Il progetto di parco eolico nell’area di Imperia è interrotto: la Provincia ha stabilito che l’istanza di richiesta di costruzione non potrà avere corso. La decisione del 23 settembre 2025 prende atto del parere negativo finale di valutazione di impatto ambientale sul progetto, espresso il 28 agosto 2025 dalla Regione Liguria.
Il progetto, promosso da 18Più Energia S.r.l. e denominato “Parco eolico Imperia Monti Moro e Guardiabella”, prevedeva 32 aerogeneratori alti fino a 209 metri per una potenza complessiva di 198,4 megawatt, distribuiti in vari comuni della Provincia. Anche se non abbiamo trovato finanziamenti assegnati, era inquadrato nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il PNRR è il corrispondente di France Relance, finanziato da NextGenEU, il grande finanziamento di rilancio post-covid.
La vicenda, che forse non è del tutto conclusa, ha visto una crescente ostilità di sindaci, della Provincia e poi della Regione Liguria. Ha assunto nel tempo anche una dimensione politica, per un progetto in sostanza paracadutato dai programmi dello Stato centrale.
Il parere negativo di valutazione di impatto ambientale della Regione Liguria
Il progetto è stato fermato non con una decisione politica, ma attraverso i processi di autorizzazione che competono alle diverse amministrazioni. Prevedeva una valutazione di impatto ambientale in capo al soggetto territoriale competente, cioè la Regione Liguria.
Nella formazione del procedimento, già il 28 giugno 2024 il settore Parchi e biodiversità della Regione Liguria aveva negato il proprio accordo (che contribuiva a formare il parere), per la presenza di aree protette Natura 2000, cioè Zone di Protezione Speciale (ZPS) e habitat di specie protette. Il progetto era anche in conflitto con il Piano energetico regionale della Liguria (PEARL 2030), che aveva una mappa regionale delle aree non idonee agli impianti eolici. Nelle Regioni e nelle amministrazioni pubbliche, gli strumenti di pianificazione e di autorizzazione non mancano.
Così la Regione Liguria, aveva espresso un primo parere negativo nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Le integrazioni depositate dalla società proponente il 9 giugno 2025, che prevedevano lo spostamento di sei aerogeneratori, non sono bastate a superare le valutazioni tecniche negative. Infine, il 28 agosto 2025 il procedimento della Regione Liguria si è concluso con parere negativo.

Il piano politico
Sul versante più politico, nel tempo si è costituita una rete e una condivisione sulla necessità di frenare e bloccare il progetto. All’inizio erano stati i sindaci, molti di comuni minori, con poca voce: Aurigo, Borgomaro, Castellaro, Cipressa, Dolcedo, Pietrabruna, Pieve di Teco, Prelà, Rezzo, San Lorenzo al Mare e Costarainera.
Sono tutti in posti bellissimi, con storie secolari, con idee e progetti in corso. Per chi conosce i luoghi, si tratta dell’entroterra di una costa turistica con una identità profonda, storie antiche e recenti. Si va dal passeggio anche in bicicletta luogo il borgo di Santo Stefano a Mare alle coltivazioni di varietà di frutta antiche, sui terrazzamenti e terreni che si inizia a recuperare. Da anni, è un territorio che prova a individuare piste si sviluppo nuove rispetto all’urbanizzazione della costa e al turismo estivo. La gente arriva ormai anche negli altri mesi dell’anno, e chiede cose diverse – sentieri, cibo, natura e benessere, accoglienza – un po’ come nella Vésubie e nelle Alpi marittime. D’un tratto, hanno invece scoperto che avrebbero dovuto ospitare delle pale eoliche, altro che turismo scandinavo.
Ciò che è parso più grave, è che sembrava una cosa fatta. Altri sistemi eolici, anche se più piccoli, avevano già visto la luce in Liguria, per esempio a Stella, in Provincia di Savona. Era dunque l’impressione dei sindaci, nella prima fare di dibattito e di incontri del 2024, di cui Nos Alpes aveva parlato. Vi era la preoccupazione di non riuscire a trovare il consenso delle persone che più contano, in Provincia e in Regione. Poi, a guardare come è andata, la classe politica in Liguria ha le sue dinamiche difficili, ma non manca di figure solide, da Claudio Scajola a diversi sindaci, agli esponenti in Regione.
Sembrava un progetto già fatto
Tuttavia, pareva che l’impresa pensasse davvero di costruire. Ancora il 29 giugno 2025 il Comune di Borgomaro constatava la presenza di mezzi e personale non autorizzati a Guardiabella, che sembrava iniziassero ad operare. Era il giorno successivo a un chiaro comunicato stampa dell’assessore regionale e vicepresidente Alessandro Piana, contrario al progetto.
Il Comune di Auriga, che si era letto i documenti presenti sul sito del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, ripubblicava quello sugli espropri. Erano 140 pagine fitte di dettagli sui proprietari dei terreni, sui redditi dominicali e agrari, con tutti i dati catastali. Un lavoro così preciso per un’opera che pareva cosa fatta.
Intanto, il 18 giugno 2025 il Consiglio provinciale di Imperia aveva approvato un ordine del giorno e una mozione contrari al progetto. Il Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri aveva confermato il proprio diniego il 19 giugno 2025, e anche il Comprensorio Alpino Imperiese ha inviato osservazioni contrarie al Ministero, segnalando gli effetti sull’assetto idrogeologico, la biodiversità e la rete viaria.
Poi c’era anche la popolazione. Fin da febbraio 2025, il comitato civico “InterVento Popolare” si è mobilitato contro il progetto, organizzando assemblee pubbliche, affissioni e una petizione che ha raccolto oltre 2.200 firme.
Una Liguria che risponde
Nonostante la chiusura amministrativa dell’iter in Regione Liguria e in Provincia di Imperia, resta da verificare se la società proponente intenda ricorrere in sede legale (60 giorni da fine agosto) o riformulare una nuova proposta o trovare altre strade.
Per avere un po’ di tranquillità in Liguria, bisognerebbe veder uscire il progetto dall’elenco nazionale PNIEC – PNRR del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e quindi l’appoggio statale. D’altra parte, gli iter di approvazione dei grandi progetti sono una questione complessa, e ci sono molte competenze che possono essere mobilitate per trovare un percorso per proseguire con l’iniziativa.
Il suo ostacolo più grande, tuttavia, è la politica in Liguria, che ha mostrato nell’occasione di avere rappresentanti, capacità di risposta, compattezza e autonomia su questo tema. Non era scontato: si tratta di un territorio che solo da un po’ di tempo ha ripreso capacità propositiva, rispetto a uno schema verticale, di ascolto da Roma.
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