Con 1.815 investimenti attuati nel 2023, la Francia si conferma per il quarto anno consecutivo il primo Paese europeo per investimenti esteri diretti secondo Business France. Tale attività, capace di generare o mantenere 59.254 posti di lavoro nei 3 prossimi anni, si riferisce inoltre a 112 progetti creati nei due maggiori ambiti di decarbonizzazione e digitalizzazione. A rendere noti i dati riportati è stato, come ogni anno, il “Bilancio 2023 degli Investimenti Internazionali in Francia”, che plaude soprattutto al consolidamento della attrattività francese nonostante un contesto mondiale instabile.
Gli investimenti in Francia secondo Business France
Gli investimenti attuati in Francia sono cresciuti negli ultimi anni, passando dai 1.297 del 2017 ai 1.725 del 2022 con la sola eccezione dei 1.215 del 2020, calo probabilmente influenzato dalle restrizioni e dalle problematiche pandemiche. Questo ha permesso di dare vita o sostegno a quasi 60 mila posti di lavoro, con un progressivo aumento in corso dal 2017 (33.474) al 2019 (39.542) e con ancora più rilevanza dal 2020 (34.567) al 2022 (58.810).
Un totale di 559 iniziative (31%) si concentra eminentemente nei settori definiti come prioritari dal piano di politica industriale nazionale “France 2030”, ovverosia produzione industriale (+19% di impieghi creati per un totale di 20.778) e ricerca, sviluppo e ingegneria (170 investimenti, il 59% di quelli complessivi nazionali). I comparti maggiormente interessati sono l’industria automobilistica (12% dei progetti, 19% dei mestieri), l’industria dei macchinari e della meccanica (10% dei progetti e 9% dei mestieri) e l’industria agroalimentare (10% dei progetti, 7% dei mestieri), trittico che ricopre da solo il 48% delle attività di investimento complessive.
La reindustralizzazione
Come detto larga parte degli investimenti che la Francia ha portato a termine e che Business France ha monitorato nel 2023 è orientata o quantomeno contribuisce all’ambizioso programma di reindustrializzazione del Paese.
Non a caso il 49% dei progetti in generale e il 73% dei progetti a sfondo industriale si trova localizzato all’interno di comuni con meno di 20 mila abitanti. Queste iniziative contemplano la creazione di nuove aziende (854, 17.288 posti di lavoro), l’estensione di realtà già esistenti (823, 40.575 posti di lavoro) e l’acquisizione di siti in condizioni di difficoltà (26, 1.391 posti di lavoro); altre 98 proposte concernono pratiche di ammodernamento industriale per il tramite di 14 nuove partnership tecnologiche.
In aggiunta, 205 tra tali investimenti (11,3%) si pongono come loro obiettivo la decarbonizzazione dell’economia attraverso le tecnologie chiave per la transizione ecologica; questo potrebbe contribuire ulteriormente alla rilocalizzazione di industrie attive tra nucleare, idrogeno, batterie, eolico e pompe a calore che mirano a ridurre la l’impronta carbonica dovuta alle importazioni dall’estero.
Il ruolo dell’Italia
Gli investimenti realizzati in Francia nel 2023 provengono, secondo Business France, da imprese dislocate su 56 diversi Paesi, tra i quali il 65% di provenienza europea. In questo schema l’Italia si colloca al quinto posto con 126 progetti (7,0%) e 2.611 nuovi impieghi (4,0%); la precedono sul podio gli Stati Uniti con 305 progetti (17,0%) e 17.000 impieghi (29,0%), la Germania con 272 progetti (15,0%) e 6.815 impieghi (11,0%), il Regno Unito con 173 progetti (10,0%) e 4435 impieghi (7,0%) e il Belgio con 126 progetti (7,0%) e 3.585 impieghi (6,0%).