L’azienda svizzera Panatere ha inaugurato i suoi primi forni solari in grado di riciclare i rifiuti metallici in acciaio dell’industria orologiera e delle microtecnologie senza emettere CO₂. L’annuncio è stato dato il 3 ottobre 2025 presso il sito industriale di La Chaux-de-Fonds.
L’evento fa parte di un progetto, denominato Rasol, sostenuto da un partenariato franco-svizzero nell’ambito del programma Interreg, per strutturare un’industria locale di riciclaggio dell’acciaio nell’Arco del Jura. Nos Alpes ne ha parlato nel 2024 e ora siamo nella fase di attuazione.
Si tratta di un caso interessante, che dimostra una certa diversità e una dimensione concreta dell’innovazione industriale nel programma Interreg Francia-Svizzera, rispetto ad altri programmi Interreg.
Tecnologia solare per trasformare i rifiuti industriali in acciaio di qualità
Il progetto Rasol si basa su un’innovazione tecnica: un reattore a fusione in atmosfera controllata, sviluppato congiuntamente da Panatere, Socrate Industrie (Francia), Haute-École Arc (Neuchâtel) e Université de Franche-Comté (Besançon). Il reattore è ospitato in un forno solare che concentra l’energia del sole ad alta temperatura, senza bisogno di altre fonti di combustibile fossile o di elettricità.
Il processo viene utilizzato per fondere e purificare i rifiuti metallici provenienti dalle industrie microtecnologiche della regione, in particolare dall’industria orologiera, per produrre acciaio inossidabile 1.4441. Tale materiale soddisfa gli standard qualitativi richiesti dai settori di alta precisione. Grazie a questa tecnologia, il processo di riciclaggio riduce l’impronta di carbonio fino a 165 volte rispetto ai metodi tradizionali, eliminando completamente l’uso di energia di carbonio nella fase di fusione.
Un progetto transfrontaliero nella regione del Giura
Il progetto Rasol riunisce competenze industriali e scientifiche provenienti da entrambi i lati del confine franco-svizzero. Panatere, con sede nel Canton Vaud ma attiva a La Chaux-de-Fonds, funge da capofila in Svizzera, mentre Socrate Industrie, situata nel dipartimento del Doubs, coordina la parte francese. Le istituzioni accademiche contribuiscono allo sviluppo scientifico e alla validazione tecnica del processo.
Il progetto è sostenuto dal programma Interreg Francia-Svizzera, finanziato dall’Unione Europea, dalla Confederazione Svizzera e dai Cantoni di Neuchâtel e Jura. All’inaugurazione del 3 ottobre, il consigliere di Stato di Neuchâtel Laurent Favre ha sottolineato la dimensione concreta di cooperazione transfrontaliera a sostegno della transizione industriale sostenibile.
L’obiettivo è di dare vita a medio termine aq una filiera locale di riciclaggio dell’acciaio inossidabile, che non richieda più l’importazione di nuove materie prime. Recuperando i rifiuti prodotti dalle PMI della regione – in particolare nei settori dell’orologeria, del dentale, del medicale e dell’aerospazio – il progetto contribuisce all’economia circolare.
In un clima geopolitico pieno di problemi, in cui l’accesso alle materie prime diventa sempre più incerto e i costi dell’energia più volatili, la creazione di un sistema produttivo locale di questo tipo è una vera opportunità. Rafforza l’autonomia industriale della regione dell’Arco del Giura (e dell’Europa nel suo complesso), e riduce al contempo l’impatto ambientale dei processi produttivi.
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