La ferrovia storica del Fréjus tra la Maurienne, Susa e Torino vedrà la sua riapertura soltanto nel primo trimestre 2025 e non già nel prossimo dicembre. Un comunicato stampa congiunto di SNCF Réseau, del Dipartimento della Savoia e della prefettura ha dato notizia di ulteriori lavori necessari sul versante sopra la galleria nei pressi di Saint-André in Maurienne, che era stata colpita da una frana il 27 agosto 2023, che interruppe la circolazione e per alcuni giorni bloccò anche il traffico sull’autostrada di collegamento tra Italia e Francia.
Perché si ritarda ancora
Il comunicato parla di “cavità instabili scoperte nella zona centrale del versante” che si sono “rivelate molto più estese del previsto” e che “richiederanno ulteriori lavori di bonifica, ancoraggio e posa di reti”.
La riapertura “potrà avvenire nel primo trimestre del 2025”. La data rimane quindi incerta, e dovrà tenere conto anche delle condizioni di lavoro invernali e soprattutto di eventuali “nuovi gravi imprevisti geologici”, come indica il comunicato.
Il contesto
Il Dipartimento della Savoia aveva valutato in 15mila metri cubi il volume di rocce staccate con la frana del 27 agosto 2023, ma il problema principale aveva sin da subito riguardato la messa in sicurezza della parete.
Si è trattato infatti di far scendere altre parti instabili e poi procedere a lavori di consolidamento, su una pendenza particolarmente accentuata. I primi distacchi con le cariche esplosive sono avvenuti il 5 novembre e i lavori sono proseguiti, anche in periodo invernale, progressivamente estendendo l’attività a tutti i giorni della settimana, con squadre appese alle pareti e un elicottero di supporto.
Il Dipartimento della Savoia ha creato una pagina per seguire l’andamento dei lavori – con alcune foto emblematiche e spettacolari – e un cronoprogramma che appunto indicava la fine dei lavori tra settembre e novembre.
Le discussioni tra Italia e Francia
La mancata rapida riapertura aveva avuto una eco nella prima riunione del Comitato frontaliero previsto dal Trattato italo-francese del Quirinale, che si era tenuto a Torino il 31 ottobre 2023, con la parte italiana che aveva espresso un auspicio e anche una certa idea che si potesse far presto. Ancora il 26 giugno di quest’anno, in modo informale, Paolo Foietta, commissario dell’osservatorio italiano sulla Torino-Lione, aveva incontrato i responsabili politici e tecnici riguardo all’avanzamento dei lavori. Da nessuna delle due parti, e neppure sul piano tecnico è stata però ipotizzato uno spostamento del tratto di linea nella zona di Saint-André su un altro percorso, meno esposto al movimento franoso.
Tentativi di adattare il servizio passeggeri
Nel frattempo, qualche accorgimento per tentare di ripristinare il servizio almeno passeggeri è stato avviato. All’inizio del 2024 il collegamento Parigi-Lione-Torino-Milano è stato ristabilito con il trasbordo in autobus per sopperire alla tratta mancante, tra Saint-Jean-de-Maurienne e Oulx, ma con tempi complessivi ben diversi rispetto al servizio originario.
Dal 6 luglio, per il TGV Inoui, il tratto in bus è stato accorciato, con i treni che si fermano a Modane (anziché a Oulx in val di Susa) e a Saint-Jean-de-Maurienne e un tempo di trasbordo un bus ridotto di un’ora, passando da 57 a 31 chilometri. Infatti, vista l’interruzione del servizio, erano in corso anche lavori, poi sospesi, di manutenzione e consolidamento nel traforo ferroviario storico del Fréjus.
In vista della riapertura della ferrovia del Fréjus, il 20 giugno, il sindaco di Saint-Jean-de-Maurienne, Philippe Rollet aveva concordato con il direttore di Trenitalia France, Marco Caposciutti, la fermata nella sua città del Frecciarossa.
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