Si è conclusa il 9 settembre la quinta edizione della “Carovana dei Ghiacciai”, organizzata da Legambiente in collaborazione con CIPRA Italia e il Comitato Glaciologico Italiano: sei tappe attraverso l’arco alpino per osservare da vicino l’impatto devastante della crisi climatica sui nostri ghiacciai.
L’iniziativa ha avuto inizio lo scorso 18 agosto e termina oggi, 9 settembre 2024. Questa campagna internazionale, con tappa in Alta Savoia, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli-Slovenia e Veneto, si concentra sul monitoraggio dei ghiacciai alpini con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti della crisi climatica.
“La crisi climatica sta accelerando il passo”, ha commentato Vanda Bonardo, responsabile della campagna, sottolineando che le Alpi, nonostante le nevicate tardive, stanno soffrendo a causa dell’ondata di caldo che ha spinto lo zero termico fino a 5200 metri.
Bilancio delle prime tre tappe: Alta Savoia, Valle d’Aosta e Piemonte
Il viaggio della Carovana dei Ghiacciai è iniziato il 18 di Agosto al ghiacciaio Mer de Glace, situato sul versante alto savoiardo del Monte Bianco. I dati sono preoccupanti: dal 1850 questo gigante bianco ha perso ben 300 metri di spessore, con una notevole accelerazione a partire dagli anni Novanta, quando ha registrato una riduzione di 190 metri.
Solo negli ultimi due anni (2022 e 2023), il ghiacciaio ha subito una perdita di 30 metri di spessore, mentre il suo fronte si è ritirato di 2,7 chilometri dalla fine della Piccola Età Glaciale, e la sua superficie è scesa a meno di 30 km². Un altro segnale evidente del declino è l’aumento della copertura detritica, frammenti rocciosi che si accumulano sulla superficie a causa del ritiro del ghiaccio e dei crolli di roccia dalle pareti circostanti.
La seconda tappa ha avuto luogo dal 19 al 22 Agosto in Valpelline, Valle d’Aosta, dove i ghiacciai sono sempre più esposti agli effetti del cambiamento climatico e degli eventi meteorologici estremi. Dal 1850, la fronte dell’antico ghiacciaio della Valpelline ha perso ben 7 chilometri, con un’accelerazione a partire dagli anni 2000.
Tra i più colpiti vi è il ghiacciaio delle Grandes Murailles, che ha perso 1,3 km dal 2005 e la cui fronte si trova ora a 2900 metri, 500 metri più in alto. Simile è la situazione del ghiacciaio Tza de Tzan, che ha perso 1,2 km dal 2002, con la fronte risalita di 400 metri.
L’impatto degli eventi atmosferici estremi, come le piogge intense, ha aggravato ulteriormente la situazione. A fine giugno, le precipitazioni violente che hanno colpito la regione hanno provocato il collasso della morena laterale del ghiacciaio Tza de Tzan, causando frane e smottamenti in tutta l’alta Valpelline. Le analisi condotte dal CNR hanno stimato che la nicchia di distacco ha una superficie di circa 70.000 m², con un volume di detriti che equivale a quello trasportabile da 300 mila camion movimento terra.
Il ghiacciaio di Flua ad Alagna Valsesia
La Carovana si è poi fermata dal 22 al 26 agosto in Piemonte, ad Alagna Valsesia, ai piedi del Monte Rosa. Il programma è iniziato con un convegno ad Alagna sul cambiamento climatico e la sostenibilità, durante il quale ricercatori dell’Università di Torino hanno presentato studi in corso sul Monte Rosa. Nei giorni successivi, escursioni guidate e incontri sul ghiacciaio di Flua hanno offerto la possibilità di osservare da vicino l’impatto del riscaldamento globale. Vanda Bonardo di Legambiente ha sottolineato che il ghiacciaio di Flua è ormai “pressoché scomparso”, un segno preoccupante di come le montagne cambieranno nei prossimi decenni.
Le ultime tappe della Carovana
La Carovana dei Ghiacciai ha proseguito il suo viaggio con altre tre tappe cruciali. È passata dal ghiacciaio di Fellaria, in Lombardia, dal 28 al 31 agosto, poi si è diretta verso le Alpi Giulie, tra Friuli e Slovenia, dal 31 agosto al 5 settembre, concludendo il suo percorso sulla Marmolada, il ghiacciaio più emblematico del Veneto, dal 5 al 9 settembre.
Ogni tappa è stata accompagnata da escursioni, eventi culturali e momenti di riflessione per sensibilizzare il pubblico sulla crisi climatica. L’urgenza di intervenire si è resa più evidente che mai: le previsioni indicano che entro il 2050 tutti i ghiacciai sotto i 3500 metri potrebbero scomparire. Il ritirarsi dei ghiacciai non significa solo la perdita di paesaggi unici e biodiversità, ma anche la scomparsa di preziose riserve di acqua dolce e un aumento dei rischi idrogeologici dovuti al degrado del permafrost.
La Carovana dei Ghiacciai si propone di sensibilizzare non solo l’opinione pubblica, ma anche e soprattutto la classe politica, affinché siano intraprese azioni tempestive per mitigare gli effetti della crisi climatica e previste misure di adattamento ad un futuro sempre più incerto.
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