La rotonda ferroviaria di Chambéry, edificata tra il 1906 e il 1910, è la più ampia mai realizzata in Francia, con un diametro di 108 metri. È inoltre l’unica ancora operativa che risulta completamente chiusa, grazie a una struttura metallica che avvolge l’edificio su tutti i lati e alla presenza di una cupola centrale.
L’edificio ha rischiato la distruzione in un bombardamento del 1944, poi la demolizione nel 1982 e si è salvato con l’iscrizione tra i monumenti storici il 28 dicembre 1984. Nel 1995 ha subito un crollo parziale a seguito di un violento temporale e, in un modo o nell’altro, è iniziato un restauro di lunghi anni.
Dal 2005, ha ricevuto il riconoscimento ufficiale di “Patrimonio del XX secolo”. È stato oggetto di un progetto Interreg tra Italia e Francia, e di un momento di valorizzazione collettiva che ha coinvolto Piemonte e Savoia.
La costruzione del gigante in stile Eiffel

Remise ferroviaire dite rotonde de Chambéry, dossier de 2008, carte de projet (c) Région Rhône-Alpes, Inventaire général du patrimoine culturel Eric Dessert
I primi progetti per la costruzione della Rotonda iniziarono poco dopo l’annessione della Savoia alla Francia, avvenuta nel 1860. Nel 1867, infatti, la Compagnia ferroviaria Vittorio Emanuele fu incorporata nella Compagnia delle ferrovie da Parigi a Lione e al Mediterraneo (Paris-Lyon-Méditerranée – PLM). La PLM pianificò la realizzazione di un grande deposito locomotive a Chambéry, che si trovava sull’asse nord-sud ma anche su quello est-ovest verso Torino e l’Italia.
Nel 1867 acquistò un ampio terreno vicino alla stazione a un prezzo vantaggioso, nonostante la natura paludosa del suolo e per la falda acquifera in superficie. La costruzione della Rotonda era da subito un problema, che fu rimandato quindi negli anni. I lavori iniziarono solo nel 1906 e furono completati nel 1910.
Si iniziò con l’inserimento nel terreno di oltre 3.000 pali di legno di larice, affondati tra i 5 e gli 8 metri di profondità. Su di essi venne poi realizzata una base in pietra e cemento, con uno spessore che, in alcuni punti, superava i quattro metri.
Furono quindi innalzati 18 pilastri metallici, assemblati con rivetti e alti 27 metri, con un sistema costruttivo simile a quello della Torre Eiffel. Infine, venne realizzata la volta di sostegno del lucernario, che raggiunge un’altezza massima di 34 metri.
La Rotonda, interamente in ferro e acciaio, fu costruita utilizzando tecniche ispirate a quelle di Gustave Eiffel e realizzata dagli atelier Magnard di Fourchambault, nel dipartimento della Nièvre. Il ferro si dilata in base alle variazioni di temperatura: durante la costruzione furono quindi inseriti giunti che permettono alla struttura di adattarsi alle oscillazioni termiche.

Distruzioni e restauri della Rotonda ferroviaria
La Rotonda ha un diametro di 110 metri e una superficie totale di 9.500 metri quadrati. Può contenere 36 binari e ospitare fino a 72 locomotive.
Rischiò di essere distrutta durante il bombardamento del 26 maggio 1944, ma subì danni limitati.
Alle 10:44 del mattino, due aerei americani B17 e B24 Liberator sganciarono centinaia di bombe su Chambéry. L’attacco, parte dell’Operazione Overlord, causò la morte di 200 persone e il ferimento di altre 3.000.
L’azione intendeva colpire la capacità di movimento delle truppe di occupazione tedesche, nell’ambito della campagna di liberazione della Francia. Anche altre stazioni ferroviarie furono bombardate, tra cui quelle di Saint-Égrève e Saint-Martin-le-Vinoux, nei pressi di Grenoble, oltre agli scali ferroviari di Lyon-Mouche e Lyon-Vaise. Nell’area di Lione, i morti furono circa un migliaio.
Sebbene la Rotonda avesse subito alcuni danni, una limitata parte delle sue strutture fu presto riattivata. I lavori di ripristino si conclusero però solo nel 1954.
Dopo la ricostruzione del dopoguerra, la Rotonda non subì modifiche rilevanti fino agli interventi di restauro avviati negli anni 2000. Infatti, la manutenzione della cupola aveva costi rilevanti. Pensata in origine per proteggere dalle intemperie le locomotive a vapore, aveva perso la funzione originaria appena erano apparse le locomotive a trazione elettrica. Il degrado strutturale fu lento, poco visibile e inesorabile. Nel 1982, la SNCF prese in considerazione la possibilità di demolirla.
La salvezza dalla politica
Alcuni ferrovieri appassionati si riunirono e provarono a persuadere la dirigenza della SNCF a preservare la struttura, ma la salvezza venne dalla politica.
Nel 1984, il ministro della Cultura, il mitico Jack Lang a cui si devono numerose iniziative di salvaguardia del patrimonio culturale francese, inserì la Rotonda ferroviaria di Chambéry nell’inventario dei monumenti storici. Era il primo caso di iscrizione di un edificio industriale, e si trattò, anche per il mondo culturale, dell’apertura di un nuovo percorso di tutela e salvaguardia. Per intanto, la Rotonda era salva, ma la partita non era chiusa.

Il grande temporale del 1995 e i lavori degli anni 2000
Nell’estate del 1995, un violento temporale colpì la Rotonda e una parte del cupola crollò su una locomotiva. Ne seguì un’ispezione tecnica che rivelò che la copertura era gravemente deteriorata, per la scarsa manutenzione. La demolizione era stata evitata, ma la struttura si stava distruggendo da sola. L’idea di una demolizione, questa volta per necessità, fu nuovamente evocata, ma l’iscrizione nel patrimonio storico nazionale non lo permetteva più.
Furono avviati i primi interventi di consolidamento e poi quelli di restauro, che richiesero la temporanea chiusura di alcuni binari.
Nel 2011, parecchi anni dopo, con finanziamenti locali e regionali e un complesso meccanismo di individuazione dei fondi, fu avviata la ristrutturazione completa. Durante ogni fase dell’intervento, tre binari venivano messi fuori servizio per consentire le operazioni di ripristino. Le tegole in ardesia originarie furono sostituite con altre di qualità migliore, provenienti da Angers. Un cantiere permanente si sviluppò mentre la struttura industriale – di manutenzione e transito delle locomotive – continuava a funzionare. Le si faceva invertire la direzione o venivano parcheggiate.
La ristrutturazione è stata realizzata nel rispetto dell’architettura originale, con l’uso della tecnica del rivettamento a caldo, con tempi lunghi e costi elevati. Il restauro della cupola e del lucernario vetrato è stato finanziato con vari strumenti, tra cui il contributo del Consiglio generale della Savoia e progetti come “Grand Lac” e quello di riqualificazione storica di Chambéry, la “Cité des Ducs”.
Oggi la Rotonda di Chambéry è una delle due uniche rotonde francesi ancora completamente chiuse e dotate di una cupola centrale, insieme a quella di Mohon, a Charleville-Mézières, nelle Ardenne, Anche Mohon è stata iscritta nell’elenco del patrimonio nazionale, nel 1984 da Jack Lang.
La locomotiva Francia-Italia
Diverse locomotive di rilievo furono assegnate al deposito ferroviario di Chambéry, tra cui – per chi ne conosce il tema, i modelli 1ABBA1 3600, 2CC2 3400 e CC 6500. Sono sigle che dicono molto agli appassionati. Tra queste, una in particolare ha un significato storico e culturale importante.

A partire dal 1929, la locomotiva 2CC2 3402, una delle quattro unità alimentate a corrente continua attraverso un terzo binario, entrò in servizio sulla linea della Maurienne, e fino a all’Italia, sotto la gestione della società ferroviaria PLM.
Costruita dalla Société de Construction des Batignolles in collaborazione con Oerlikon, la locomotiva pesa 155 tonnellate, poteva raggiungere i 130 km/h tra Chambéry e Modane e trainare fino a 900 tonnellate, con una potenza di 4.800 cavalli.
Fu uno dei simboli del trasporto ferroviario per cinquant’anni, e un elemento familiare per generazioni di savoiardi e di valsusini. Dopo un totale di 4,7 milioni di chilometri percorsi, la locomotiva fu dismessa nel 1974. Si rischiò di perderla.
Inizialmente venne lasciata su un binario all’interno della Rotonda, ma fu poi trasferita a Montluçon, poiché lo spazio nella struttura era necessario per gli altri convogli in servizio.
Nel 2002, un gruppo di ferrovieri appassionati, riuniti nell’Associazione per la preservazione del materiale ferroviario savoiardo (Association pour la préservation du matériel ferroviaire savoyard – APMFS), si mise a cercarla e la rintracciò, dopo varie fatiche. Con un progetto complesso, un primo intervento di messa in servizio e un complicato sistema di autorizzazioni, ottenne il permesso di viaggio. La fece raggiungere di nuovo Chambéry, dove avvenne il restauro.
La si può oggi vedere alla Rotonda: è un vero gigante novecentesco, il simbolo di un’epoca.
La valorizzazione italo-francese della Rotonda nel 2003
Durante le Giornate europee del patrimonio del 2003, i visitatori ebbero l’opportunità di ammirare la locomotiva restaurata, con al suo fianco la sigla 2CC2 3402. L’associazione era presente al gran completo, orgogliosa del suo intervento, che a sua volta aveva richiesto un complicato lavoro di individuazione dei fondi per realizzarlo. Aveva restaurato anche il prototipo CC 20001, salvato anche lui dalla demolizione.
Si potevano poi vedere i treni e le locomotive in servizio, gli atelier, e alcune esposizioni di modellismo ferroviario. Con l’occasione fu presentato il sistema Modalohr per il trasporto intermodale: si trattava di un vagone ribassato in grado di trasportare i TIR e di attraversare le gallerie della ferrovia storica tra Italia e Francia. Era un sistema alternativo al RoLa, (Rollende Landstraße) che le ferrovie francesi non intendevano impiegare.
L’evento fu organizzato anche nel quadro di uno dei progetti Interreg di quegli anni, intitolato FerMusée, a cui partecipata l’associazione Feralp Team di Bussoleno, insieme all’Association pour la préservation du matériel ferroviaire savoyard – APMFS. Per l’occasione, un’automotrice X 73500 fu impiegata per collegare la stazione ferroviaria di Chambéry alla Rotonda, accogliendo a bordo i visitatori, circa 3.000.
L’anno successivo, nel 2004, la Rotonda fu iscritta nel registro nazionale francese come “Monumento del XX secolo”. Il riconoscimento si aggiungeva all’iscrizione nel patrimonio storico del 1984.

Il dialogo italo-francese di quegli anni
La cerimonia fu un’ulteriore occasione di dialogo italo-francese. Erano presenti Louis Besson, sindaco di Chambéry, Bernadette Laclais, vicepresidente della Regione Rodano-Alpi con delega alla cultura e Franco Campia, assessore ai trasporti dell’allora Provincia di Torino.
La vicepresidente Laclais sarebbe diventata sindaco di Chambéry e il gruppo italo-francese dialogava, insieme a vari comuni tra cui Bussoleno, nell’ambito della CAFI, la Conférence des Alpes franco-italiennes.
Con una locomotiva a vapore del gruppo di Feralp Team appunto di Bussoleno, ci fu un viaggio simbolico che rimase nella memoria dei partecipanti. Nel pomeriggio, ci fu poi un concerto all’interno della Rotonda. In totale, i visitatori salirono a 4500.
La Rotonda Ferroviaria di Chambéry, da visitare con attenzione
I lavori di restauro furono completati nel 2011. Nel settembre 2014, fu inaugurato un Centro di interpretazione dell’architettura e del patrimonio (CIAP) all’interno del Technicentre, con 800 metri quadrati dedicati alla storia della Rotonda e al suo ruolo nell’industria ferroviaria.
La Rotonda ferroviaria di Chambéry merita un visita dunque. Se arrivate in inverno, assicuratevi di essere ben vestiti. D’estate, portate con voi una bottiglietta d’acqua; sotto la Rotonda fa molto caldo. Questi scarti di temperatura costituiscono uno dei fattori particolari delle condizioni di lavoro dei cheminots, e sono stati oggetto di molte discussioni negli anni. La Rotonde è ancora un sito industriale funzionante, quindi si può vedere il lavoro nella struttura e le locomotive in azione, sia in fase di parcheggio sia nella rotazione di direzione.
Per visitare la Rotonde, bisogna prenotare, e di solito è aperta il sabato. Ci sono altri giorni di accesso, con un calendario che va controllato sul sito di Chambéry Montagne o presso l’ufficio del turismo di Chambéry.

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