Nel suo “Terra di masche”, Massimo Centini svela i retroscena magici e a tratti surreali delle leggende contadine più note del Piemonte, ribaltandole e rileggendole alla luce delle credenze che vedono la regione come dimora di streghe. Egli le trasforma in un diario vivente, ricamato di voci autentiche e silenzi di cascina, incontaminate e sincere come uno specchio del tempo che fu.
Sottotitolato “Luoghi, fatti, leggende e un po’ di storia”, il volume è stato pubblicato nell’estate del 2024 dalla casa editrice anche essa piemontese Priuli&Verlucca. Esso può essere acquistato comodamente nelle principali librerie italiane oppure sul sito web della casa al prezzo di 9,90 euro per l’edizione in brossura.
Masche e streghe in Piemonte
Alla figura della masca, strega del folclore in Piemonte, Centini dedica uno spazio fondamentale all’interno delle sue pagine, permettendo al lettore di identificarvi la caratteristica ambivalenza. Donne anziane o spiriti antichi del bosco, esse erano ritenute in grado di volare, trasformarsi in animali e persino controllare tempeste o nebbie: per questo erano creature potenti, temute e rispettate, capaci di fare il male ma anche di guarire.
Per molte comunità esse erano depositarie di un sapere antico fatto di erbe, preghiere e rituali, ma erano sufficienti invidia o disgrazie improvvise per trasformarle in bersagli di accuse, sospetti e persecuzioni. E ancora oggi, nei paesi tra Langhe, Canavese e Valli di Lanzo, sopravvivono racconti che parlano di masche viste aggirarsi nelle foreste o tramutare la propria forma dinnanzi agli occhi increduli di pastori e agricoltori.
Massimo Centini
A ridare voce alle protette e perseguitate streghe del Piemonte è Massimo Centini, antropologo piemontese classe 1955 che da decenni lavora al confine tra ricerca accademica e divulgazione intelligente. Egli è stato insegnante, collaboratore museale per realtà italiane e internazionali, giornalista e studioso negli ambiti di arte, religione e criminalità.
Con Priuli & Verlucca egli ha già firmato numerosi volumi di successo, che raccontano con profondità e passione la cultura delle Alpi, le sue radici e le vicende delle persone che le abitano da sempre. Tra questi spiccano anche il similare “Torino città magica”, dedicato a una delle città della stregoneria europea, e “Salassi, un popolo delle Alpi”, dedicato invece ai primi abitanti delle vette nord-italiane.
Tra tradizione e memoria collettiva
“Terra di masche” non si limita a raccontare leggende ma raccoglie l’eco delle “vija”, le veglie notturne dove tutto aveva senso: la paura, il desiderio di protezione, i racconti che davano forma ai misteri del mondo. Centini prosegue l’opera di studiosi e raccoglitori della cultura popolare cercando di restituire dignità a una memoria che rischiava di svanire nell’oblio del presente.
Quando tra cascine isolate, piccoli cimiteri di paese, boschi nebbiosi si sente ancora il respiro del passato, la masca diviene la figura simbolo di una cultura in cui il confine tra reale e invisibile era sottile e vivo. Eppure, l’autore riesce a coniugare l’approccio scientifico con una scrittura che segue la logica del mito e dell’uso di analogie senza per questo rinunciare a concretezza e un pizzico di poesia.
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