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    Home » Articoli » Dermatite bovina: 51 focolai nei Pays de Savoie, vaccinazioni in corso
    Ambiente e territorio

    Dermatite bovina: 51 focolai nei Pays de Savoie, vaccinazioni in corso

    Enrico MartialEnrico Martial31 Luglio 2025
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    La dermatose bovine touche touche aussi des vaches Montbeliardes - La dermatite bovina interessa anche delle bovine Montbéliarde (c) CC BY SA 3_0 Arnaud 25 Wikimedia Commons
    La dermatose bovine touche touche aussi des vaches Montbeliardes - La dermatite bovina interessa anche delle bovine Montbéliarde (c) CC BY SA 3_0 Arnaud 25 Wikimedia Commons

    Al 30 luglio 2025 sono stati confermati 51 focolai di dermatite nodulare bovina nei dipartimenti della Savoia e dell’Alta Savoia. Le autorità hanno istituito zone di protezione e sorveglianza anche in Ain, Isère, Valle d’Aosta e nella Svizzera romanda, mentre aumentano le misure di contenimento e vengono annullati numerosi eventi locali.

    La dermatite nodulare contagiosa (DNC) è una malattia virale trasmessa principalmente da insetti ematofagi, come le zanzare. Colpisce i bovini provocando febbre, noduli cutanei e danni economici rilevanti per gli allevatori. Sebbene non sia pericolosa per l’uomo, la DNC è altamente contagiosa tra gli animali e comporta restrizioni sui movimenti, abbattimenti e vaccinazioni su larga scala. La diffusione nei Pays de Savoie ha portato all’adozione di misure straordinarie anche nei territori confinanti della Valle d’Aosta e della Svizzera romanda.

    51 focolai nei Pays de Savoie

    Carte de zonage dermatose nodulaire bovine au 28 juillet 2025 (c) préfecture de la région auvergne rhône alpes
    Carte de zonage Dermatose nodulaire bovine au 24 juillet 2025 (c) Préfecture de la Région Auvergne Rhône-Alpes

    Secondo l’ultimo aggiornamento della prefettura della Regione Auvergne Rhône-Alpes, al 30 luglio 2025 i focolai sono 51.

    In Savoia sono 24, localizzati in prevalenza nei comuni di Entrelacs, La Biolle e Hauteluce. In Alta Savoia se ne contano 27, concentrati a Rumilly, Massingy, Marigny-Saint-Marcel, Faverges-Seythenex, Saint Ferréol e Boussy. Nell’Ain non vi sono focolai accertati, ma diversi comuni rientrano nella zona di sorveglianza rafforzata, detta di “protezione”, per prossimità con quelli di Savoia e Alta Savoia.

    Dal 25 luglio, nove comuni dell’Alta Savoia sono stati riclassificati da zona di sorveglianza a zona di protezione per via della diffusione del virus. Si tratta della Val d’Arly in particolare, da Sallanches, Megève, Saint-Gervais, Combloux, Demi-Quartier, Domancy, Cordon, Praz-sur-Arly e les Contamines-Montjoie. A Sallanches, il consiglio municipale ha annunciato un fondo per sostenere gli agricoltori colpiti. A Praz-sur-Arly, il sindaco Yann Jaccaz ha firmato il primo provvedimento municipale.

    In Savoia, la diffusione è giunta nel Beaufort, dove ha costretto a modificare la tappa del Tour de France da Albertville a La Plagne evitando di passare per Les Saisies. La zona di protezione è arrivata a Bourg-Saint-Maurice, a un passo dal Colle del Piccolo San Bernardo.

    Eventi annullati e mobilitazione dei territori

    La crisi sanitaria ha causato l’annullamento di eventi tradizionali legati all’agricoltura e all’allevamento. In Savoia, è stata annullata la Festa del Reblochon e dell’artigianato prevista per il 10 agosto.

    In Valle d’Aosta sono state sospese le Batailles de reines, e l’evento “Alpages Ouverts”. Sospese anche le batailles des chèvres. L’annuale Fête des Bergers, che doveva tenersi con vari eventi il 17 agosto al Colle del Piccolo San Bernardo, con partecipazione transfrontaliera e bataille des reines, è stata annullata.

    Per quanto riguarda gli abbattimenti, sono stati diversi nelle zone principalmente interessate dalla malattia. Anche negli allevamenti in cui inizialmente si ragionava sulla possibilità di salvare gli animali al momento sani, la rapidità di propagazione della malattia e la grave condizione degli animali (ne avevamo fatto richiamo in un articolo su Nos Alpes) ha indotto a una più rapida intesa con le autorità sanitarie.

    Vi è già un dibattito su come ripopolare gli allevamenti, prenotando vitelli dalle zone di origine delle mucche, per esempio di razza Montbéliarde. Oltre a previsione di indennizzi, si assiste anche a raccolte di fondi nei Comuni e a livello di associazioni a favore degli allevatori colpiti.

    Vaccinazioni in Svizzera, in Valle d’Aosta e in Isère

    In Svizzera, non si registrano casi e la campagna vaccinale è in fase avanzata. Nel cantone di Ginevra e nella zona di Terre-Sainte (Vaud), il 90% dei bovini è stato già vaccinato.

    In Vallese, i due veterinari incaricati hanno quasi completato la copertura nelle aree di Ferret, Champéry e Finaut, immunizzando circa 2.000 capi. Le restrizioni sui movimenti degli animali restano in vigore, in attesa di valutare l’efficacia delle misure e l’evoluzione dell’epidemia, considerato che occorre attendere almeno 21 giorni dopo l’avvenuta vaccinazione e che la Svizzera ha considerato opportuno considerare questo termine di 28 giorni.

    Anche in Valle d’Aosta non vi sono casi accertati, e 14 comuni – dal Monte Bianco e nelle laterali dell’alta Valle rientrano nella zona di sorveglianza. Le autorità valdostane hanno predisposto un piano per vaccinare 38.000 bovini. Tuttavia le dosi, in arrivo da Roma, sono attese per i primi giorni di agosto.

    Nell’Isère, in un clima di grande preoccupazione, senza casi accertati, sono in corso le vaccinazioni nelle zone di sorveglianza, che coinvolgono 120 comuni. Su un totale di 60-70 mila capi, la metà dovrebbe già essere stata vaccinata, circa 30 mila. La procedura con cui si muovono le squadre dei veterinari prevede che gli interventi si svolgano sempre sul posto, anche nei prati senza muovere gli animali.

    Tuttavia, per accelerare le operazioni, all’interno di uno stesso gruppo di animali, li si avvicina per compiere rapidamente le vaccinazioni. Le squadre di veterinari sono state rafforzate anche con colleghi provenienti da zone vicine. Martedì 29 luglio una cinquantina di sindaci si sono riuniti per un esame della situazione.

    La situazione in Sardegna

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    I dati del Bollettino Epidemiologico Nazionale Veterinario al 30 luglio 2025

    La situazione in Sardegna, in cui si è registrato il primo caso, il 21 giugno scorso, è relativamente stabile. Rispetto alla rapida progressione dei Pays de Savoie, in cui ci sono attualmente 51 focolai, in Sardegna il numero è salito meno, a 39 focolai.

    Le vaccinazioni, secondo la stampa locale, dovrebbero essere state finora 5.000, segno che l’organizzazione deve ancora progredire. Gli animali coinvolti sono al momento 2200 e i capi abbattuti 200, secondo un reportage del TG di Videolina del 29 luglio in confronto con l’assessore Gian Franco Satta. La Regione Sardegna ha stanziato circa 9 milioni di euro per la crisi.

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    Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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