Nel mese di giugno di quest’anno il Mar Mediterraneo ha toccato una temperatura media di 24,3 gradi, segnando il valore più elevato registrato per questo mese negli ultimi dieci anni. Stando ai dati della piattaforma Copernicus, l’aumento è di circa un grado rispetto alla media del periodo tra il 2015 e il 2024, un dato che evidenzia il progressivo riscaldamento delle acque superficiali del bacino.
L’allarme giunge proprio alla vigilia della Giornata internazionale del Mar Mediterraneodello scorso martedì 8 luglio. Diverse saranno in tale senso le iniziative di informazione e sensibilizzazione previste e organizzate da tutte le località bagnate dal mare delle Nostre Alpi.
Le condizioni delle aree marine protette in Sardegna
Lungo questa estate torrida in generale e lungo il passato mese di giugno in particolare, diverse zone del Mar Mediterraneo, comprese quelle soggette a tutela ambientale, stanno mostrando segni concreti di stress termico.
La Sardegna, in particolare, è tra le aree più colpite: secondo i dati del report “Mare Caldo 2024” di Greenpeace, l’isola dell’Asinara ha subito ben 14 episodi di ondate di calore marine nel corso dell’anno. Le stazioni di monitoraggio presenti anche a Capo Carbonara e Tavolara-Punta Coda Cavallo riportano aumenti significativi che sono arrivati a sfiorare i +1,49 gradi in alcune zone.
La situazione lungo la Costa Azzurra
Nel giugno di quest’anno anche la sezione occidentale del Mar Mediterraneo comprensiva delle acque antistanti la Costa Azzurra ha vissuto una vera e propria ondata di calore marina. L’anomalia termica ha oscillato attorno ai +4 gradi rispetto alla media del periodo 1991-2020, arrivando in talune casistiche a raggiungere anche i +5 gradi.
La scorsa domenica 29 giugno, peraltro, la temperatura media globale del bacino ha toccato i 26,01 gradi, un record assoluto per il mese monitorato dal portale MétéoFrance. Tali eventi non hanno di certo risparmiato la biodiversità marina bensì alimentato il rischio di fenomeni meteorologici estremi quali la formazione di temporali intensi, ciclogenesi costiere e concentrazione energetica atmosferica.
Il Mar Mediterraneo a giugno e il rischio per la biodiversità
Il Mar Mediterraneo ospita circa l’8% delle specie marine mondiali, un patrimonio di biodiversità concentrato in un bacino che rappresenta meno dell’1% della superficie oceanica del Pianeta a oggi fortemente a rischio. Tra le specie monitorate hanno iniziato a inviare segnali preoccupanti il corallo Cladocora caespitosa, vittima di sbiancamento, a sua volta condizione di perdita di nutrimento e colore indicativa di uno stato di salute compromesso.
Inoltre, le temperature elevate alterano gli equilibri degli ecosistemi, influenzando anche la sopravvivenza di squali, foche monache, delfini e capodogli, abitanti delle aree marine protette e tra le specie più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. E, con le acque che secondo gli esperti cominciano già da alcuni anni a mostrare caratteristiche sempre più similari a quelle di un mare tropicale, la situazione non potrà che aggravarsi.
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