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    Home » Articoli » Processionaria: una problematica diffusa nelle Alpi italiane e francesi
    Ambiente e territorio

    Processionaria: una problematica diffusa nelle Alpi italiane e francesi

    Giorgia GambinoGiorgia Gambino26 Febbraio 2024
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    Processionaria, Noctuelle processionnaire (Wikipédia Commons)
    Processionaria, Noctuelle processionnaire (Wikipédia Commons)

    La processionaria torna a colpire Piemonte e Liguria, Alpi Marittime e addirittura Parigi, particolarmente avvantaggiata dal clima mite registrato nelle ultime settimane. La proliferazione sta a oggi interessando molte zone delle Valli di Cuneo e Alessandria nonché delle Aree Protette Alpi Marittime, che nei giorni scorsi hanno lanciato un vero e proprio allarme; a Recco, invece, il sindaco Carlo Gandolfo ha firmato una ordinanza datata giovedì 15 febbraio con la quale egli invita i cittadini a intervenire nelle loro proprietà per contrastare la diffusione di tali infestanti.

    Che cosa è la processionaria

    La terminologia “processionaria” si riferisce a diverse specie appartenenti al genere “Thaumetopoea”, tra le quali le più conosciute e diffuse nello spazio alpino risultano essere la “Thaumetopoea pityocampa” (processionaria del pino) e la “Thaumetopoea processionea” (processionaria della quercia). Tale loro denominazione deriva dalla tendenza di tali animali a disporsi in fila indiana alla ricerca di foglie per il proprio sostentamento, in tutto e per tutto come una “processione”.

    Gli esemplari giovani si presentano nella forma di piccole larve ricoperte da peli urticanti; all’ingresso nella fase adulta, invece, essi subiscono una metamorfosi e si trasformano in insetti similari alle falene.

    I danni da processionaria

    Vorace sin dalla nascita, la processionaria tende a nutrirsi in grande misura delle foglie degli alberi che esso abitano portando al loro defogliamento. I danni maggiori vengono provocati durante la primavera e durante l’autunno, rendendo le piante più facilmente esposte all’attacco di parassiti e portandole dunque alla morte.

    Alcune pericolosità sono evidenti anche per l’uomo poiché, al contatto della pelle con i peli della processionaria, egli potrebbe incorrere in una immediata reazione cutanea manifestata sordo forma di eritema associato a dolore e prurito. Qualora invece a essere esposte fossero le mucose si avrebbe una repentina ripercussione irritativa e infiammatoria, compresa di problemi respiratori in caso di inalazione.

    Anche gli animali risentono dell’esposizione alla processionaria, con maggiore pericolo di ingestione o inalazione dei peli tra cani, gatti e cavalli per via della loro abitudine ad annusare il suolo o brucare l’erba.

    Come comportarsi se si avvista un esemplare

    Stando alla locandina informativa pubblicata dalle Aree Protette Alpi Marittime, la processionaria risulta ben riconoscibile “per il comportamento gregario delle larve che si spostano formando lunghe file”; inoltre, “i bruchi maturi hanno capo nero e corpo dorsalmente grigiastro su cui spicca il rosso fulvo dei ciuffi di pelo” e sui rami degli alberi formano “nidi che sembrano grandi batuffoli di cotone”.

    Qualora si avvistasse un esemplare, è consigliato di evitare “di sostare sotto le piante infestate” e di “toccare a mani nude nidi, larve e corteccia”. È bene peraltro badare a “non diffondere nell’aria i peli urticanti” e, in caso di contatto, sciacquare la porzione di pelle o mucosa interessata con acqua e sapone nonché gli indumenti indossati ad almeno 60 gradi; qualora si notassero irritazioni e altri fastidi è suggerito di rivolgersi al proprio medico curante.

    La processionaria nelle Alpi

    L’intero arco alpino risulta a oggi maggiormente soggetto alla proliferazione della processionaria per via dei cambiamenti climatici e dell’aumento delle temperature medie stagionali. In alcune località, inoltre, essa ha saputo sviluppare una certa resistenza alle temperature rigide dell’inverno, ciò che ne ha ridotto notevolmente il tasso di mortalità e le ha permesso di riprodursi anche due volte all’anno.

    Sin dall’ottobre passato i territori piemontesi di Cuneo e Alessandria hanno avuto a che fare con tale infestante e hanno dovuto provvedere a interventi di disinfestazione. In Valle d’Aosta tale problematica risulta diffusa soprattutto alle basse quote di media Valle e fondo Valle ed è stata oggetto negli anni passati di un apposito progetto di studio e rimozione regionale.

    In Francia la situazione è ancora peggiore poiché dalla sua zona di origine, le foreste di conifere del sud-est, la processionaria si è estesa con la complicità del caldo sino al nord di Parigi. Qui essa non si limita a colonizzare i soli pini bensì anche alberi e piante nei giardini cittadini, rendendo pressoché vano il piano di lotta dell’Agence Nationale de Sécurité Sanitaire (ANSES, Agenzia Nazionale di Sicurezza Sanitaria) basato su distruzione dei nidi, abbattimento dei tronchi e installazione di trappole.

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    Giorgia gambino
    Giorgia Gambino
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    Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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