Alla fine del Settecento, il Massiccio del Monte Bianco è percepito come un territorio misterioso, lontano dalle rotte consuete dei viaggiatori e per questo meta prediletta per molti Grand tour dei rampolli della nobiltà. Si tratta del cosiddetto “Tour aux glacières”, un percorso che conduce i giovani aristocratici europei non tanto tra le capitali della cultura e dell’arte bensì tra ghiacciai e picchi innevati.
Nel suo “Mont-Blanc, le Grand tour aux glacières”, Éric Asselborn cerca di ricostruire tali preliminari esplorazioni a sfondo scientifico e prime forme di turismo alpino in nuce. Il volume è disponibile all’acquisto sul sito web delle Éditions du Mont-Blanc, per le quali esso è stato pubblicato appena quest’anno, al prezzo di 49,50 euro per la versione cartacea.
Il fascino dei ghiacciai e l’invenzione del turismo
In quella epoca, naturalisti, artisti e curiosi si lasciano conquistare dalle distese di ghiaccio, raccogliendo osservazioni scientifiche, appunti e schizzi che avrebbero contribuito a cambiare la percezione della montagna. Chamonix diviene presto un punto di riferimento tanto per la ricerca quanto per il nascente turismo, che già negli Anni Ottanta del Settecento spinge in loco decine di visitatori.
Di qui il complesso intrico di persone che raggiunge i piedi del Monte Bianco, desideroso di vivere quella esperienza “moderna” fatta di paesaggi estremi nonché di nuove e forti emozioni. Il tutto in un percorso che intreccia ricerca, viaggi e storie dimenticate, rendendo poco a poco la montagna un patrimonio comune e la natura sempre più alla portata dell’uomo.
Il Grand tour sul Monte Bianco nell’arte
“Mont-Blanc, le Grand tour aux glacières” mostra come il racconto dei ghiacciai non sia stato soltanto materia di scienza bensì anche di arte, grazie a pittori e incisori come i fratelli Linck che furono tra i primi a raffigurare la montagna con precisione. Illustrazioni e diari di viaggio rendono così accessibile un mondo che, sino a pochi decenni prima, è quasi del tutto sconosciuto trasformando le immagini in strumenti di conoscenza oltre che in opere suggestive.
Il Grand tour, considerato una sorta di completamento della formazione umanistica, rappresenta per i figli delle famiglie nobili l’occasione di confrontarsi con nuove culture e nuovi paesaggi. Quando questo modello di viaggio si estende anche alle Alpi, i ghiacciai si rendono essi stessi una tappa imprescindibile di quel percorso educativo e di scoperta considerato al tempo indispensabile per una crescita completa.
Éric Asselborn
Classe 1954 e originario del Jura, Éric Asselborn è una figura singolare: chirurgo di professione e mineralogista per passione, egli ha costruito una delle più importanti collezioni private di minerali in Francia. I suoi studi si sono spesse volte concentrati sul Monte Bianco, indagandone sia la geologia e i cristalli sia il modo in cui la scienza moderna ha preso forma attorno a tali montagne.
Autore di diversi saggi ugualmente focalizzati sul massiccio e le sue caratteristiche, egli unisce rigore storico e sensibilità estetica, restituendo al lettore una visione vivida delle prime esplorazioni alpine. Antecedentemente a “Mont-Blanc, le Grand tour aux glacières”, egli ha dato alle stampe per le stesse Éditions du Mont-Blanc il volume “Mont-Blanc, la conquête naturaliste” (2019).
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