Il 17 luglio, Bruxelles ha attribuito l’atteso finanziamento per la sezione francese della Torino-Lione, dalla capitale regionale a Saint-Jean-de-Maurienne per 64,5 milioni, nonché quello per la Torino-Lione propriamente detta, per 700 milioni.
Il finanziamento è inquadrato nella Connecting Europe Facility (CEF) che aveva lanciato un bando che si era chiuso il 18 gennaio scorso. La Commissione europea ha approvato infatti 134 progetti sui 408 presentati, per un totale di 7 miliardi di euro, che interessano anche i porti, le vie fluviali interne, oltre ai grandi corridoi europei.
I problemi di cofinanziamento di gennaio 2023
A gennaio scorso, vi furono non poche preoccupazioni sulla capacità di parte francese di co-finanziare gli studi e progettazioni per la tratta di accesso della Torino-Lione, appunto da Lione a Saint-Jean-de-Maurienne.
Il percorso richiede infatti una modernizzazione per allinearsi come capacità di carico e velocità alla nuova infrastruttura transfrontaliera. Con l’occasione, gli studi già prevedono non solo delle rettifiche, ma anche l’interramento di diverse parti del tracciato, con una riduzione anche dell’impatto paesaggistico.
Dopo una riunione senza esito il 19 gennaio, i vari partner a completarono il proprio finanziamento, e in particolare la Regione Auvergne-Rhône-Alpes, guidata allora da Laurent Wauquiez – vi aggiunse gli ultimi decisivi 20 milioni.
La Gronda di Lione
Il progetto presentato da parte francese a gennaio comprendeva anche la gronda di Lione, cioè la tratta ferroviaria di aggiramento della città, che richiede analoghi lavori di modernizzazione. Sui 220 milioni della tratta di accesso francese alla Torino-Lione, 50 interessavano appunto la sola Gronda. La Metropoli di Lione, in cui la città di Lione ha una maggioranza politica contraria alla Torino-Lione, aveva infine accettato di co-finanziare studi e progettazioni solo per questo segmento, per 5 milioni.
L’opera ora rimane a carico delle finanze francesi: d’altra parte essa svolge un’importante funzione interna, sull’asse Parigi-Lione-Marsiglia, da cui probabilmente una delle ragioni dell’esclusione dal finanziamento europeo.
Rispetto ai 220 milioni di richiesta, semplificando e arrotondando, tolta la gronda di Lione da 50 milioni, il progetto diventa di 170 milioni, di cui 64,5 dell’Unione europea, 40 impegnati dalle collettività locali (escludendo i 5 milioni per la gronda lionese), e il restante dallo Stato.
A cosa serve l’accesso francese
Tra Saint-Jean-de-Maurienne e Lione vi saranno rettifiche di tracciato e nuova linea, con gallerie e viadotti, per circa 140 km. I lavori saranno in due parti, tra Chambéry e Lione e tra Saint-Jean-de-Maurienne e Chambéry, in località Avressieux.
I tratti in galleria diventeranno il 61% del percorso, la capacità di trasporto passerà a un volume pari 30 a 40 TIR all’ora nelle due direzioni, con valori comparabili a Eurotunnel sotto la Manica e alle autostrade ferroviarie e di Eurotunnel.
Vi sarà un minor costo di trasporto del 40% rispetto alla linea attuale e un deciso spostamento delle merci dalla strada alla rotaia. Questa parte di lavori sull’accesso francese dovrebbe costare intorno a 7 miliardi di euro, secondo Le Dauphiné.
La Torino-Lione finanziata da Bruxelles, Italia e Francia
I 700 milioni attribuiti da Bruxelles alla Lione-Torino con la Connecting Europe Facility contribuiscono come tranche di finanziamento europeo al progetto in senso proprio, che comprende però anche l’accesso da Torino fino al confine. Questo spiega, per questa tratta, il rapporto finanziario, 35% dei costi per l’Italia, 25% per la Francia e 40% per l’Unione europea. L’opera è stimata a 8,5 miliardi di euro, a valuta al 2012.
Su quest’asse vi è anche la linea storica, chiusa dal 27 agosto scorso per la frana a Saint-André, in Maurienne, e la cui riapertura è prevista nel prossimo dicembre. La linea aveva ospitato nel 2022 10.500 treni nei due sensi, di cui circa 7000 per il trasporto merci.
L’asse Torino-Lione, che raccoglie comunque consenso a livello politico e della cittadinanza, è stato oggetto di varie contestazioni, anche dure. Sul versante italiano il movimento NO TAV per anni ha svolto diverse azioni, ora relativamente sopite ma con periodici nuovi episodi. I Soulèvements de la Terre avevano organizzato una manifestazione di protesta sul versante francese a giugno 2023.
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