Lo scorso 16 ottobre, COGEFA, l’impresa piemontese di costruzioni e lavori pubblici impegnata al tunnel di Tenda e in alcuni complementari della Torino-Lione, è stata oggetto di una “interdittiva antimafia” ed è stata esclusa dalla white list che consente l’accesso ai contratti pubblici e la partecipazione alle relative gare d’appalto.
Il tunnel di Tenda e il collegamento ferroviario Lione-Torino
In Italia, tutte le imprese di costruzioni che intendono stipulare contratti con la pubblica amministrazione devono iscriversi a una white list, gestita da ciascuna prefettura territoriale. Lo scopo della lista è di velocizzare e rendere più efficaci i controlli antimafia. Quando emergono fatti relativi a un’indagine o di un procedimento giudiziario, la prefettura può escludere dalla lista l’impresa interessata.
La white list ha una funzione preventiva nella tutela degli appalti pubblici, prima che venga prodotta una sentenza nell’ambito di un procedimento giudiziario.
COGEFA è coinvolta in due grandi attività nei collegamenti italo-francesi. Fa parte del consorzio EDILMACO, che sta realizzando i lavori del tunnel di Tenda. È inoltre coinvolta in un progetto complementare per il collegamento Torino-Lione. In questo secondo caso l’oggetto dei lavori riguarda la gestione e il riutilizzo dei rifiuti e dei materiali di scavo del nuovo tunnel.
In linea di principio, con questa esclusione, COGEFA avrebbe dovuto cessare la sua attività.
I lavori continuano
Non appena adottata la decisione della Prefettura, COGEFA ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), competente per gli atti amministrativi come quello adottato dalla Prefettura. Il 21 ottobre, il TAR ha deciso di sospendere l’applicazione della decisione della Prefettura, in attesa di un esame più approfondito che dovrebbe svolgersi nelle prossime settimane.
La notizia dell’esclusione di COGEFA dalla white list ha prodotto reazioni a livello politico. Il 17 ottobre, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, insieme al suo assessore ai trasporti, Marco Gabusi, aveva chiesto all’ANAS, e in particolare al commissario Nicola Prisco, la possibilità di nominare un commissario a capo del COGEFA o di Edilmaco, per garantire la continuità dei lavori al tunnel di Tenda, malgrado l’interdittiva antimafia.
Non si hanno invece notizie sulla continuità dei lavori del COGEFA sul cantiere complementare Torino-Lione per il riutilizzo dei materiali di risulta e di scavo.
Di cosa stiamo parlando
L’esclusione di COGEFA dalla white list fa seguito a un’inchiesta che nell’aprile scorso ha visto l’arresto o i domiciliari per diverse persone, tra cui alcuni membri della famiglia Pasqua. Tra loro c’era Giuseppe Pasqua, oggi 80enne, considerato il capo della “locale” della ‘ndrangheta di Brandizzo, un Comune non lontano da Torino.
I fatti riguardano scambi che gli inquirenti hanno ricostruito tra COGEFA e i membri dell’organizzazione calabrese radicata in Piemonte e in Val di Susa almeno a partire dalla fine degli anni Ottanta, all’epoca della nascita della società. I contatti sarebbero avvenuti con il primo capo e proprietario dell’azienda, Teresio Fantini, morto 18 anni fa. Il punto è che almeno una conversazione è avvenuta in epoca più recente con responsabili dell’azienda.
Le prospettive
In realtà, nonostante la gravità della situazione, da parte italiana non ci sono troppe preoccupazioni sul proseguimento dei lavori almeno del tunnel di Tenda. In linea di principio, potrebbe essere nominato un commissario per la prosecuzione dei lavori, e non è escluso che la decisione della Prefettura di Torino possa essere annullata o modificata nella sua portata da parte del Tribunale amministrativo.
La sensazione è che, prima della decisione finale del TAR, si stia valutando una soluzione che eviti ricadute negative sulla prosecuzione dei lavori per i collegamenti italo-francesi.
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