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    Home » Articoli » Referendum in Svizzera 30 novembre 2025: no alle due iniziative, molte decisioni nei Cantoni
    Politica

    Referendum in Svizzera 30 novembre 2025: no alle due iniziative, molte decisioni nei Cantoni

    Redazione / RédactionRedazione / Rédaction1 Dicembre 2025
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    Un'immagine del voto popolare / referendum del 30 novembre 2025, sul portale dell'amministrazione federale svizzera
    Un'immagine del voto popolare / referendum del 30 novembre 2025, sul portale dell'amministrazione federale svizzera

    I due referendum federali in Svizzera del 30 novembre 2025 sono stati nettamente respinti dal voto popolare, ma v’è stato anche altro, con varie consultazioni cantonali e comunali su politiche sociali, ambientali e ed economiche.

    L’esito del voto e una sua panoramica dicono molto sul contesto svizzero, sia sotto il profilo democratico, sia per il coinvolgimento della popolazione anche nelle decisioni di spesa e di infrastruttura, che in Francia e in Italia, e nel resto d’Europa, vengono adottate dagli esecutivi locali o o territoriali e dalle loro assemblee.

    In Svizzera, le proposte bocciate a livello federale riguardavano un servizio civico obbligatorio per tutta la popolazione, quindi anche per le donne, e una nuova imposta sulle grandi successioni e donazioni, sopra i 50 milioni di franchi, per finanziare le politiche climatiche.

    Servizio civico e tassa per il clima: due no netti a livello federale

    L’iniziativa per l’introduzione di un servizio civico obbligatorio, che avrebbe coinvolto anche le donne, è stata respinta con l’84% di voti contrari. Ancora più ampia la contrarietà dei cantoni, nessuno dei quali ha sostenuto il testo.

    L’altra proposta, denominata “Iniziativa per il futuro”, presentata dai Giovani socialisti (GISO), è stata respinta dal 78,3% dei votanti e ha ottenuto la maggioranza solo nella città di Berna e nella piccola località di Schelten, nel Giura bernese. La proposta prevedeva un’imposizione sulle eredità superiori a 50 milioni di franchi, con l’obiettivo di finanziare la transizione ecologica e le misure contro la crisi climatica.

    Per entrambe le iniziative, trattandosi di modifiche costituzionali, era necessaria la doppia maggioranza, sia dei voti popolari sia dei cantoni.

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    Le altre votazioni: le cure dentarie a Ginevra, le zone 30kmh a Zurigo e Wintenthur, Lucerna e gli asili nido

    Oltre ai due quesiti federali, la varietà di decisioni adottate a livello comunale e cantonale con numerose votazioni merita una particolare attenzione.

    A Ginevra, la proposta per un sostegno pubblico alle cure dentarie è stata respinta per una differenza di appena 144 voti: ed è possibile un riconteggio dei voti. L’iniziativa, sostenuta dal Partito socialista, proponeva l’introduzione di un buono dentistico annuale per persone a basso reddito, con costi previsti pari a 45,5 milioni di franchi. Era previsto anche un rafforzamento delle misure di prevenzione e la creazione di un incarico di dentista cantonale. Il controprogetto elaborato dal Consiglio di Stato, sostenuto dalla destra, è stato anch’esso respinto dal 55,6% degli elettori. La partecipazione al voto è stata del 39,78%.

    A Lucerna, uno degli ultimi cantoni senza una legislazione strutturata per gli asili nido, la popolazione ha bocciato un’iniziativa socialista che proponeva che il Cantone si assumesse in via esclusiva la competenza e i costi per l’accoglienza extrafamiliare dei bambini. La proposta è stata respinta con il 77,5% dei voti. È stato invece approvato un controprogetto dell’esecutivo che prevede una ripartizione dei costi tra Cantone e Comuni. L’attuazione della nuova normativa costerà circa 44 milioni di franchi, contro i 72 previsti dalla proposta originaria.

    Cantone di Zurigo e nella città di Wintenthur – che hanno in corso politiche di mobilità dolce – i cittadini hanno deciso di limitare la possibilità di introdurre ulteriori zone a velocità ridotta in alcune strade con maggiore circolazione rispetto a quelle strettamente urbane. A Zurigo, con il 56,8% dei voti, è stata infatti revocata la competenza per stabilire il limite di 30 km/h su strade cantonali e intercomunali, salvo eccezioni specifiche e temporanee.

    Sempre nel canton Zurigo, è stato approvato un progetto per raddoppiare da 180 a 360 milioni di franchi il fondo per la costruzione di alloggi, mentre è stata respinta un’iniziativa che chiedeva il diritto di prelazione per i Comuni su terreni e immobili in vendita.

    Il diritto di voto agli stranieri

    Il tema del diritto di voto agli stranieri è stato oggetto di votazione in diversi cantoni, con esiti convergenti verso il mantenimento dello status quo. Nel Vaud, l’iniziativa lanciata da un movimento civico e sostenuta dalla sinistra, che proponeva di estendere il diritto di voto e di eleggibilità ai residenti stranieri, è stata respinta dal 63,6% degli elettori. Anche ad Appenzello Esterno è stata confermata l’esclusione degli stranieri dal diritto di voto cantonale: due varianti di revisione costituzionale in senso opposto sono state entrambe bocciate, con percentuali superiori al 70%.

    Nel Vaud è stato bocciato il riconoscimento automatico del diritto di voto alle persone sotto curatela generale, per ragioni legate a incapacità duratura di discernimento (71% di “no”). A Zugo è passata con il 51,3% una revisione costituzionale che permetterà l’accesso al voto per le persone con ridotte capacità intellettive. Il cantone si allinea così alle norme ONU già recepite da Ginevra, Glarona e Appenzello Esterno. Le vicende del Vaud e di Zugo, così come i quesiti, sono in parte diversi, ma il tema riguarda comunque l’accesso al voto per le persone con disabilità intellettive.

    Su un altro tema legato alle elezioni, è stata approvata con il 63,9%, una modifica costituzionale che consentirà ai cittadini del Vaud residenti all’estero di votare per il Consiglio degli Stati.

    Fiscalità, ospedali, rifiuti, hotel tra Zugo, Poschiavo, Obvaldo, Saint-Moritz, Davos

    Sempre a Zugo, i cittadini hanno approvato con il 68,2% una riduzione dell’imposizione fiscale e con il 66,7% un pacchetto di misure economiche da 150 milioni di franchi per accompagnare l’introduzione dell’imposta minima OCSE. Nel cantone di Obvaldo (circa 38 mila abitanti) è stata approvata, con il 90,1% dei voti, l’integrazione dell’ospedale cantonale di Sarnen nel gruppo di Lucerna. L’ospedale diventerà una società di diritto privato e il 60% delle azioni sarà rilevato nei prossimi tre anni.

    A Poschiavo è stata approvata con oltre l’85% dei voti la revisione della legge sui rifiuti, che introduce nuove modalità tariffarie e include enti pubblici e scuole nel sistema di autofinanziamento. Voto favorevole anche alla concessione per il prelievo di acqua dalla Val Varuna per l’irrigazione agricola: anche questo caso mostra il livello di dettaglio di decisioni sottoposto a voto popolare. A Scuol, nei Grigioni, via libera alla trasformazione dell’area dell’hotel Paradis in un nuovo resort.

    A Sankt Moritz è stato approvato un investimento da 114 milioni di franchi per il progetto “Islas”, che prevede, tra le altre cose, una nuova pista di ghiaccio. A Blenio, in Ticino, invece, i cittadini hanno respinto con circa il 70% dei voti il credito per la costruzione di un nuovo InfoPoint turistico.

    Davos ha detto sì con il 73,5% al risanamento del debito dell’ospedale locale, respingendo invece un progetto per la sistemazione viaria di Davos Dorf. A Sciaffusa, l’84,8% dei votanti ha approvato un finanziamento da 130 milioni di franchi per la ristrutturazione dell’ospedale cantonale, in parte risalente agli anni Cinquanta. In entrambi i casi, la riorganizzazione del sistema sanitario locale è stata dunque percepita come una priorità.

    Anche i voti supplettivi, e i giudici di pace

    Oltre ai due referendum federali e alle numerose decisioni cantonali e comunali, nel cantone di Basilea Campagna si sono tenute elezioni suppletive. Il Partito liberale radicale (PLR) ha mantenuto il proprio seggio nel governo cantonale. Markus Eigenmann ha superato al ballottaggio Sabine Bucher, candidata dei Verdi liberali. Decisivo il ritiro della candidata UDC Caroline Mall, terza al primo turno.

    Per memoria, l’esecutivo cantonale resta stabilmente composto da rappresentanti di PLR, Centro, PS, Verdi e Partito evangelico.

    E c’è stato anche dell’altro, oltre alle votazioni federali, cantonali, locali e alle suppletive: nei Comuni ticinesi di Arbedo-Castione e Lumino, Romana Maretti Bordoli è stata eletta giudice di pace con 929 voti. A Lugano, invece, nessuno dei quattro candidati alla carica di giudice di pace supplente ha raggiunto la maggioranza assoluta: il più votato è stato Roberto Galli con 1.107 voti.

    LEGGI ANCHE: Referendum in Svizzera, 30 novembre 2025 su servizio civico e imposta per il clima

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