Chi avrebbe mai pensato che nel tranquillo villaggio di Bessans, nell’Alta Maurienne, a oltre 1700 metri di altitudine, il Diavolo potesse aver preso dimora? In realtà, non si tratta di un solo diavolo, ma di centinaia realizzati nel corso di decenni nei laboratori di scultura del legno che hanno dato vita alla reputazione tutta particolare della località di Bessans.

Bessans, il villaggio dei diavoli

Il villaggio savoiardo è noto non solo per il suo ambiente naturale alle porte del Parco Nazionale della Vanoise e per le sue piste di sci di fondo su cui si allena la squadra francese di sci nordico, ma anche… per le sue sculture del diavolo in legno!

Un grande diavolo colorato vi accoglie nella piazza del paese, vicino alla fontana di fronte al municipio. Gli escursionisti possono scorgerne altri sui davanzali delle finestre, come se facessero parte di un rito o di una superstizione, e persino sulle scuole! Una protezione contro il male, così presente nelle leggende di montagna?

Niente affatto. Tutto risale a una vicenda della metà del XIX secolo.

I diavoli si portino via il prete di Bessans!

È la fine di novembre, nell’anno del Signore 1857. Il villaggio è tranquillo. Probabilmente era già coperto di neve all’inizio di quell’inverno, e lo sarebbe stato per molti mesi. Gli uomini sono indaffarati. Alcuni sono diventati esperti nell’arte di creare statuette e statue policrome, che vengono vendute in tutta la valle della Maurienne per decorare chiese e cappelle.

Uno di loro, Etienne Vincendet, era soprannominato “Etienne des Saints” (Etienne dei Santi), poiché eccelleva nella scultura di figure religiose. Etienne è stato anche cantore e sacrestano della chiesa di Bessans. Partecipa al coro della chiesa. Uno scultore e un cantore… qual è il legame?

Era tradizione che il parroco offrisse ogni anno un pasto a tutti i cantori come ringraziamento per il loro impegno. Quell’anno, però, il parroco, in polemica con l’amministrazione locale, decise di rompere la tradizione.

Etienne deve aver pensato: “Al diavolo!” e, molto offeso, decise di scolpire una statuetta in legno di pino che rappresentava un diavolo che portava sotto braccio un sacerdote. La notte seguente, collocò la statuetta sul davanzale della finestra del presbiterio, in modo che il sacerdote la vedesse al risveglio e capisse il messaggio…

Quando il sacerdote capì chi c’era dietro lo scherzo, decise di rimettere la statua sul davanzale del mittente!

Lo scherzo andò avanti per qualche tempo, con il diavolo che passava di finestra in finestra nel villaggio. Finché un giorno, un visitatore che risaliva la valle della Maurienne trovò questa statuetta così originale da volerla acquistare.

Fu così che uno scherzo di cattivo gusto divenne in una attività economica per gli scultori di Bessans. E il Diavolo si trasferì nel villaggio.

Bessans tra arte, artigianato e gastronomia

La tradizione di intagliare i diavoli di Bessans è ancora ancora oggi particolarmente vivace. Per trovare il più bello dei diavoli, buono o cattivo che sia, bisogna recarsi al laboratorio “Le Chapoteur“.

Il nome della strada vale da solo la visita. Il laboratorio si trova in rue du Saint-Esprit! È qui che Fabrice Personnaz, succeduto al padre Georges – detto Jopo – crea sculture policrome in uno dei legni tipici della regione: il pino cembro.

Lo showroom del laboratorio è aperto tutti i giorni dell’anno e, su richiesta, è possibile visitare l’Enfer (Inferno), il laboratorio sotterraneo dove lo scultore crea le sue opere, diaboliche o meno. E potrete scoprire perché il diavolo di Bessans ha quattro corna…

Bessans e il suo patrimonio

Una delle statue del XIX secolo è stata restaurata e fa ora parte delle collezioni del Museo d’Arte e Storia di Albertville.

Tuttavia, dal punto di vista decorativo, Bessans vanta anche una grande Croce della passione. Le croci della passione sono tipiche della Savoia e rappresentano tutta la simbologia associata a questo momento della vita – o meglio della morte – di Cristo: il galletto della resurrezione o del tradimento, a seconda delle versioni, e tutti gli oggetti citati nel Nuovo Testamento: fruste, mantello, dadi, spada, velo della Veronica, strumenti per la crocifissione… il tutto in legno policromo.

Merita una visita anche la cappella di Saint-Antoine, che domina il villaggio. L’interno di questa chiesa, costruita nel 1526, è ricoperto di dipinti murali che raffigurano diversi passi del Vangelo. Ci sono alcune curiosità, come queste raffigurazioni di donne bessane che fanno il fieno: era pratica comune dipingere scene di vita locale nell’arte religiosa. Il senso dell’umorismo degli artisti si nota anche nelle figure che storcono il naso di fronte alla resurrezione di Lazzaro…

Il soffitto a cassettoni in legno policromo raffigura un cielo stellato, simbolo del Paradiso.

Dal punto di vista architettonico, si possono ancora vedere vecchie case coloniche con il piano terra, un tempo riservato agli animali e alla famiglia, e il piano superiore che veniva utilizzato come soffitta per l’essiccazione del fieno, che serviva da isolamento contro il freddo pungente dell’inverno. L’Erablo, un museo delle abitazioni tradizionali, può essere visitato durante la stagione invernale.

Infine, sul fronte gastronomico, dovete assolutamente provare il Farci Bessanais, che viene cucinato solo nel villaggio ,e da nessun’altra parte. Si tratta di un ripieno a base di cavolo bianco, carote, cipolle, carne di maiale e di vitello, uova e cipolle, cotto nelle “tahyettes“, che sono una sorta di rete o calza di stoffa.

Tutte le strade portano… ai diavoli di Bessans

Si può raggiungere Bessans tutto l’anno risalendo la valle della Maurienne passando per Saint-Michel-de-Maurienne per chi arriva in treno o in autostrada, e attraverso il tunnel del Fréjus per chi arriva dal Piemonte.

In estate, la Maurienne può essere raggiunta anche attraverso il colle del Moncenisio , o attraverso la magnifica strada del Col de l’Iseran, il passo stradale più alto delle Alpi (2.770 metri, lo Stelvio è a 2.758 mslm), che collega le due valli della Savoia, la Maurienne e la Tarentaise, e offre l’opportunità di attraversare un altro bellissimo villaggio, Bonneval sur Arc.

In ogni caso, la strada è lunga e il paesaggio ricorda la durezza della vita di montagna, ma il villaggio di Bessans è così autentico e ricco di storia che vale la pena di raggiungere l’Occhio del Diavolo!

Italo-francese di nascita, abituato fin da piccolo a varcare i confini e a scoprire la cultura alpina comune tra i vari Paesi, ho deciso di dedicare la mia attività professionale alla mia passione per le Alpi. Sono redattore, copywriter e consulente per il turismo e l'outdoor. Faccio molto sport, mi piace leggere, scrivere e viaggiare e ho sempre con me una macchina fotografica!

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