Dal prossimo mercoledì 1° gennaio 2025 la franchigia stabilita in Svizzera a 300 franchi svizzeri scenderà a 150 franchi svizzeri al giorno e per persona. A decorrere da tale data, dunque, verrà ridimensionata la quantità di merci importabili dai viaggiatori in esenzione da IVA.
Questo ovviamente andrà a influire anche sulle fasce reddituali più basse che tendenzialmente effettuano i propri acquisti in Svizzera. Esse saranno ora costrette a recarsi al di là del confine a più riprese per le proprie spese, pena il rischio di incappare in incrementi di costo a tratti insostenibili.
Come funziona la franchigia in Svizzera?
Al rientro o all’ingresso in Svizzera è consentito importare merci in esenzione da IVA sino a un valore complessivo di franchigia pari a 300 franchi svizzeri, che come detto scenderà il prossimo anno a 150 franchi svizzeri. I prodotti interessati sono esclusivamente quelli destinati all’uso privato o al regalo, siano essi oggetti singoli o insiemi di oggetti differenti.
Qualora il loro valore complessivo risultasse più elevato della soglia indicata, il soggetto dovrà versare l’imposta sul valore aggiunto (IVA) adeguata al Paese di acquisto (8,1%). Il calcolo, con cambio da valuta estera a franco svizzero, è effettuabile tramite l’app QuickZoll, che permette peraltro la comunicazione e il diretto pagamento dei tributi dovuti.
Le merci considerate
Generalmente il limite di franchigia in Svizzera tiene conto di tutte le tipologie di merci, tra cui anche alimenti e bevande, tabacchi e animali da compagnia, labori di manutenzione o riparazione di veicoli; ne sono esclusi invece carburanti e provviste da viaggio ma anche oggetti personali che il viaggiatore ha con sé all’atto dello spostamento.
Alcuni prodotti sono però considerati sensibili per motivi di politica agricola o sanitaria e sono dunque assoggettati a un dazio aggiuntivo a partire da una determinata quantità; sono esenti da tassazioni supplementari e dunque allineati alla normativa vigente, per contro, strumenti musicali, orologi e gioielli, metalli preziosi.
L’iter
La decisione di ridimensionare la franchigia per ciò che concerne le importazioni dalla Svizzera fa capo a una duplice iniziativa cantonale volta a limitare il cosiddetto turismo degli acquisti. Ambedue, provenienti rispettivamente dal Cantone di San Gallo e dal Cantone di Turgovia, sono poi confluite in una mozione depositata dalla Commissione delle finanze del Consiglio nazionale.
Il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) ha dunque proposto di adeguare l’ordinanza datata 2 aprile 2014. Questa è stata a seguito oggetto di una consultazione svoltasi tra il novembre del 2023 e il marzo di quest’anno, dalla quale è emersa l’approvazione della maggioranza dei Cantoni.
Ancora, nell’agosto di quest’anno sono inoltre state audite le Commissioni dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale (CET-N) e del Consiglio degli Stati (CET-S). Mentre quasi tutti i membri della prima hanno condiviso la cifra dei 150 franchi svizzeri, quelli della seconda hanno richiesto all’unanimità la cifra dei 100 franchi.
Si è alfine optato per un limite a 150 franchi svizzeri per arginarne l’onere per lo sdoganamento e il controllo sia per l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) sia per i viaggiatori.
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