La chiusura del Tunnel del Monte Bianco per via di urgenti lavori di manutenzione e l’inatteso prolungamento degli interventi di messa in sicurezza dello smottamento che ha parzialmente inficiato la percorrenza del Tunnel del Fréjus hanno finito con il generare una serie di deviazioni e modificazioni al traffico transfrontaliero. Prendendo atto di tali condizioni e problematiche, la Prefettura di Torino ha voluto identificarne dinamiche evolutive e ripercussioni sulla sfera ambientale e sull’inquinamento atmosferico tramite una serie di report pubblicati regolarmente dall’ottobre scorso.
Il mese di ottobre
Già nel mese di ottobre, a ridosso della soppressione della viabilità nel Tunnel del Monte Bianco, il traffico veicolare ha già teso a confluire sulle arterie alternative, ovverosia le Tangenziali di Torino e l’Autostrada A32 Torino-Bardonecchia. Stando ai dati forniti dai gestori autostradali al Comitato operativo viabilità, è stato registrato un aumento medio del +20% nei transiti dei mezzi pesanti e del +5% nei transiti dei mezzi leggeri; sono mancate, almeno inizialmente, situazioni di criticità o congestionamento del traffico alla frontiera con la Francia.
Il mese di novembre
Differente, come ovvio, è stata la situazione riscontrata dalla Prefettura di Torino a due settimane di distanza dalle deviazioni dei veicoli dal Tunnel del Monte Bianco. Nel mese di novembre si è difatti osservata una crescita del traffico di tir e autobus nel Tunnel del Frejus del +45% circa, senza tuttavia che ciò sia sfociato in rilevanti problematiche di circolazione se non qualche sporadico episodio ancora una volta verificatosi nelle aree di confine.
Le ripercussioni sull’ambiente
Alle sedute del Comitato operativo viabilità sono stati peraltro presenti alcuni responsabili dell’Agenzia Arpa del Piemonte, i quali hanno assicurato il proprio supporto nella rilevazione delle ripercussioni sull’ambiente delle deviazioni autostradali. Secondo gli esperti, nemmeno le variazioni veicolari hanno intaccato in maniera rilevante le emissioni di anidride carbonica nell’aria o la concentrazione di polveri sottili potenzialmente nocive.