Il nuovo accordo fiscale tra Confederazione Elvetica e l’Italia e le rinnovate misure in materia di sicurezza sociale e prestazioni sanitarie paiono aver inflitto un duro colpo ai lavoratori frontalieri italiani in Svizzera. Secondo quanto reso noto dall’Ufficio federale di statistica, difatti, lungo tutto il quarto trimestre dell’anno passato il numero di professionisti impiegati sul territorio è diminuito in alcuni Cantoni del Paese restando sostanzialmente invariato in molti altri.
I frontalieri svizzeri
Al 31 dicembre dell’anno passato i frontalieri erano complessivamente in Svizzera 392.831, di cui 253.369 uomini e 139.462 donne. Questi risultavano impiegati prettamente nel settore terziario (271.571) piuttosto che nel settore secondario (118.578) o ancora nel settore primario (2.682).
Essi provenivano di preferenza dalla Francia (223.775, 57%), dall’Italia (91.307, 23,2%) e dalla Germania (64.934, 16,5%); i restanti erano originari di Austria (8.807), Liechtenstein (687) o da altri Paesi non specificati (3.321). Quanto al Cantone di impiego, il più gettonato era la Regione del Lemano (156.783, +1,3%), seguita dal Canton Ticino (78.738, -1,0%), dalla Svizzera nordoccidentale (74.205, -1,0%) e dall’Espace Mittelland (36.365, +1,2%); meno attrattivi ma comunque degni di nota risultano la Svizzera orientale (31.916, -1,0%), Zurigo (11.855, +1,8%) e la Svizzera centrale (2.969, +1,4%).
Lo speculare aumento negli ultimi cinque anni
Stando alla “Statistica dei frontalieri (STAF)” pubblicata dall’Ufficio federale di statistica ogni trimestre, il numero di persone straniere con un permesso per frontalieri attivi in Svizzera è aumentato del +3,5% rispetto al quarto trimestre del 2022. Specularmente al calo registrato alla fine del 2023, negli ultimi cinque anni la quantità di professionisti dotato del cosiddetto “permesso G” è cresciuta dai 326 mila del quarto trimestre del 2018 (+20,5%).
Più nello specifico hanno subito incrementi similari i lavoratori dell’Espace Mittelland (+7,7%), della Svizzera centrale (+7,1%), della Regione del Lemano (+5,9%) e di Zurigo (+4,3%); meno rilevanti le variazioni registrate nella Svizzera orientale +1,7%), nel Canton Ticino (+1,3%) e nella Svizzera nordoccidentale (-0,3%). Quanto invece al Paese di origine, crescono soprattutto le provenienze altre (+12,5%) e francesi (+5,3%), mentre restando sostanzialmente standardizzate quelle liechtensteiniane (+2,4%), italiane (+1,5%), austriache (+1,3%) e tedesche (+0,4%).