Dopo la grave siccità dell’estate del 2022, la Région Sud ha intrapreso diverse attività concernenti la gestione delle acque sotterranee e delle falde acquifere integrandole nel “Plan or bleu”. Avviato l’anno successivo al fianco della Société du Canal de Provence, questo mira a una gestione sostenibile delle risorse idriche focalizzandosi su sensibilizzazione e innovazione.

L’acqua nella Région Sud

Pur non potendo risalire con certezza alla quantità esatta di falde acquifere sparse nella Région Sud, è noto che essa ospita diverse realtà vulnerabili a causa della loro ubicazione e delle pressioni antropiche. È il caso, per citarne uno, di quelle presenti nella Valle Roja, le cui fonti idriche sotterranee sono state interessato da una serie di anomali abbassamenti dei livelli a seguito della Tempesta Alex datata ottobre 2020.

Inoltre, la regione, come di recente molte altre realtà delle Nostre Alpi, si trova ad affrontare sfide significative legate alla disponibilità e alla qualità della risorsa, accentuate dai cambiamenti climatici e dall’aumento della domanda. Episodi eccezionali come quelli avvenuti nell’estate del 2022 hanno finito con il rafforzare le restrizioni imposte all’uso dell’acqua, evidenziando la necessità di una crescente sostenibilità.

La strategia della Région Sud per le falde acquifere

Per tali ragioni la Région Sud sta attuando la sua strategia per le falde acquifere al fianco attori locali ed esperti universitari, tra i quali per esempio l’Università di Avignone, con la quale è stata creata la, assieme alla quale per la creazione della cattedra dedicata alle acque sotterranee denominata GeEAUde. L’obiettivo di tale progetto è quello di sviluppare strumenti per migliorare la caratterizzazione e la modellizzazione di tali risorse idriche nonché di promuovere approcci sostenibili adattati al contesto mediterraneo.

Inoltre, sul territorio della regione soltanto la falda di La Crau (Var, tra Toulon e Hyères) dispone di una struttura dedicata alla sua gestione, il Syndacat mixte de La Crau. Di qui la necessità di avviare uno studio approfondito in collaborazione con i servizi statali e gli attori locali capace di censire le risorse presenti e gli acquiferi vulnerabili, implementare l’amministrazione patrimoniale delle risorse.

Il “Plan or bleu”

Il “Plan or bleu” si articola su quattro assi principali, tra i quali spiccano la modernizzazione delle reti di irrigazione e il sostegno all’agricoltura tramite tecniche di irrigazione a goccia o tramite acque reflue. Oltre alla sensibilizzazione del pubblico verso un utilizzo consapevole e perciò responsabile dell’acqua, sono in atto sperimentazioni per il riutilizzo delle acque reflue trattate, con l’obiettivo di raggiungere una quota di fruizione pari 10%, equivalente a 50 milioni di metri cubi.

In aggiunta, nell’ottobre scorso la Région Sud si è trovata a collaborare con il Dipartimento del Var e la Société du Canal de Provence per anticipare le esigenze dei territori in tensione identificate nel “Plan Var Eau 2050”. Sul territorio il 48% delle risorse è tratto dalle acque superficiali, mentre larga parte corrispondente al 52% dalle acque sotterranee attraverso la trivellazione o la captazione di sorgenti. 

La Valle Roja

Una delle fonti idriche più importanti ma anche più problematiche della Région Sud è quella della Valle Roja, zona transfrontaliera tra la provincia di Imperia e il dipartimento delle Alpi Marittime.

Nel febbraio del 2024, la Regione Liguria ha stanziato 490 mila euro a consolidamento dei pozzi sotterranei che accedono alla falda del fiume omonimo, il quale copre circa il 47% delle risorse sotterranee disponibili nella provincia italiana. Tale intervento mira a creare un canale di collegamento tra il Lago di Varase e il corso di acqua, garantendo la funzionalità della falda acquifera anche per l’uso potabile.

Per di più, l’area è coinvolta a due riprese nei progetti Interreg Alcotra Francia-Italia 2021/2027 denominati “ConcertEaux” e “ConcertEaux Opera” e destinati alla gestione della crisi idrica nella valle. Le azioni intraprese hanno incluso lo studio dei fenomeni idrometeorologici estremi, l’installazione di una rete di sensori, l’analisi delle acque sotterranee e la manutenzione degli argini del fiume.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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