Dal 29 maggio il francoprovenzale nella forma del patois della Valle d’Aosta è anche su Instagram, con il profilo @patoisvda. In più, è anche uscito, in cartaceo, un manuale di conversazione, sul modello di quelli che si utilizzano per i viaggi e si tengono in tasca, Patoué eun secotse.
Le due iniziative, realizzate dal Bureau régional d’ethnologie et de linguistique (BREL) della Regione autonoma Valle d’Aosta – con un finanziamento statale per le lingue minoritarie – uniscono la dimensione digitale e facilità d’uso quotidiano a un approccio di conoscenza e divulgazione allegra e accessibile, mostrando al vitalità della lingua anche nelle forme contemporanee.
Un progetto trilingue per una cultura che vive
La presentazione è avvenuta il 29 maggio nella sala conferenze del Museo Archeologico Regionale di Aosta, con una conferenza stampa sugli obiettivi e strumenti del progetto.
Il profilo Instagram @patoisvda, già attivo con una programmazione settimanale, propone contenuti in francoprovenzale, anche con supporti in italiano, francese e inglese.
Su Instagram vi sono ora rubriche come Leçons de patois, Dichonero oublià (il vocabolario dimenticato) Rézò Patoué (la rete del francoprovenziale) e Mémoires vivantes, con l’obiettivo di trasmettere e partecipare alla vita del lessico, della cultura e della memoria della Valle d’Aosta, e alle loro evoluzioni anche attuali.
Patoué eun secotse, un manuale per l’uso di tutti i giorni


Come se non fosse bastato il profilo Instagram, che vi consigliamo di guardare anche per la qualità della comunicazione e il tono allegro, oltre che per la forza dei contenuti, appare in questi giorni anche Patoué eun secotse.
Costruito come i manuali di lingua per viaggiare, ha un approccio pratico, con undici capitoli tematici dedicati alla vita quotidiana, dal tempo libero ai trasporti, dalla visita medica al corteggiamento.
Il volume traduce in un formato agile e cartaceo il lavoro realizzato negli ultimi dieci anni sul sito web Patois VDA, sul piano lessicale, sonoro e di contesto. Si concentra sulla variante di Aymavilles e integra QR code con tracce audio per la pronuncia. Ogni capitolo include glossari trilingui (patois, italiano e francese), dialoghi, espressioni idiomatiche e note culturali, con un’attenzione particolare per l’evoluzione della lingua e i neologismi che sono entrati in circolazione (per esempio nei computer, il mouse è “lo rat”).

Il progetto è sostenuto finanziariamente dalla legge 482/1999, che tutela le lingue minoritarie storiche in Italia. Secondo l’Assessore regionale alla cultura, jean-Pierre guichardaz, l’iniziativa vuole “rafforzare un legame vivo tra lingua, territorio e comunità”, offrendo strumenti capaci di dialogare con le nuove generazioni. Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha sottolineato l’importanza del progetto anche nel riavvicinare al patois chi lo parla anche solo parzialmente.
Bisogna andare su Instagram, e “seguire”
Gestito da Raffaella Lucianaz per conto del Guichet linguistique du francoprovençal (Lo Gnalèi) il profilo Instagram adotta un linguaggio visivo coerente e inclusivo, alternando testi, brevi video, contenuti audio e illustrazioni. Le pubblicazioni toccano la toponomastica, la flora locale, la storia e i simboli della Valle d’Aosta. Il formato agile e trilingue mira a rendere il francoprovenzale comprensibile e coinvolgente per un pubblico eterogeneo.
Tra gli esempi di contenuti già pubblicati si trovano una lezione sul lessico dei saluti e un quiz interattivo su parole da recuperare, che dimostrano la varietà degli approcci didattici e narrativi del progetto, oltre a “frasi d’autore”, con il sonoro, come qui sotto.
LEGGI ANCHE: Il 29 maggio si ricordano gli Escartons e la Grande Charte in Val di Susa