Il commercio bilaterale tra Italia e Francia ha nel 2022 toccato il record di 103,8 miliardi di euro di scambi, un aumento di investimenti piuttosto significativo rispetto agli ultimi due anni. È un quadro nel complesso positivo quello che emerge dal rapporto stilato dall’Ambasciata di Francia in Italia e dal ministero dell’Economia francese nonché elaborato sulla base dei dati rilasciati da Istat, Banque de France e Banca di Italia per il biennio passato.
Popolazione e imprese
La popolazione complessiva di Italia e Francia si attesta nel 2022 a 126,8 milioni di abitanti, il 28,3% dell’intera Unione Europea; anche la somma dei rispettivi prodotti interni lordi è notevole e arriva a toccare i 4.283 miliardi di euro, di cui 1.782 miliardi di euro italiani e 2.501 miliardi di euro francesi, circa un terzo di quello europeo.
Sul versante delle imprese, la Penisola conta sul proprio territorio quasi 4,4 milioni di aziende, perlopiù di piccole e medie dimensioni e versate all’industria; la nazione vicina conta invece 4,1 milioni di realtà, con un tessuto economico maggiormente permeato da grandi realtà e gruppi multinazionali.
Import ed export
Sul totale di 103,8 miliardi di euro del valore del commercio bilaterale tra Italia e Francia, 84,8 miliardi di euro concernono la vendita di beni e 19 miliardi di euro concernono la vendita di servizi. Rispetto al 2020 si è registrata una crescita negli scambi pari nel complesso al 18%, con un aumento sia nelle esportazioni Francia-Italia del 20,8% (38,9 miliardi di euro) sia nelle esportazioni Italia-Francia del 17% (45,9 miliardi di euro).
Oltre a tecnologia e lusso, agroalimentare e salute, start-up e trasporti, fondamentale è il comparto dell’energia elettrica, per la quale la Francia è il secondo fornitore del Bel Paese dopo la Svizzera. Tra le aziende che maggiormente investono nei rispettivi mercati figurano nomi noti e di lunga data quali Stellantis e Ferrero, Lavazza e Campari ma anche astri nascenti quali Satispay e Manoamano, BlaBlaCar e Doctolib, che nei prossimi anni potrebbero contribuire creare sino a 224.000 posti di lavoro nonché a coprire il 6% del Pil.
Gli investimenti
Gli investimenti francesi in Italia rappresentano il 5,3% del totale netto francese all’estero, dopo quelli degli Stati Uniti (197 miliardi di euro), dei Paesi Bassi (190 miliardi di euro), del Belgio (143 miliardi di euro) e del Regno Unito (126 miliardi di euro). Per converso, gli investimenti italiani in Francia raggiungono gli 54,5 miliardi di euro, con una implementazione del 17,5% lungo un solo anno e del 133% lungo cinque anni.
Le aziende che operano parallelamente in ambedue i Paesi sono circa 4 mila, suddivise per metà su ognuno dei territori, e generano ogni anno circa 400 mila posti di lavoro. E non a caso, con il 44% delle iniziative totali europee, l’Eliseo è il primo destinatario dei progetti italiani del continente: nel 2021, 96 di essi hanno portato alla creazione o al mantenimento di 1.830 impieghi, il +61% rispetto all’anno precedente.
Tra i settori più attivi figurano accoglienza e ristorazione, edilizia e arredamento, vetro e ceramica, legno e carta, energia e mobilità: quanto ai marchi francesi di proprietà di aziende italiane è possibile citare l’Aeroporto di Nizza, Carte Noir, Lancel e Moncler, mentre quanto ai gruppi italiani che operano in Francia è facile ricordare Leonardo, Barilla, Zambon e Iveco.