Il bilancio del rientro verso la Francia dai due trafori del Monte Bianco e del Fréjus dal weekend dell’Ascensione è stato segnato da code importanti, ma non gravi come quella dell’8 maggio nella Maurienne in direzione dell’Italia. L’informazione e scelte più attente nei rientri hanno ridotto parzialmente la pressione del traffico, in particolare sul Fréjus, ma le code sono state comunque importanti. Al traforo del Monte Bianco si sono superate nel pomeriggio e serata di domenica le tre ore di attesa.
Al traforo del Fréjus lunghe code ma non come l’8 maggio
Dal versante italiano verso la Francia la coda è stata meno grave rispetto all’8 maggio, quando per l’attraversamento sono state necessarie fino a sei ore di attesa. Domenica 12 maggio, alle 13.30 venivano testimoniati soltanto 400 metri da percorre a rilento fino al casello. Alle 18.30 vi erano invece circa due chilometri di coda, per una attesa di due ore.
Il personale della SITAF, società italiana del traforo del Fréjus, ha distribuito dell’acqua agli automobilisti in attesa. Va detto che i turisti francesi, dopo la grave esperienza dell’8 maggio, erano comunque informati anche da sistema di allerta pubblico del Byson Futé et dalle reti informative sul traffico.
Al Monte Bianco tre ore di attesa, code anche al Gran San Bernardo
Il traforo del Monte Bianco ha emesso degli aggiornamenti periodici sull’andamento del traffico. La società francese aveva già prodotto un grafico sulle ore di maggior afflusso nella giornata di domenica, ma la società mista, il Traforo del Monte Bianco – GEIE, ha seguito con il sito web lo sviluppo del traffico.
In questo modo, già alle 9:24 vi erano 30 minuti di attesa, che sono saliti a 1 ora e 45 minuti alle 11:17, e a 2 ore alle 11:53. Da lì in poi le code hanno raggiunto le 3 ore, registrate non solo alle ore 20:20 ma persino alle 23:27. Già nel pomeriggio, gli automobilisti avevano l’obbligo di uscita obbligatoria dall’autostrada a Morgex. La situazione si è poi normalizzata nel periodo tra la mezzanotte e le due di notte.
Il ponte dell’ascensione ha riguardato anche il turismo di provenienza svizzera. Al traforo del Gran San Bernardo le code hanno raggiunto almeno 4 chilometri. La situazione anche in questo caso si è normalizzata nelle prime due ore notturne di lunedì.
La questione della portata delle infrastrutture transfrontaliere
Pur trattandosi di un picco, l’esperienza del ponte dell’Ascensione del 2024 costituisce un ulteriore elemento di riflessione sulla capacità delle infrastrutture di collegamento transfrontaliero.
Già sotto analisi per le interruzioni da frane o da incidenti, gli intasamenti dell’8 maggio e le lunghe code del 12 maggio confermano il susseguirsi nell’anno di diverse fasi critiche per il transito transfrontaliero. La questione riguarda l’insieme delle Alpi occidentali, in attesa del completamento del tunnel di base Torino-Lione ma anche del ripristino della linea ferroviaria storica del Fréjus, di una nuova gestione anche delle aperture del colli alpini, di un superamento delle chiusure per diversi mesi al Monte Bianco e di una valutazione sulle prospettive future, a breve e medio termine.
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