Con il loro “La montagna non dimentica”, i fratelli Mayeul e Aubin Aldebert hanno intrapreso un ambizioso e affascinante viaggio letterario tra leggende dimenticate, imprese eroiche e natura selvaggia sulle Alpi. Ancorché semplice ricostruzione storica, il volume si configura quale autentico romanzo di avventura che racconta la lunga e affascinante storia della conquista delle vette più alte di Europa.
Inizialmente esso è stato pubblicato nel 2023 in lingua originale francese con il titolo “La montagne se souvient” dalle Éditions du Rocher, sul sito internet delle quali è possibile acquistarlo al prezzo di 19,00 euro. L’anno successivo, poi, ha fatto la sua comparsa una riedizione con traduzione in lingua italiana per il tramite della casa Edizioni Soflerino, anche essa comperabile sul sito web dedicato al costo questa volta di 17,50 euro.
“La montagna non dimentica”
Dalla prima ascensione del Mont Aiguille datata addirittura 1492 sino a una solitaria invernale sulla parete nord delle Grandes Jorasses datata 2022, passando per nomi leggendari come il Monte Bianco, la Grande Casse, l’Eigero il Grépon. Mayeul e Aubin Aldebert guidano il lettore attraverso le tappe fondamentali dell’alpinismo europeo, alternando narrazioni mozzafiato, episodi drammatici e aneddoti sorprendenti concernenti alcuni dei primi pionieri della montagna.
“La montagna non dimentica” è popolato di personaggi reali, a tratti rimasti nomi celebri e a tratti divenuti volti obliati, ciascuno con alle proprie spalle vicende sportive e personali che alternano trionfi e tragedie. E l’ascesa alle vette si trasforma da semplice sport a vera e propria filosofia di vita, nutrita di scoperte entusiasmanti e momenti di estrema solitudine, in un tributo a coloro che hanno vissuto la cima con coraggio, rispetto e meraviglia
Dall’inaccessibile all’indimenticabile: la leggenda del Mont Aiguille
Fratelli originari di Grenoble e cresciuti tra le montagne del Delfinato, Mayeul e Aubin Aldebert sono rispettivamente giornalista e impiegato pubblico, uniti dalla medesima passione per l’alpinismo e le storie che nascono tra le cime. Da compagni di cordata e nostalgici della vetta, ambedue hanno identificato la leggenda del Mont Aiguille quale punto di partenza e luogo di origine della pratica alpinistica.
Considerata a lungo inespugnabile (il suo nome antico era Mont Inaccessible), tale vetta simbolo delle Prealpi del Vercors (Isère) è conquistata nel 1492 da Antoine de Ville, Ciambellano del Re Carlo VIII di Francia. Egli ha al suo fianco un gruppo insolito composto da tre ecclesiastici, un predicatore, un carpentiere, un tagliapietre e un costruttore di scale e si serve di strumenti militari da assedio quali corde, ferri e scale.
Sorprendentemente per l’epoca, la squadra così formata riesce a raggiungere la cima del monte, dove issa tre croci, costruisce un ricovero e rimane per alcuni giorni, ricevendo visite e viveri dai notabili locali. L’impresa, che converte la parete da inaccessibile a indimenticabile, è assunta come tanto leggendaria da essere rammentata anche da François Rabelais nel “Quarto libro di Gargantua e Pantagruel”.
LEGGI ANCHE: Il versante economico dell’alpinismo raccontato da François Carrel