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    Home » Articoli » Elezioni Valle d’Aosta 2025, in Regione, ad Aosta e 64 comuni
    Politica

    Elezioni Valle d’Aosta 2025, in Regione, ad Aosta e 64 comuni

    Enrico MartialEnrico Martial25 Settembre 2025
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    Elezioni in Valle d'Aosta 2025 - Elections en Vallée d'Aoste 2025
    Elezioni in Valle d'Aosta 2025 - Elections en Vallée d'Aoste 2025
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    In Valle d’Aosta, nella sola giornata di domenica 28 settembre, si voterà per l’elezione del Consiglio regionale e per 65 comuni, compresa la città di Aosta.

    Alle elezioni regionali si è giunti dopo il ritorno alle tre preferenze, con una decisione del Consiglio regionale, il 27 febbraio 2025 poi confermata da un referendum il 10 agosto. Anche l’unico ricorso che fu presentato non è stato accolto.

    Si sta assistendo a una campagna elettorale che mostra una contrapposizione tra partiti nazionali (di destra) e forze autonomiste. Si arriva da uno scenario degli ultimi anni di relativa tranquillità di governo, dopo almeno una ventina di anni di tensioni politiche forti. Anche il numero delle liste è contenuto: sono nove, con 309 candidati.

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    Il Consiglio regionale è composto da 35 consiglieri eletti con sistema proporzionale. Rispetto alle altre Regioni italiane, la Valle d’Aosta e la Provincia di Bolzano, come territori autonomi hanno una propria legge elettorale, e non eleggono direttamente il presidente.

    Per i Comuni, dove invece il sindaco e il vicesindaco vengono eletti direttamente, le situazioni variano caso per caso. Nella città di Aosta il confronto è tra la maggioranza uscente, ma con nuovi candidati sindaco e vicesindaco, e la minoranza, che si appoggia sui partiti nazionali di destra.

    L’Union valdôtaine e gli autonomisti

    Sono le prime elezioni in cui l’Union valdôtaine si presenta come movimento riunito, dopo le scissioni iniziate sin dai primi 2000. Dal congresso di réunion del 16 giugno 2024, è composto da persone che già in passato erano nell’Union e da altre che si sono formate politicamente nei movimenti autonomisti che se ne erano distaccati.

    Presenta varie sensibilità, un approccio pragmatico e comunitario, con riferimenti alla montagna, all’identità, allo sviluppo economico con i suoi fattori di sostenibilità (pratici), e all’Europa. E’ indubbiamente al centro dello scacchiere politico regionale: insieme alla SüdTiroler VolksPartei è il partito più longevo in Italia: ha ricordato il suo 80esimo anniversario dalla fondazione il 13 settembre scorso.

    Insieme all’Union, rafforzata nella sua solidità, si trovano altri movimenti e forze: Stella Alpina, erede della democrazia cristiana in varie correnti, valdostana e autonomista, e due forze minori che non si sono riunite nell’Union, cioè Rassemblement Valdôtain, (con ex-Union in parte transitati per qualche tempo a destra), e Pour l’Autonomie, fondata da Augusto Rollandin, storico esponente valdostano, mancato il 22 dicembre 2024. Nell’insieme, è gente che ragiona nello stesso modo e infatti ha governato in Regione e in Comune di Aosta, gestendo progetti nuovi, infrastrutture, ammodernamento di servizi, affrontando anche la pandemia e crisi forti, come l’alluvione del 29 e 30 giugno 2024 con il rapido e notevole ripristino della strada di Cogne. Quest’area ha governato negli anni recenti con esponenti del Partito democratico, che in Valle ha numeri più bassi rispetto al piano nazionale.

    A destra, e un po’ a sinistra

    Una novità della campagna elettorale è a destra. Intanto, la formazione delle liste in Valle d’Aosta ha tenuto conto della lezione che aveva dato la Lega (Lega per Salvini premier ) negli ultimi dieci anni. Aveva infatti integrato persone e figure con natura valdostana, e autonomista quando non indipendentista.

    Così si trovano nelle loro liste ex-unionisti, indipendentisti, insegnanti francofoni e patoisants. Forza Italia, il partito che fu di Silvio Berlusconi, ha acquisito anche figure già note e consiglieri in carica sottratti all’area autonomista, così come persone che rappresentano il mondo agricolo o della montagna. Al loro fianco, per la Regione ma in particolare per la città di Aosta, c’è la lista Renaissance, che ha anche lei trasformato il suo nome dall’italiano (Rinascimento) al francese. L’apertura ai colori valdostani da parte dei partiti nazionali di destra è uno strumento di campagna e di accreditamento: il ministro degli esteri Antonio Tajani, ha parlato ad Aosta davanti al pubblico in francese, e per un buon momento.

    Tutti i ministri nazionali

    Diversi ministri sono giunti in Valle d’Aosta, tra cui il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti (Lega) appunto Antonio Tajani (Forza Italia), a Matteo Salvini (Lega). In Valle arriva il 25 settembre anche Roberto Vannacci (Lega) che si produce continui richiami alla X Mas, un reparto militare rimasto dopo l’armistizio del 1943 nell’ambito nazi-fascista, e che si distinse nella guerra ai partigiani, in particolare in Piemonte e Toscana.

    Alcuni giornali locali hanno parlato di una “parata di ministri”, indicando una relativa indifferenza nel sentire comune. Una parte dei cittadini, prevalentemente ad Aosta, è comunque influenzata dalle tendenze nazionali.

    Infine, vi sono alcuni partiti minori: eredi dei verdi e della sinistra con origini del 1968 (Alleanza verdi sinistra, che ospita anche ex-movimento 5 stelle) e ma anche di sinistra netta (Valle d’Aosta Aperta). Una formazione politica, Valle d’Aosta futura, che nelle precedenti elezioni aveva un carattere di centro-liberale – che in parte conserva insieme ad elementi autonomisti – ha riunito oggi anche esponenti no-vax e di protesta.

    I comuni, e quello di Aosta

    Nei comuni, le liste sono sempre locali, senza colorazione politica, anche se l’area è autonomista, in qualche caso ospitando persone vicine a partiti nazionali. In molti comuni vi è una lista unica con un solo candidato sindaco e vicesindaco: la parte più politica della fase elettorale è avvenuta proprio nella scelta dei candidati. In alcuni altri comuni vi sono due liste in competizione. Si vota in 65 comuni su 74, perché nei nove rimanenti, per scioglimento anticipato avvenuto negli anni passati, è cambiato anche il calendario di scadenza.

    Ad Aosta, le aree principali che competono per il governo della città sono quella autonomista e quella di destra nazionale. L’area autonomista presenta gli stessi partiti del livello regionale, per quanto in cinque liste. Si tratta della maggioranza uscente, che propone però un nuovo sindaco dopo Gianni Nuti, cioè Raffaele Rocco, ingegnere e noto dirigente regionale, insieme all’avvocato Valeria Fadda. In questo gruppo l’Union valdôtaine resta il soggetto principale, anche se raccoglie in città meno voti che negli altri comuni. Hanno un ruolo significativo gli altri partiti autonomisti (di derivazione democristiana o laica), oltre al Partito democratico. C’è anche una lista di giovani sotto i 35 anni.

    L’area di destra riunisce i partiti nazionali e cioè Fratelli d’Italia, Lega Salvini, Forza Italia, insieme a Renaissance, il partito locale che esprime il candidato sindaco, Giovanni Girardini. E’ una figura eclettica e benestante, la sua famiglia costruì la parte di una via nella zona ovest della città. La campagna ha riguardato operazioni concrete, dal destino dal campo di calcio nel pieno centro della città al traffico delle auto all’arco di Augusto. Vi è stata anche della visione sui prossimi anni, proprio sullo sviluppo economico e la qualità della vita, anche ambientale, delle persone.

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    Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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