, le case della frazione. In valle ciascuna frazione ha il proprio luogo di culto, l’oratorio, ma la vasca battesimale è prerogativa della sola chiesa parrocchiale.
PER PRIMA VIENE LA MADRINA
Lì il gruppo è diretto e lo apre la donna che regge sul capo la culla con il neonato. Lo sappiamo, è la madrina. Il suo volto, dagli occhi socchiusi, trasmette l’attenzione che il compito le richiede: tiene la culla ben salda, impugnando uno dei piedi a mezzaluna con entrambe le mani. A noi, oggi, questo procedere può sembrare incauto, ma le valligiane di allora erano solite percorrere, con carichi pesanti e passo leggero, sentieri impervi.
Segue una seconda donna, dal viso tondo e dolce, con a fianco una bambina dai capelli raccolti in una treccia che diviene una coroncina. Mentre parla alla piccola, la donna sorride. Dovrebbe trattarsi della madre e della sorella della creatura da poco nata. La loro gioia è priva di riserve.
LA NONNA, UN RITRATTO IN MINIATURA
Dietro di loro cammina, con passo deciso, una quarta donna, non giovane come le precedenti. Il suo volto magro è un ritratto in miniatura. Tiene le mani sui fianchi, segno di autorevolezza. Probabilmente è la nonna.
In secondo piano rispetto al gruppo descritto, compaiono altre due figure femminili. Grazie alla sapiente composizione in diagonale del dipinto, con il sentiero che piega ad angolo, visivamente le due donne appaiono come la coda del piccolo corteo parentale, che senza di loro risulterebbe esiguo. Invece nella narrazione figurativa esse si trovano distanti dal gruppo. Non appartengono alla famiglia, semplicemente sono due paesane, che per un momento hanno smesso la loro occupazione e osservano commentando ciò che accade. Una porta al braccio una cesta, l’altra ha la falce appoggiata alla spalla.
Dietro di loro, oltre la frazione, riconosciuta come Campelli, si vedono le quinte grigio-azzurro dei monti.
Nel dipinto il modo di vestire è reso con accuratezza, non solo i tessuti e il puncetto (che abbellisce il grembiule risvoltato della madrina e il corpetto della nonna), ma anche i gioielli. La madrina e la nonna hanno ai lobi degli orecchini a cerchio, più sottili nella prima, più importanti nella seconda. Tutto ciò rende l’opera di Crespi un documento iconografico rilevante per la storia del costume tradizionale alpino.
(estratto da: Anna Maria Colombo, Con la culla sulla testa. Un inedito dipinto di Enrico Crespi per Fobello, in “Le Rive”, 3/ 2023, pp. 40-44.
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