Émilie Carles et la soupe aux herbes sauvages sono i temi centrali della mostra in programma dal 3 aprile al 31 maggio 2025 al centro d’arte contemporanea Les Capucins a Embrun, nelle Hautes Alpes. La figura dell’educatrice e scrittrice francese è presentata attraverso opere, oggetti e documenti ispirati alla sua autobiografia e al suo legame con la Valle della Clarée.
Un racconto alpino tra memoria, comunità e resistenza
La mostra Une soupe aux herbes sauvages, trae il titolo dal libro autobiografico di Émilie Carles, pubblicato nel 1978 e tradotto in oltre dieci lingue, in Italia da Rusconi nel 1980 con il titolo Una zuppa alle erbe selvatiche. Il libro è stato anche all’origine di un telefilm diffuso nel 2001 su TF1.
L’esposizione è curata da Mathilde Belouali, Szymon Kula, Gregoria Lagourgue e Carole Savoy, con la scenografia di Kula, ed è aperta dal mercoledì al sabato. Le opere – firmate, tra gli altri, da Camille Bernard, Charlie Boisson, Clara Denidet, Vivian Maier, Xolo Cuintle e Natsuko Uchino – traducono visivamente, poeticamente e documentalmente il racconto di una vita vissuta a contatto con la montagna e la sua comunità, in un’epoca di cambiamenti sociali e ambientali.
Émilie Carles e la valle come spazio politico
Nata nel 1900 e scomparsa nel 1979, Émilie Carles fu insegnante, militante pacifista e testimone della trasformazione del mondo rurale alpino.
Une soupe aux herbes sauvages racconta con cura e intensità la vita in un territorio segnato dalla fine dell’agropastoralismo e dall’arrivo del turismo. Alla fine degli anni Settanta, Carles si oppose alla costruzione di un’autostrada che avrebbe attraversato la valle della Clarée, che ora è diventata uan zona natura 2000. Fu un personaggio noto e di rilievo politico: di grande rilievo fu la manifestazione da lei guidata a Briançon nell’agosto del 1974, con molti partecipanti e numerosi trattori.
L’esposizione ne rievoca l’eredità con un’attenzione particolare al sapere locale e quotidiano – e alle forme di convivenza e solidarietà che la animavano. Ne emergono, attraverso la sua figura, un ritratto del territorio e della comunità alpina in cui viveva.
Eventi tra arte, cucina e lettura in arpentage
Durante i due mesi della mostra, Les Capucins propone anche una serie di eventi. Il 4 aprile Clara Denidet attiva la sua opera Parler bobine con un laboratorio collettivo di riparazione. L’8 aprile si tiene un atelier per bambini, mentre il 15 aprile è in programma un “apéro doc” dedicato alla fotografa Vivian Maier.
Il 16 aprile e il 10 maggio saranno attivate opere di Charlie Boisson e Natsuko Uchino, tra cui una degustazione di vera zuppa alle erbe selvatiche, come quella descritta nel libro.
Il 20 maggio chiude il ciclo La liseuse, una lettura collettiva ispirata alla tecnica dell’arpentage, diffusa nell’educazione popolare, in cui ognuno legge una breve parte del testo.
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