Grazie alla promessa non mantenuta da parte del governo di Napoleone III che oggi possiamo ammirare i Forti dell’Esseillon e riavvolgere il film della loro storia che dura da quasi due secoli.
I Forti dell’Esseillon sono un gruppo di cinque forti costruiti nel XIX secolo nei pressi di Aussois e Avrieux, due villaggi nell’alta valle della Maurienne, tra il tunnel del Fréjus e la base del colle del Moncenisio. La loro altitudine varia da 1.250 a 1.500 metri. Sono stati teatro di tutte le trasformazioni del confine dalle loro origini fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Oggi sono ottime testimonianze di quell’epoca, oltre che pregevoli spazi di divertimento.
I forti dell’Esseillon, una protezione contro la Francia
Oggi l’Alta Maurienne fa parte della Francia, ma all’epoca della costruzione dei forti apparteneva al Regno di Sardegna. Nel 1815, le campagne di Napoleone in Europa si conclusero con la sconfitta francese a Waterloo e con il Trattato di Vienna.
Il trattato obbligò la Francia a restituire il Ducato di Savoia al Regno di Sardegna e a risarcire a titolo di riparazione le distruzioni causate dalle guerre condotte sul suo territorio.
Poiché la strada per il colle del Moncenisio era in buono stato mentre le fortificazioni nei pressi di Susa erano state distrutte, il re di Sardegna, Vittorio Emanuele I, decise di proteggere l’accesso al versante piemontese con una struttura sul versante savoiardo. Fu così che ai piedi della strada per il colle del Moncenisio, in una chiusa nei pressi di Aussois, venne costruito un forte per bloccare l’accesso nel caso in cui i francesi avessero voluto nuovamente invadere la Savoia e poi attraversare le Alpi.
Era quindi necessario fare delle scelte architettoniche per un un nuovo sistema di difesa non utilizzato dai francesi. A metà del secolo precedente, il marchese di Montalembert, priprio un francese, aveva proposto idee innovative che erano state respinte dal Regno di Francia, troppo legato ai principi di Vauban.
Tuttavia, i suoi principi furono apprezzati e adottati dall’Impero austriaco, che all’inizio del XIX secolo era alleato del Piemonte. Un capitano dell’esercito piemontese, Olivero, si ispirò a questo approccio quando elaborò il progetto della futura chiusa difensiva.
La Casa Reale di Piemonte-Sardegna sorveglia la valle della Maurienne
È così che, tra il 1819 e il 1834, i cinque Forti dell’Esseillon furono costruiti con i fondi francesi di riparazione dei danni di guerra, seguendo un modello di un architetto francese, per difendere il Piemonte dalle… invasioni francesi! L’idea alla base della costruzione era quella di realizzare un forte con diverse unità distribuite su diversi livelli, che avrebbe dominato la valle della Maurienne dall’alto e annientato l’esercito nemico con il fuoco incrociato dalle sue finestre rivolte a sud-ovest. La parola “Esseillon“, che deriva dal piemontese e significa “scala“, descrive bene questo principio architettonico.
Già che c’eravamo, dovevano far capire chi comandava nella valle della Maurienne, e così i cinque forti sono stati intitolati ai membri della famiglia reale: Vittorio Emanuele, il re, Maria Teresa, la regina e altri membri della famiglia, Carlo Alberto, Carlo Felice e Maria Cristina. I forti di Vittorio Emanuele e la ridotta di Maria Teresa furono poi collegati da un ponte che attraversava le gole dell’Arco: il Ponte del Diavolo.
Che cos’era questa promessa non mantenuta sui Forti dell’Esseillon?
Nel 1860, la Francia annette la Savoia in cambio del sostengo al Regno di Sardegna per l’unificazione italiana. Il trattato di Torino prevedeva che l’amministrazione di Napoleone III distruggesse i forti dell’Esseillon, che si ritrovavano ora in territorio francese. I francesi accettarono l’accordo. Ma la promessa francese fu mantenuta solo in parte, poiché solo il Forte Carlo Felice fu distrutto.
Infatti, perché non conservare la fortificazione per proteggersi a propria volta dai vicini piemontesi, che presto sarebbero diventati regno d’Italia? È quindi grazie a una promessa non mantenuta sui Forti dell’Esseillon che oggi possiamo ammirare una roccaforte tipo “Montalembert” costruita nella Francia fortificata di Vauban.
Un tunnel che cambia la ragion d’essere dei Forti dell’Esseillon!
Qualche anno prima del 1860, si decise di scavare il traforo ferroviario del Fréjus per semplificare le comunicazioni su entrambi i versanti delle Alpi all’interno dello stesso Regno di Sardegna. Nonostante la cessione della Savoia alla Francia e la creazione del Regno d’Italia, i lavori proseguirono, con il completamento del traforo nel 1871. Sboccava a Modane, molto più in basso nella valle rispetto ai forti dell’Esseillon, che quindi non erano più necessari per sbarrare la strada a un’eventuale invasione italiana attraverso il traforo ferroviario… Il destino dei forti dell’Esseillon era segnato.
Da quel momento in poi sarebbe stato il Forte del Telegrafo , che dominava la valle della Maurienne sotto Modane, a proteggere da eventuali invasioni italiane dalla alta Maurienne o dal monte Thabor. Quanto ai Forti dell’Esseillon, non sarebbero più serviti come sistema difensivo, ma solo come sede di guarnigione.
Nel corso del secolo successivo, vi soggiornarono reggimenti francesi, italiani e persino tedeschi, a seconda delle diverse configurazioni delle occupazioni e delle liberazioni.
Cosa si può visitare oggi ai Forti dell’Esseillon?
Gli appassionati di architettura militare, fortezze e castelli verranno qui per visitare i vari elementi dei Forti dell’Esseillon. Il corpo principale, il Forte Vittorio Emanuele, sul margine di una parete vertiginosa, è composto da otto edifici a due piani e può essere visitato liberamente o accompagnati dalle guide.
Di fronte, si può attraversare il Ponte del Diavolo per raggiungere la ridotta di Maria Teresa. Vi si può scoprire un edificio dalla sorprendente forma a ferro di cavallo e visitare il centro di interpretazione del patrimonio fortificato. Più in alto, sull’altopiano dell’Aussois, il Forte Maria Cristina, oggi diventato albergo e raffinato ristorante, ospita un plastico del sistema di fortificazione e un museo naturalistico sulla Vanoise.
È possibile passeggiare liberamente all’interno del forte. Del forte Carlo Alberto, che domina anch’esso il sistema difensivo, si vedranno le mura, poiché è visitabile solo dall’esterno. Infine, il forte Carlo Felice, parzialmente distrutto per mantenere la famosa promessa sui Forti dell’Esseillon, e nonostante il suo aspetto romantico di castello in rovina, non può essere visitato proprio perché di pericoloso accesso.
Per una interpretazione romantica dei luoghi, ammirate il dipinto di William Turner “The Fort of l’Esseillon, Val de Maurienne” al Metropolitan Museum of Art di New York, realizzato durante il suo tour delle Alpi nel 1835-1836.
Ancora il Diavolo, un vero personaggio dell’Alta Maurienne
Nel 1858 fu costruito un ponte per attraversare la gola e collegare i due forti che si trovavano a dirimpetto. Il ponte odierno non è quello originale, il che è forse un peccato, perché ad esso è legata una bella leggenda, associata al Diavolo di Bessans.
Un costruttore di ponti ebbe l’incarico di realizzare una struttura per attraversare l’arco in modo che un intero reggimento potesse entrare nel forte. I tempi erano stretti e, alla vigilia della data prevista, il lavoro non era ancora terminato. Il costruttore era disperato quando un uomo gli apparve davanti per suggellare un patto.
Era il Diavolo, che si offrì di terminare i lavori durante la notte in cambio dell’anima della prima creatura vivente che avesse attraversato il ponte. Il costruttore non aveva altra scelta che accettare o rischiare la prigione. Il giorno dopo, il costruttore, sollevato dal fatto che il ponte fosse stato completato, e si sentì sorpreso nel vedere il reggimento avanzare. In cima, con un tamburo, c’era un bambino. Sarebbe stato lui a essere sacrificato.
Preso dal rimorso, il costruttore cercò una soluzione e avvertì la moglie, che vide una capra che si aggirava vicino al reggimento e le diede un colpo, facendola correre davanti al corteo. Non contenta di passare per prima, decise di andare a prendere il diavolo cornate, mentre questi aspettava la sua anima all’altra estremità del ponte. E così si vide scomparire una figura del diavolo con quattro corna, le sue e quelle della capra.
Oggi il diavolo, scolpito nel legno, è visibile nei pressi di Bessans, ma questa è un’altra storia, per la quale vi consiglio la lettura in un altro articolo su Nos Alpes.
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I Forti dell’Esseillon: giochi, enigmi e sport estremi
La parola “diabolico” si addice alle vie ferrate dei Forti dell’Esseillon? Solo gli appassionati di sport possono dirlo, in particolare coloro che ì approfitteranno della via ferrata del Diavolo, costruita intorno alla fortezza Vittorio Emanuele e alle falesie su cui poggia.
Ce n’è per tutti i livelli e le guide sono a disposizione per accompagnarvi in un corso per principianti o per esperti. I bambini e le famiglie, oppure i curiosi e tutti coloro che amano divertirsi con la storia, possono partecipare a cacce al tesoro o escape games.
Al Forte Vittorio Emanuele, la Passeggiata sabauda può essere apprezzata attraverso una caccia al tesoro: con il proprio vademecum, si possono trovare gli indizi necessari per risolvere gli enigmi e liberare un colonnello dell’esercito francese tenuto prigioniero nel forte. Altre cacce al tesoro e escape games sono in programma alla ridotta Maria Teresa, fino ai suoi cunicoli sotterranei, oltre a un parco avventura e a zip-line attraverso le gole dell’Arco.
Come si arriva ai Forti dell’Esseillon?
La strada per i Forti dell’Esseillon passa attraverso Aussois, un villaggio di montagna posto su un altopiano soleggiato, buon punto di riferimento per visitare il sito storico.
Ci sono molte possibilità di sistemazione e i piccoli ristoranti permettono di gustare la cucina locale savoiarda. Il parcheggio dei Forti dell’Esseillon è raggiungibile anche su strada da Avrieux, un grazioso paesino sulle rive dell’Arc, a meno di dieci chilometri da Modane, nodo stradale e ferroviario della regione. Dalla Francia, Modane si raggiunge risalendo la valle della Maurienne.
Dall’Italia, l’accesso ai Forti dell’Esseillon avviene attraverso il traforo del Fréjus, tutto l’anno, e attraverso il colle del Moncenisio in estate, quando è aperto al traffico. I Forti dell’Esseillon sono aperti tutto l’anno e accolgono gli ospiti tutti i giorni della settimana. L’accesso su strada dipende dalle condizioni di innevamento, ma da Aussois e da Avrieux è possibile giungervi in escursione con le racchette (le ciaspole), anche quando il sito è ammantato di neve.
Lontani dallo spirito bellicoso di un tempo, oggi accanto a una frontiera pacifica e amichevole, i Forti dell’Esseillon sono diventati un sito di avventure e un parco giochi, segno che i tempi sono fortunatamente cambiati in meglio. Inoltre, siamo piuttosto felici del fatto che la promessa sui Forti dell’Esseillon non sia stata mantenuta.
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