Ci sono sei alpinisti valdostani nel team che si trova ora in Nepal per tentare di salire una cima che, per svariate disavventure, finora ha sempre respinto ogni cordata che ha cercato di affrontarla. Stiamo parlando del Monte Kimshung, che con i suoi 6.781 metri di altezza rappresenta una delle montagne nepalesi ancora oggi da conquistare.
La spedizione in Nepal
Tra i sette alpinisti e guide alpine impegnati nell’impresa sono originari della Valle d’Aosta François Cazzanelli, Emrik Favre, Roger Bovard, Jerôme Perruquet, Stefano Stradelli e Francesco Ratti; assieme a loro c’è anche il compagno friulano Giuseppe Vidoni. Il fotografo milanese Damiano Levati contribuirà a documentare l’impresa.
Il team è partito lunedì 7 ottobre in direzione di Kathmandu, da dove si sposterà per raggiungere proprio in questi giorni il campo base a quota 4.300 metri. Durante una prima acclimatazione, si avvicinerà ai 6 mila metri percorrendo i pendii circostanti il campo.
Solo dopo questa fase delicata e cruciale per il successo della spedizione, il gruppo tenterà le due vette della valle nepalese del Langtang, il Monte Kimshung e il Langtang Lirung.
Monte Kimshung e Langtang Lirung
Sono infatti due le montagne che il team tenterà di salire in Nepal: oltre alla cima del Monte Kimshung, nell’obiettivo della spedizione c’è anche la vetta del Langtang Lirung, a 7.221 metri. Quest’ultima rappresenta la cima più alta del Langtang Himalaiano, con una parete sud che si innalza imponente sopra la Valle del Trisuli Gandaki.
La prima ascesa italiana di quest’ultima risale al 1982 e porta il nome di Mauro Petronio, ma del team di otto alpinistiche componeva la spedizione solo Petronio e il nepalese Nga Temba riuscirono a concluderla.
Il primo tentativo di François Cazzanelli ed Emrik Favre
Per François Cazzanelli questo non è il primo tentativo di ascesa sul Monte Kimshung. Nel 2015, infatti, l’alpinista e guida alpina di Aosta si trovava proprio in Nepal, nella sua spedizione diretta verso la Valle di Langtang, quando si verificò una violenta scossa di terremoto; oltre agli ingenti danni al territorio e alle popolazioni locali, questa cambiò i programmi di qualunque alpinista si trovasse in zona. Dopo aver partecipato alle operazioni di soccorso, lui e il suo storico compagno di cordata Giampaolo Corona dovettero tornare in Italia e rimandare a un momento più favorevole il loro obiettivo.
Ci riprovarono nell’ottobre del 2016 e a loro si aggiunse anche Emrik Favre, con il quale i due si diressero subito proprio verso la zona terremotata poco più di anno prima. La devastazione aveva cambiato il volto del villaggio di Langtang ma, dopo un primo momento di incontro con la popolazione, proseguirono la loro spedizione raggiungendo il campo base.
Dopo una buona acclimatazione e un primo tentativo verso la vetta, alla quale dovettero rinunciare per via del vento forte, verso la fine del mese François Cazzanelli e Giampaolo Corona riprovarono l’impresa. Anche in questo caso purtroppo gli alpinisti furono costretti a scendere e a rinunciare a 200 metri dal traguardo per via una pericolosa ferita al braccio destro di François, causata probabilmente da una pietra.
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