Sarà chiuso al traffico dalle 14,00 di oggi, lunedì 22 gennaio, il tratto di Autostrada A5 Torino-Ivrea-Valle d’Aosta verso il Monte Bianco dal chilometro 36+000 al chilometro 37+420, comprese tutte le piste dello svincolo di interscambio di Pavone Canavese. La misura è stata annunciata da Ativa, che ha dunque istituito l’uscita obbligatoria al casello di Scarmagno con rientro obbligatorio al casello di Ivrea in direzione Aosta-Monte Bianco e all’opposto in direzione Torino.
La chiusura dell’Autostrada A5
La decisione di impedire la percorrenza della sezione autostradale di Pavone Canavese fa capo all’attuale società gestisce, la Ativa, che a breve sarà sostituta nel suo ruolo dal gruppo Dogliani. Questa si trova da anni coinvolta in una serie di controversie con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti legate al cantiere del nodo idraulico di Ivrea: oltre all’aver ritenuto insufficienti i certificati di collaudo statico e tecnico-amministrativo trasmessi, i funzionari statali hanno mancato di concedere l’autorizzazione ad aprire lo svincolo verso Torino per i mezzi provenienti dal raccordo Ivrea-Santhià, che collega tra l’altro Milano con il Monte Bianco.
Il provvedimento che concerne l’Autostrada A5 è stato già comunicato nei giorni passati alle Regioni Valle d’Aosta e Piemonte nonché alla Prefettura piemontese. In giornata proprio il capoluogo ospiterà un vertice finalizzato a fare il punto sulla situazione e a sondare un eventuale annullamento.
I lavori sulla rete A4/A5
A rincarare ulteriormente le condizioni già di per sé difficoltose della rete autostradale A4/A5 contribuisce anche l’istituzione del divieto di transito tra Santhià e Albiano in direzione Aosta e Monte Bianco e tra Pavone e Santhià in direzione Milano. Valido per i soli veicoli con massa a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate, autobus e veicoli aventi larghezza superiore a 2,4 metri, esso sarà prolungato sino alle 18,00 della prossima domenica 30 giugno.
Alla luce della passata chiusura per circa tre mesi del Traforo del Monte Bianco nonché dell’interruzione del trasporto pubblico ferroviario tra Aosta e Ivrea dovuto ai lavori di elettrificazione della linea, tali condizioni risultano potenzialmente dannose per il trasporto locale e internazionale.
L’effetto della chiusura potrebbe peraltro essere quello di introdurre ulteriori difficoltà a trasporto merci su gomma sul percorso verso il Traforo del Monte Bianco, con principale conseguenza di aumentare la preferenza per il Traforo stradale del Fréjus.
Le preoccupazioni delle istituzioni valdostane e piemontesi
L’interruzione al traffico dell’Autostrada A5 pronosticata da Ativa ha suscitato più di un dissenso tra le forze politiche tanto valdostane quanto piemontesi.
Il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Renzo Testolin, ha prontamente inviato alla società e al ministero una lettera urgente nella quale egli ha espresso “grande preoccupazione”. Egli ha peraltro definito quello attuale “uno scenario assolutamente non sostenibile per questa regione, già interessata anche dalla chiusura del collegamento ferroviario da Aosta verso il Piemonte, ma anche per l’economia del Paese (ndr, l’Italia), tanto più che si prospetta già dalla prossima settimana una possibile temporanea chiusura del Traforo del Frejus”.
Anche il vicesindaco di Città metropolitana di Torino, Jacopo Suppo, ha descritto la scelta di Ativa come “assolutamente ingiustificabile per quel che riguarda la gestione su tutto il territorio metropolitano”. Insistendo sulle difficoltà che colpirebbero l’Alto Canavese e la zona nord di Torino, con un conseguente aumento di percorrenza insostenibile sulle strade metropolitane del territorio, egli si è detto convinto delle ripercussioni “in termini di sicurezza e di sostenibilità ambientale”.
Persino il deputato valdostano Franco Manes ha dato voce a sconcerto e timori in una interrogazione scritta al ministro italiano delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. “È inaccettabile che una decisione di tale impatto venga comunicata in questa maniera, senza una preventiva concertazione e mettendo mettendo in serio rischio l’integrità economica di intere regioni – è stata la sua lamentela -. È fondamentale che vengano prese in considerazione soluzioni più adeguate”.
Il politico ha inoltre sollecitato la creazione e la convocazione immediata di “un tavolo tecnico e politico permanente con le strutture competenti e con le Regioni interessate, al fine di tutelare certamente la sicurezza”; egli ha insistito inoltre che soltanto “attraverso un dialogo costruttivo e una pianificazione attenta e condivisa è possibile garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini, senza compromettere l’accessibilità e la vitalità delle nostre regioni”.