L’isola di Saint-Pierre sul lago di Bienne, nel cantone di svizzero di Berna, appena dopo la linea linguistica franco-tedesca, è davvero un incanto. È apprezzata da chi abita nei dintorni per la passeggiata, l’ambiente calmo, la natura. Ha una storia antica, una passata presenza monastica, e qualche settimana di Jean-Jacques Rousseau, che vi dedicò la quinta passeggiata delle Les Rêveries du promeneur solitaire.

Intanto bisogna arrivarci

Per arrivare all’isola il modo più semplice è lasciare l’auto a Erlach, che si affaccia sul lago. È possibile anche prendere il battello che percorre tutto il lago di Bienne, da Le Landeron, Erlach, Laneuveville e Ligerz, fermandosi appunto all’isola di San Pietro. Ci si arriva anche con le biciclette che si possono prendere a nolo, con un QRCode e un’app. Nei due casi, date un’occhiata ai prezzi prima di partire.

Fermandosi invece a Erlach, si possono percorrere a piedi i circa 4 chilometri che li separano dall’isola. Infatti, è oggi collegata alla terraferma con un istmo, e propriamente si dovrebbe parlare di una penisola.

Il lago di Bienne, come quello di Neuchâtel e di Morat, ha fatto parte di una vasta opera di sistemazione idraulica, nota come Correzione delle acque del Giura, che ha prodotto l’abbassamento del livello delle acque di 2,7 metri. L’opera ha consentito di prevenire piene e inondazioni ed è stata realizzata in gran parte nella seconda parte dell’Ottocento, in particolare facendo confluire il fiume Aar nel lago di Bienne, a sua volta collegato con quelli di Neuchâtel e di Morat, come vasi comunicanti.

La passeggiata è facile, probabilmente da evitare con il caldo eccessivo in estate. Le visite primaverili e autunnali sono frequentate anche da chi abita nei dintorni, in coppia o in famiglia.

Il monastero ora è un albergo

Il patrimonio dell’isola è notevole: vi sono tracce visibili delle età del bronzo e del ferro, celtiche, poi romane. Una chiesa cristiana fu costruita tra il nono e il decimo secolo, per vedere, intorno al 1127, l’arrivo dei monaci di Cluny, che ampliarono e costruirono nuove strutture, fino al 1484, quando il priorato fu soppresso. L’edificio passò prima alla collegiale Saint-Vincent de Berne, poi, con la riforma del 1530, all’Hôpital des Bourgeois della città di Berna,

L’ambiente dell’isola è calmo e sereno, fa parte delle identità dei luoghi, come si percepisce in un reportage del 1968, accessibile negli archivi della RTS, che vi consigliamo di guardare. L’attuale hotel-chiostro dell’isola di Saint-Pierre , che fa parte degli Alberghi storici svizzeri, è nella stessa struttura, ben conservata.

La passeggiata di Rousseau sull’isola di Saint-Pierre

Jean-Jeacques Rousseau occupò due stanze, nell’autunno del 1765, dopo la sua condanna in Francia e a Ginevra con due libri messi all’indice, il Contratto sociale e l’Émile (1762). Dalle finestre si scorge lo stesso paesaggio che si poteva vedere all’epoca. Rousseau era allora famoso in tutta Europa: accolse diverse visite e dedicò all’isola la quinta passeggiata, attenta, come la Settima, ai temi dell’ambiente naturale.

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Je compte ces deux mois pour le tems le plus heureux de ma vie et tellement heureux qu’il m’eût suffi durant toute mon existence sans laisser naître un seul instant dans mon âme le desir d’un autre état.

Les Rêveries du promeneur solitaire/Cinquième Promenade

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L’edificio del monastero va osservato anche dall’esterno, ritrovando anche le sue due finestre, notando gli interventi successivi di sistemazione. Sempre dal monastero-albergo verso il piccolo approdo si potrà trovare un busto di Rousseau mentre, con una piccola salita, si può arrivare al piccolo pavillon, lungo la sua passeggiata.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, dal Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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