Un innovativo processo di riciclaggio dell’acciaio di scarto attraverso l’utilizzo della radiazione solare: è questa la finalità ultima con la quale è stato avviato il progetto Interreg Francia-Svizzera 2021/2027 “RASOL”. Nell’arco di circa due anni di tempo, dal gennaio del 2024 al dicembre del 2025, esso dovrebbe portare alla costruzione all produzione di acciaio a partire da scarti di aziende e industrie tra il cantone di Neuchâtel e la Franche-Comté.
Informazioni di base
“RASOL” si inserisce nella linea di intervento “Ricerca e innovazione, applicazioni digitali” del programma Interreg Francia-Svizzera 2021/2027. Esso è attivato sotto la supervisione di due capofila, l’azienda specializzata in meccanica e macchinari Socrate Industrie per la Francia e la ditta orientata al riciclaggio di scarti di orologeria e medicina Panatere per la Svizzera. Vi collaborano nel ruolo di partner anche l’Université de Franche-Comté di Besançon e la Haute École ARC di Neuchâtel.
Il totale di investimento progettuale ammonta a 1.937.756 euro (1.930.586 franchi svizzeri), di cui 1.465.913 euro (1.460.489 franchi svizzeri) per la Svizzera e 471.843 euro (470.097 franchi svizzeri) per la Francia. Sull’ammontare complessivo, poi, 377.474 per solo lato francese derivano dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), mentre il restante budget per lato svizzero deriva per metà da fondi federali (547.683 franchi svizzeri) e per metà da fondi cantonali (547.683 franchi svizzeri).
Dagli scarti industriali alla produzione di acciaio green
In seno al progetto “RASOL” sarà sviluppato un reattore a fusione in atmosfera controllata che, una volta collocato all’interno di un forno solare, sarà capace di produrre acciaio “1.441” a partire dai rifiuti riciclati dalle aziende utilizzando la sola energia solare.
Oltre a ottimizzare i parametri del processo di riuso andando così a soddisfare i requisiti del settore delle microtecnologie, sarà al contempo possibile ridurre l’impronta di carbonio di almeno 165 volte rispetto alle soluzioni attuali che non si servono della radiazione solare.
Su di una scala più ampia, poi, l’iniziativa punta a dare vita a una catena di ridestinazione dell’acciaio che rispetti le nuove normative ambientali vigenti e, non richiedendo l’aggiunta di ulteriori materie prime nella lavorazione, permetta di appianare le crescenti difficoltà di approvvigionamento delle stesse.
A sua volta questa dovrebbe poter registrare un conseguente e parallelo impatto sull’ecosistema regionale, migliorando la competitività delle piccole e medie imprese del territorio dedite a settori quali l’orologeria, l’odontotecnica, il medicale e l’aerospaziale.
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