Un appello all’Europa per le Alpi, o almeno a questo sembra richiamare il convegno organizzato dalla Rappresentanza permanente italiana per il 31 gennaio prossimo, presso il Parlamento europeo, Nell’edificio Altiero Spinelli (sala 1G3) dalla ore 10.15.
Come capita a Bruxelles, sono incontri organizzati per richiamare l’attenzione su un problema, e per coinvolgere i parlamentari europei e le organizzazioni nazionali ed europee pubbliche e private.
L’incontro è diviso in due parti: nella prima si parla di sviluppo economico nella seconda di trasporti. L’apertura è affidata al rappresentante permanente aggiunto per l’Italia, l’amb. Stefano Verrecchia. Alla chiusura partecipano la Commissaria per i trasporti, Adina Vălean, e il ministro italiano per le infrastrutture, Matteo Salvini, per far intendere che il vero tema della giornata è appunto la mobilità attraverso le Alpi. Figure di alto livello per un incontro come questo, a sottolinearne il valore.
Sviluppo tra agricoltura alpina ed energie rinnovabili
Altri nomi fanno intuire il taglio della prima parte dell’incontro: un mix di montagna, energie rinnovabili e agricoltura. L’introduzione è affidata ad Anna Giorgi dell’Università di Milano, con specializzazioni a cavallo tra agricoltura di montagna ed energia. Ci sarà Patrick Pagani, esperto di COPA COGECA, la storica organizzazione europea degli agricoltori e delle cooperative agricole, al centro dell’attenzione in questi giorni di proteste in Europa. Pagani si trova accanto a Eugenio De Blasio, che lavora nel finanziamento delle infrastrutture rinnovabili, nel solare e nell’energia in generale. Nel panel interverrà anche l’ambasciatrice Rita Adam, attuale rappresentante della Svizzera presso l’Unione europea. Prima della sua nomina a Bruxelles, avvenuta nel 2021, era ambasciatrice a Roma e dunque è persona conosciuta dal sistema italiano.
I trasporti: l’Europa nelle Alpi?
Nella seconda parte, si parla invece di trasporto, con i mille problemi aperti.
Intervengono figure cerniera dell’argomento, tra cui Herbert Kasser, direttore per la mobilità del ministero austriaco dei trasporti.
Parlerà anche Luigi Ferraris, amministratore delegato delle FS, le Ferrovie dello stato italiane (parte infrastrutture). Da dicembre scorso è diventato presidente di UIC Europa, l’International Union of Railway o Unione internazionale delle ferrovie, che si riunirà in assemblea a Roma tra il 21 e il 23 febbraio.
Alberto Mazzola, già a Bruxelles per le Ferrovie dello Stato italiane e membro del Comitato economico e sociale (CESE), rappresenterà la CER, la comunità delle ferrovie e infrastrutture europee, di cui è segretario generale dal 2021. Il panel si completa con Riccardo Morelli, titolare di una impresa di autotrasporto in Umbria e presidente ANITA dal 21 giugno 2023, l’associazione della Confindustria italiana delle imprese trasporti automobilistici, che tra l’altro incontrerà il ministro Salvini il prossimo 7 febbraio.
Mancano rappresentanti francesi, ci sono molti dossier transfrontalieri
A guardare i due panel, si nota l’assenza di rappresentanti francesi. Forse si vedranno nel dibattito, per esempio, dal Comitato delle Regioni, o dal Parlamento europeo, ma al momento non sono previsti nel programma.
Proprio sui collegamenti alpini italo-francesi insistono però diversi problemi, e sui due versanti: interruzione della linea ferroviaria storica dal 27 agosto scorso al Fréjus, malfunzionamento della tratta transfrontaliera Cuneo-Roja-Ventimiglia (con pochi e affollati treni che si rompono), chiusure di infrastrutture che alimentano i trafori del Monte Bianco e del Fréjus (bretella Santhià, autostrada A5) e chiusure alternate, per programmi o incidenti, dei due tunnel alpini.
Tra l’altro, proprio il 29 gennaio si riunisce la commissione intergovernativa (CIG) italo-francese sul tema del trasporto. Inoltre, il 30 gennaio, alle 17, si chiudono i termini per la richiesta di finanziamento per progettare la tratta francese verso la Torino-Lione della call Connecting Europe Facility (CEF): negli ultimi giorni la Regione Auvergne Rhône-Alpes ha aggiunto le risorse per completare i finanziamenti necessari.
Anche l’Austria però ha le sue problematiche: da diversi mesi il ministero dei trasporti e il ministro Salvini annunciano un ricorso alla Corte di Giustizia europea contro le limitazioni al transito dei mezzi pesanti sulla tratta stradale austriaca dopo il Brennero.