Un commento dell’autore a conclusione del suo racconto in cinque parti su Joseph-Samuel Farinet, con una riflessione sulla sua eredità.
Provate a digitare sulle vostre tastiere il nome Joseph-Samuel Farinet. La voce che compare è una e inequivocabile: delinquente. La storia che avete letto nei racconti è, in parte, la storia di un delinquente, la storia di un uomo ricordato come un eroe, la storia di Joseph-Samuel Farinet.
Molti fatti sulla sua vita restano sconosciuti, altri nascono dalla fantasia e tutti sono diventati leggenda. Su di lui Charles Ramuz ha scritto un romanzo, dal quale è stato tratto un film nel 1938: L’or dans la montagne. Nel comune di Saillon, in Vallese, c’è una statua a lui dedicata e una falsa tomba, all’interno non ci sono i suoi resti ma è stata posta simbolicamente proprio dopo l’uscita del film.
Nelle gole della Salentze, dove il protagonista del nostro racconto finisce la sua corsa, c’è una passerella lunga 92 metri, sospesa a 136 metri proprio sopra le gole dove Joseph morì. La passerella porta il suo nome e sopra di questa possiamo ammirare una colomba della pace adagiata sulla montagna. Nel Musée de la Fausse Monnaie, sempre a Saillon, nel Vallese, sono conservati alcuni attrezzi da lui usati per coniare le monete, e la cuffietta bianca che fece per la figlia. Sul modello di altre forme di scambio (il Wir o il Léman in Svizzera, o il Valdex in Valle d’Aosta), una moneta complementare, il Farinet, è circolata in Vallese tra il 2017 e il 2019, con tanto di banconote con la sua effigie.
La Vigne Farinet
Il giornalista vallesano Pascal Thurre ha fondato l’associazione “Les Amis de Farinet” e nella campagna del Saillon ha dato vita alla vigna più piccola al mondo, 1628 metri quadrati, ovviamente si chiama “La Vigne Farinet”. Viene anche denominata la “Vigna della pace” e, riprendendo le parole del giornalista è “una risposta a tutte le stupidaggini del mondo, una vite d’amore”.
È un luogo di libertà ed è stata creata dal giornalista per i 100 anni dalla morte del celebre falsario, al grido di: “Vive Farinet, Vive la liberté!”. La fondazione ha istituito anche la “Bourse à Farinet”, che devolve in beneficienza il ricavato della vendita delle bottiglie. Sono andati a lavorare la vigna molti personaggi dello spettacolo, tra cui Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale ma anche calciatori, piloti, politici, star della musica. L’Abbé Pierre ne è diventato il proprietario nel 1994 e ha ceduto la simbolica proprietà cinque anni dopo al Dalai Lama.
Joseph-Samuel Farinet è nato nel 1845 in Valle d’Aosta, a Saint-Rhémy (oggi Saint-Rhémy-en-Bosses), l’ultimo paese prima della salita al Gran San Bernardo, ed è morto nelle gole di Salentse, a Saillon, in Vallese all’età di 35 anni, nel 1880. Il referto post mortem parla di una frattura al cranio, anche se la leggenda vuole che i gendarmi gli abbiano sparato, ma nessuno ha mai reclamato la taglia che pendeva su di lui, vivo o morto. Forse nessuno voleva prendersi la responsabilità della morte di uno come Farinet. L’ipotesi più accreditata è che mentre scappava sia caduto nella profondità delle gole.
Come ricordarlo
Era un delinquente, condannato dalla giustizia, e per questo il suo corpo come tutti quelli dei criminali, è stato sepolto al di fuori del cimitero di Saillon. Anni dopo la sua morte si è scavato per cercare i suoi resti, per darne degna sepoltura, ma tra tutti quei ricordi di ossa nessuno aveva la testa fratturata. Mi piace pensare che Farinet l’abbia scampata anche quella volta e forse vaga ancora in quelle gole dove una lapide testimonia la sua scomparsa.
È ricordato come il Robin Hood delle Alpi. Durante la sua vita fabbricò centinaia di monete e quelle che non spese per sopravvivere le regalò a chi secondo lui le meritava. Sapeva fare molte cose con le sue mani tra cui i violini, e sapeva anche suonare, se bene o male non ci è dato sapere. Aveva una madre, un padre, amava la montagna ed era uno spirito libero, si spostava continuamente tra le varie località vallesane e valdostane. La sua storia è leggenda. Per le Autorità e per Wikipedia è un delinquente, per la gente del Vallese un eroe.
Quello che possiamo affermare con assoluta certezza è che Joseph-Samuel Farinet per tutta la sua breve, intensa e spericolata vita ha amato con tutto se stesso la libertà, Adélaïde e sua figlia Marie Célestine.