Il 1° settembre si è tenuta al colle del Piccolo San Bernardo la prima Festa delle Alpi. Come inizio, è andata decisamente bene, con musica e canti, laboratori per bambini, una parte commerciale con alcuni stand di prodotti tipici e del territorio, visite al patrimonio del Colle, e una parte di riflessione, sui temi delle Alpi e della vita in montagna.
L’incontro ha avuto poi due parti più ufficiali, una al mattino all’Ospizio e una nel primo pomeriggio di apertura e saluti, con le autorità dipartimentali e regionali insieme a numerosi sindaci.
Con la Fête des Alpes, i Comuni di Séez e La Thuile hanno celebrato anche l’annuale riunione della Pass’ Pitchü, che normalmente si svolge a turno nelle due località, accompagnata da un Consiglio comunale transfrontaliero.
Un messaggio per allargare la Festa a tutte le Alpi occidentali
Inevitabilmente, vi è stato un focus maggiore su Savoia e Valle d’Aosta, che hanno organizzato insieme la prima Festa. La volontà di coinvolgere altri territori è stata però evidente. Alle 14, insieme al Presidente della Regione Valle d’Aosta Renzo Testolin e del presidente del dipartimento della Savoia Hervé Gaymard era presente l’assessore per la montagna della Regione Piemonte Marco Gallo.
C’erano anche rappresentanti della Maurienne, che il prossimo anno organizzeranno l’incontro insieme alla Val di Susa e al Piemonte a colle del Moncenisio. Mancava l’Alta Savoia, ma si sa che da un po’ di tempo i due dipartimenti non vanno d’accordo, e che bisogna comunque andare avanti.
Forse vi era meno gente di quando al Colle si organizza anche la Bataille des Reines, al netto dei gruppi musicali, dei funzionari, giornalisti, sindaci e organizzatori. Da parte savoiarda c’era un pubblico forse più numeroso, proveniente da Séez e da Bourg-Saint-Maurice, conoscitori di lunga data del colle e dei suoi progetti.
Al Moncenisio nel 2025, come seconda esperienza della Festa delle Alpi, si vedrà probabilmente un maggiore coinvolgimento, forse dalle scuole, forse dai Comuni gemellati.
Qualche progresso concreto: gemellaggi e iniziative dal basso
È stata appunto annunciata la nascita di un’associazione dei comuni gemellati di Valle d’Aosta, Savoia e Piemonte. I gemellaggi sono importanti, costituiscono un modo semplice per costruire relazioni tra le persone. Nella collaborazione franco-tedesca sono stati un successo, come notava Marc Lazar nella sua conferenza di Aosta del 28 novembre 2023: tra Francia e Germania se ne contano circa 2.600, tra Francia e Italia non raggiungono la soglia delle 1.000 unità.
Un altro punto a favore della Festa delle Alpi è la sua origine dal basso. In questo modo l’incontro offre un sostegno all’attuazione del Trattato italo-francese del Quirinale, di cui si sono un po’ perse le tracce, almeno per la collaborazione di vicinato.
Il Comitato frontaliero si è riunito il 31 ottobre 2023 a Torino ma quest’anno, tra scioglimento dell’Assemblée nationale, elezioni e formazione del nuovo governo, si registra un ritardo che si accompagna a una dinamica non sempre positiva tra il presidente Emmanuel Macron e la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni.
Inoltre, è stato ricordato che si interverrà per il rilancio e la riqualificazione dell’Ospizio del Piccolo San Bernardo, già recuperato e restaurato a partire dagli anni ’90 con fondi europei Interreg.
I temi sullo sfondo, vivere in montagna e i problemi ai valichi
I due incontri organizzati sotto il tendone dell’Amitié hanno mostrato una buona capacità di produrre contenuti e riflessioni comuni. Le Alpi in cui si abita, la diversità di lettura del territorio da parte di coloro che pensano in modalità “città”, le sfide sullo sviluppo, le crisi con il cambiamento climatico sono emerse con semplicità, indicando anche percorsi per il futuro. Il richiamo a Mario Rigoni Stern, su cui il presidente del Dipartimento Hervé Gaymard ha scritto articoli e libri, andava nella direzione dell’abitare la montagna, come indicava anche l’assessore valdostano Luciano Caveri, nel dialogo con il figlio di Rigoni Stern, Gianbattista.
Il senso del futuro espresso da Séverin Duc apriva alle sfide in corso, Enrico Rizzi ha tracciato i fattori storici del colle e delle Alpi. Clara Gaymard, che poi sarebbe la moglie del presidente della Savoia, meritava di essere ascoltata. Ha aggiunto il tema del camminare come riscoperta di se stessi, un sentimento che tutti coloro che vanno in montagna conoscono bene. È partita dal Gran San Bernardo ed è andata sino a Roma sulla via Francigena, accompagnata dai suoi fino a Ivrea e poi da sola. L’esperienza che ha raccontato a un pubblico attento e coinvolto è diventata un libro.
Fin qui è la parte positiva. Andranno sviluppati, forse in altre occasioni rispetto alla Festa, i temi concreti che restano sullo sfondo, e che sono centrali per le vicende alpine di questi anni.
Il traforo del Monte Bianco sarà chiuso per numerosi autunni, la ferrovia del Fréjus non riapre dalla frana del 27 agosto 2023, il tunnel di Tenda è interminabile, per non dire di altre sfide, dalle contravvenzioni stradali transfrontaliere in valle Roya, ai costi dei pedaggi di frontiera, alle azioni da introdurre per la vita quotidiana – ad esempio riguardo al bus tra Mentone, Ventimiglia e Briga.
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