Si è concluso dopo oltre due anni di lavoro “AlpiLinK – Lingue alpine in contatto”, progetto di ricerca finanziato dal ministero italiano dell’Università e della ricerca e realizzato dalle Università di Verona, Trento, Bolzano, Torino e Valle d’Aosta. L’iniziativa ha portato alla creazione della più estesa audio-mappa digitale dedicata alle lingue minoritarie e ai dialetti dell’arco alpino italiano, a oggi accessibile in modalità open attraverso una piattaforma interattiva.
I numeri di “AlpiLink”
Il bilancio finale di “AlpiLink” restituisce la dimensione dell’intervento: oltre 3.300 parlanti, dai 4 anni ai 101 anni, coinvolti in 1.033 Comuni e 18 lingue minoritarie documentate tramite migliaia di registrazioni audio. Tale patrimonio si deve anche alla partecipazione diretta dei cittadini e al contributo delle scuole secondarie, che hanno preso parte al progetto formando studenti-intervistatori attivi sul territorio.
All’interno del quadro nazionale, sono state raccolte oltre 55 mila tracce audio, di cui circa 12 mila nel solo Trentino Alto Adige e oltre 3.000 contributi audio in francoprovenzale e in lingua walser in Valle d’Aosta. Uno degli aspetti più emblematici emersi dallo studio è il fatto che, sia nella creazione di nuove parole sia nell’uso dei nomi abbreviati, le scelte attraversano le età e rivelano una competenza condivisa sulle varietà linguistiche.
Una mappa sonora per ascoltare le lingue alpine
Il cuore di “AlpiLink” è rappresentato dal suo database open, consultabile tramite una mappa digitale che consente di esplorare il territorio montuoso e le lingue alpine attraverso le voci dei suoi abitanti. Selezionando una località è possibile ascoltare frasi, racconti, descrizioni o suoni, confrontando in tempo reale le diverse espressioni linguistiche utilizzate per uno stesso concetto.
La piattaforma si propone così come uno strumento di ricerca ma anche di divulgazione e valorizzazione culturale di varietà appartenenti a tre grandi famiglie linguistiche, ovverosia lingue germaniche, lingue romanze e lingue slave. Per la zona delle Nostre Alpi, gli idiomi documentati sono francoprovenzale (soprattutto in Valle d’Aosta e tra Canavese e Vercellese), walser (Valle del Lys, Valsesia e Val Formazza), occitano (Cuneese e Torinese) e piemontese.
In futuro, tale proposta potrebbe continuare a crescere grazie a corDATA, nuova iniziativa pensata per integrare dati linguistici provenienti da ricerche condotte in altre aree del Paese. Inoltre, il progetto ha favorito la nascita del Centro interateneo sulle minoranze alpine, una rete stabile che riunisce i ricercatori dei cinque atenei per consolidare collaborazioni, competenze e risorse.
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