Arles e Cuneo si sono tesi la mano e, in nome del comune desiderio di valorizzazione e promozione dei rispettivi territori, hanno stretto un patto di amicizia volto a rendere “La Routo” un itinerario escursionistico ciclo-pedonale. Il progetto, esordito nel settembre 2022 nella cittadina francese parte del Dipartimento Bocche del Reno, renderà pienamente fruibile l’antica via della transumanza che dalle pianure della bassa Provenza raggiunge le valli alpine del Piemonte, rinominandola per l’occasione GR69 La Routo.

Il patto

L’accordo Italo-francese parte integrante del progetto “La Routo” è stato siglato ufficialmente nel pomeriggio dello scorso sabato 28 ottobre all’interno delle sale del municipio di Cuneo da parte della sindaca Patrizia Manassero e dell’assessore di Arles Pierre Raviol. Oltre al pieno riconoscimento del nuovo GR69 La Routo, il documento guarda alla difesa della pastorizia nei 38 comuni italiani e francesi che ne fanno parte: tale pratica tradizionale dall’importante risvolto economico è a oggi garante di una forma di tutela ambientale, manutenzione territoriale e lotta alla desertificazione che sempre più pertiene alla vita in alpeggio.

 “La Routo”

GR69 La Routo si compone di circa 540 chilometri di sentieri escursionistici suddivisi in 33 tappe totali, ciascuna delle quali percorribile a piedi, in bici o a cavallo. Sul versante francese, essa attraversa tutta la piana della Crau, nella provincia provenzale della Camargue, avvalendosi degli antichi tratturi e ripercorrendo le tracce delle greggi ovine che nella stagione estiva discendono dagli alpeggi ai villaggi. Sul versante italiano, nel cuore della Valle Stura, le tratte si dipanano per contro su di una lunghezza di 110 chilometri da Argentera a Borgo San Dalmazzo.

E proprio il comune cuneese ha fatto da sfondo al simbolico taglio dei nastri tricolori che ha inaugurato ufficialmente il percorso alla presenza di nutrite delegazioni di primi cittadini e amministratori di ambedue le nazioni.

Il progetto

“La Routo”, che deve il suo nome all’occitano “far la routo” nel significato di transumare, è un progetto lanciato nel ventennio scorso dall’Unione montana Valle Stura al fianco dell’Ecomuseo della pastorizia di Pontebernardo e della Maison de la transhumance. A oggi esso vede coinvolte anche le filiere agricole, gastronomiche, artigianali, turistiche, ambientali e patrimoniali delle regioni che sono attraversate dalla via.

Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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