Ai piedi del Monte Bianco la cucina casalinga e il mangiare bene sono due concetti seri, come ben dimostrato dalle ricette da leccarsi i baffi da un capo all’altro del confine, tra cui anche la Tartiflette. Questo piatto considerato tipico dell’Alta Savoia, difatti, viene tradizionalmente preparato nelle varianti andate a crearsi con il tempo anche in Valle d’Aosta e nelle vicine regioni di Savoia e Piemonte.

Tale nome deriva dal dialetto savoiardo “tartifla” nel significato di “patata”, termine presente anche nel patois valdostano in alternanza a “trifolla”, da cui la variante etimologica “Trifolette”. Gli ingredienti di base restano però in sostanza i medesimi, ovverosia patate bollite condite con cipolle, formaggio Reblochon e pancetta nonché ripassate in forno per un sapore indimenticabile.

Consumata logicamente lungo l’inverno, tale pietanza nasce nei primi Anni Ottanta come forma di promozione del Reblochon, formaggio a Denominazione di Origine Controllata (DOC, in francese Appellation d’Origine Contrôlée). Essa trae tuttavia le sue origini dalla vasta e varia serie di sformati comunemente popolari nei villaggi di montagna delle Alpi italo-francesi, tra i quali spicca il savoiardo “Péla”.

Gli ingredienti

Nelle prime righe di questo articolo della nostra rubrica “Nos Alpes Cuisine” abbiamo già richiamato quali sono gli ingredienti principali che compongono la Tartiflette ma all’interno di questo paragrafo provvediamo a rammentarlo. Si tratta come ovvio delle patate (1,2 chilogrammi), delle cipolle (150 grammi), del formaggio Reblochon (300 grammi) e della pancetta affumicata (150 grammi). A questi si sommano ancora il burro (50 grammi) e il vino bianco secco (50 millilitri) per cuocere nonché il sale e il pepe a piacere per insaporire.

Pur restando ancorata alle proprie radici di ricetta golosamente tradizionale, negli anni la pietanza è stata rivisitata a più riprese sostituendo per esempio il salume con il lardo; talvolta possono peraltro essere ritrovate varianti non autentiche che preferiscono formaggi alternativi quali l’italiano Taleggio o il francese Brie.

La preparazione della Tartiflette

Per preparare la Tartiflette iniziare sbucciando e tagliando a fette le patate, le quali vanno poi fatte cuocere in acqua bollente salata per circa una decina di minuti sino a raggiungere una consistenza morbida ma non sbriciolata. Nel mentre occuparsi della cipolla mondandola e affettandola a rondelle fini, salvo poi scaldarla a fuoco basso in una padella nella quale precedentemente è stato fatto sciogliere il burro; sfumata ancora con il vino bianco, essa va lasciata ammorbidire a dovere nel liquido così generato sino alla sua completa cottura.

Ora riprendere le patate, trasferirle all’interno di una teglia e unirle dapprima alla cipolla stufata e in seguito alla pancetta affumicata antecedentemente tagliata a dadini o listelle. Aggiungere pepe a piacere e lasciare a riposo affinché tutti i sapori abbiano il tempo sufficiente per amalgamarsi gli uni con gli altri, poi tagliare a fette il Reblochon e adagiarvelo sopra. Se lo si desidera è anche possibile conservare qualche trancio di pancetta o di formaggio da disporre su tutta la lunghezza della pirofila creando così una presentazione più scenografica.

La Tartiflette va cotta in forno forno statico preriscaldato a 250 gradi per circa 15 minuti sino a che la sua superficie non sia ben dorata e all’apparenza croccante, dopodiché essa può essere gustata calda, filante e assolutamente comfort.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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