Da bambino orfano in condizione di povertà assoluta ad alpinista dalla fama riconosciuta a livello mondiale: nella sua autobiografia “Il mondo dall’alto” (“Le monde d’en haut”) Raymond Renaud racconta una vita di stenti e successi, di rivendicazione identitaria e ascesa alla celebrità. Il volume, scritto in collaborazione con la giornalista e autrice Marie-Stéphane Guy, è edito da Les éditions du Mont-Blanc nella collezione “Récits”.
L’”epopea” dello scalatore, così come viene definita dall’editrice Catherine Destivelle, esordisce con le drammaticamente sincere parole che lo definiscono “un bambino povero senza genitori, l’emarginato del villaggio cui viene dato un piatto di minestra per carità ma cui non viene mai dato un posto a tavola”. Eppure, sottolinea l’autore, “non mi sento ferito o offeso, è così e basta perché è così che mi sono costruito”.
Ma tutto è pronto a cambiare tra le pagine di “Le monde d’en haut”.
Trasportato da un destino straordinario, Renaud inizia a cimentarsi in una serie di imprese a mano a mano sempre più straordinarie. Dalle Alte Alpi della sua gioventù egli arriva a firmare con il suo indiscusso talento di alpinista alcune delle cime più suggestive e alte del globo, da La Meije (Isère) all’Ama Dablam (Himalaya).
Divenuto poi guida di alta montagna nonché insegnante presso l’École Nationale de Ski et d’Alpinisme di Chamonix, l’esperto himalayista ed esteta della scalata è riuscito nella sua più celebre avvenuta, rendere la propria vita una passione e una emozione continue.
“Le monde d’en haut” di Raymond Renaud, corredato da una profonda dedica a cura dell’alpinista Georges Payot, si compone di un totale di 180 pagine di narrazione sul filo del rasoio. Premiato con il “Grand prix” del Salone internationale del libro di montagna di Passy, esso è acquistabile sul sito web dell’editore al prezzo di 18 euro.