Dopo il primo episodio che aveva interessato il fine settimana di Pasqua, la sabbia desertica proveniente dal Sahara ha nuovamente raggiunto Liguria e Provenza e Francia sud-orientale tra sabato 6 e domenica 7 aprile scorsi: l’effetto è stato un aumento delle polveri, in particolare PM10. Tale fenomeno, decisamente e normalmente raro alle latitudini delle due località, ha finito con il generare cieli rossastri a incorniciare ambedue Alpi Marittime e Mar Mediterraneo; in alcune zone, poi, l’arrivo delle polveri sottili è stato manifesto e ben visibile su carrozzerie di automobili e arredamenti esterni.

Le polveri desertiche

Non sono stati dunque soltanto il caldo record e il sentore quasi estivo a rendere il passato weekend climaticamente complesso e a tratti anomalo da un capo all’altro del confine tra Italia e Francia. Vi ha contribuito, come detto, la vasta presenza di polveri desertiche su molte delle regioni di ambedue i Paesi, reiterata dal fine settimana tra sabato 30 e domenica 31 marzo.

Più nello specifico, le stazioni di monitoraggio del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) italiano e della piattaforma nazionale francese dedicata alla qualità dell’aria denominata Prev’Air hanno riscontrato una insistenza di particolato atmosferico sin dallo scorso lunedì 25 marzo. Fenomeno regolarmente provocato dall’azione dei venti, questa volta però esso è stato connotato da una durata e da una intensità rare per Liguria e Francia sud-orientale, dove gli effetti sulle concentrazioni di inquinanti sottili sono stati significativi.

La sabbia del Sahara 

Stando al SNPA, tale episodio ha fortemente intaccato la qualità dell’aria della prima, interessata da un innalzamento anomalo di polveri e in particolare di PM10, ovverosia particelle le cui dimensioni risultano inferiori ai 10 micrometri. Nel fine settimana di Pasqua, difatti, la presenza di inquinanti sahariani in atmosfera è stata così abbondante da aver condotto ben 20 postazioni oltre i 50 microgrammi per metro cubo, pari al limite massimo che la normativa vigente impone di non superare più di 35 volte all’anno. Più nello specifico, venerdì 29 marzo scorso le stazioni di Genova Rivarolo Cerveteri (319), Genova Ronchi (318), Genova Molassana (314), Genova Via Bari (305) e Genova Corso Europa (242) hanno battuto ogni record annuale.

Non è andata meglio nemmeno la settimana passata sulle coste della Francia sud-orientale, dove la piattaforma Prev’Air ha monitorato concentrazioni di particolato in netto aumentano a causa del pennacchio desertico che ha raggiunto le coste del Mar Mediterraneo. Questo ha portato, lo scorso sabato 30 marzo, a generalizzati superamenti della soglia di allerta di 80 microgrammi per metro cubo tra Regione del Sud, Alvernia-Rodano-Alpi e Corsica. Ieri, domenica 7 aprile, la situazione restava comunque critica a causa dei sorpassi della soglia di informazione e raccomandazione di 50 microgrammi per metro cubo registrati nelle zone di Alta Savoia, Savoia e Isère.

LEGGI ANCHE Processionaria: una problematica diffusa nelle Alpi italiane e francesi

Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

Exit mobile version