Sarà ricordato con tutti gli onori della sua posizione di dinasta reale Vittorio Emanuele di Savoia, scomparso nella mattinata dello scorso sabato 3 febbraio. Dopo lunga malattia, egli si è spento all’età di 86 anni nella sua dimora di Ginevra, in Svizzera, lasciando la vedova Marina Doria e l’unico figlio Emanuele Filiberto.
Le esequie del Duca di Savoia e Principe di Napoli saranno celebrate il prossimo sabato 10 febbraio all’interno del Duomo di Torino alla presenza delle guardie di onore delle Reali tombe del Pantheon. La cerimonia sarà ad accesso limitato e soltanto su invito.
Ad anticipare i funerali sarà la camera ardente allestita nella giornata di venerdì 9 febbraio presso la reggia della Venaria Reale, mentre la sepoltura delle ceneri della cremazione è prevista all’interno della cripta reale della Basilica di Superga.
Vittorio Emanuele di Savoia
Vittorio Emanuele di Savoia, nato a Napoli il 12 febbraio del 1937, è il figlio dell’ultimo re dell’Italia Umberto II e della consorte Maria José. Come di uso della Casa Savoia, egli riceve sin da subito dal nonno il titolo di Principe di Napoli, mentre al padre resta quello storico di Principe di Piemonte.
All’abdicazione del nonno in data 9 maggio del 1946, egli diviene principe ereditario, nomina che tuttavia viene meno a seguito delle votazioni del referendum istituzionale del 2 e del 3 giugno del 1946. Data l’aria di dissenso respirata in Italia in quelle settimane, nella nottata tra il 12 e il 13 giugno del 1946 Umberto II, che ha regnato quindi per poco più di un mese, lascia l’Italia poco dopo l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana che stabilisce l’esilio dell’intera casata reale.
Maria José si stabilisce dunque a Meinier e poi a Ginevra assieme alla famiglia sino alla conclusione del periodo di allontanamento forzato dalla Penisola nel 2002. Dopo aver accettato formalmente la fine della monarchia e aver giurato fedeltà alla Repubblica, nel novembre del 2007 Vittorio Emanuele di Savoia richiede allo Stato italiano 260 milioni di euro di risarcimento per l’esilio; egli pretende anche la restituzione dei beni privati confiscati e, più tardi tra il gennaio e il febbraio del 2022, chiama in causa lo Stato italiano per riavere per sé i gioielli di famiglia custoditi dalla Banca d’Italia.
Gli scandali
Lungo tutti i suoi 86 anni di vita, Vittorio Emanuele di Savoia non manca di suscitare scandali e dissenso tanto in Svizzera quanto in Italia.
Una delle prime decisioni prese allontanandosi idealmente dalla propria famiglia è quella di aver contratto matrimonio con la borghese Marina Doria nonostante la contrarietà del padre, che già durante il periodo degli studi universitari smette di concedergli il proprio appannaggio. Le nozze vengono però ufficializzate civilmente l’11 gennaio del 1970 a Las Vegas e religiosamente il 7 ottobre dell’anno successivo a Teheran.
Un secondo punto di ombra della biografia del Duca di Savoia e Principe di Napoli coincide con l’essere stato indagato dalla Pretura di Venezia e dalla Pretura di Trento per traffico internazionale di armi verso alcuni Paesi mediorientali posti sotto embargo. A questo si somma l’accusa per l’omicidio dello studente tedesco di 19 anni Dirk Hamer il 18 agosto del 1978: secondo le ricostruzioni, dopo il furto del proprio gommone avvenuto sull’Isola di Cavallo in Corsica, egli avrebbe sparato due proiettili di carabina colpendo alla gamba il ragazzo che stava riposando su di una barca vicina.
Va peraltro ricordato che nel giugno del 2006 il Tribunale di Potenza ordina l’arresto di Vittorio Emanuele di Savoia per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. A seguito della parziale ammissione di tali fatti, egli viene sottoposto ad arresto domiciliare a Roma, provvedimento revocato soltanto il mese successivo; nel settembre del 2010 il Tribunale della Capitale scagiona l’uomo da ogni capo di reato.