La Regione Piemonte investe ulteriori 1,7 milioni di euro nel turismo itinerante, destinando risorse ai Comuni per la realizzazione o l’ammodernamento di aree di sosta per camperisti o viaggiatori in bicicletta o a piedi, sostenendo in totale 68 progetti in altrettanti comuni tra il 2025 e il 2026, per un totale di 3,7 milioni di euro.

In Piemonte, il turismo itinerante è normato dalla legge regionale n. 5 del 22 febbraio 2019, che lo definisce come forma di turismo all’aperto a basso impatto ambientale, realizzato tramite veicoli mobili di pernottamento o mezzi ricreazionali autosufficienti.

Le aree destinate a questo tipo di accoglienza possono essere pubbliche o private, integrate nel paesaggio, vicine a snodi di trasporto pubblico, a piste ciclabili, e a punti di interesse naturalistico o culturale.

La legge della Regione Piemonte ha anche introdotto le denominazioni di “camping village”, “glamping” (la parola è sintesi tra glamour e camping, e ne abbiamo parlato) e i “camping lodge”, oltre alle aree attrezzate e ai punti sosta.

I comuni interessati in Piemonte

La dotazione del bando piemontese “Aree di sosta”, è sostenuto anche grazie al Fondo Unico Nazionale per il Turismo (FUNT). Il finanziamento aggiuntivo copre 33 nuovi Comuni in tutto il Piemonte, selezionati finanziando i comuni già presenti nella graduatoria approvata a marzo ma per i quali non vi erano abbastanza risorse. La decisione è stata presa con un atto amministrativo regionale del 16 aprile, che ne riporta l’elenco e i fondi attribuiti.

Le destinazioni riguardano luoghi meno noti dal punto di vista turistico, o aree interne, ma con borghi, paesaggi e patrimonio di grande valore.

Tra questi figurano Volpedo, che ha un castrum medievale del X secolo, Canelli, Pettinengo, Demonte, Agrate Conturbia, Gassino Torinese e Rovasenda dove si trova, per esempio, un castello che risale al 1170.

Cosa significa turismo itinerante sul piano economico e del territorio

Il tema del turismo itinerante ha una valenza europea e il suo interesse si è rafforzato con la pandemia – come scelta di turismo all’aria aperta – e nel quadro di una nuova articolazione del tempo libero, meno strutturata, anche con periodi medi e brevi di vacanza.

I modi per spostarsi sono vari, dal percorso a piedi lungo i grandi itinerari europei alla bicicletta, anche elettrica, al camper alle moto, alle auto attrezzate per la sosta breve. La definizione di turismo itinerante ha trovato un rilancio già nel giugno 2005 con la relazione al parlamento europeo del deputato portoghese Luís Queiró sul turismo sostenibile in Europa.

In Italia il turismo itinerante è associato in modo particolare al camper, ma anche la turismo lento (slow tourism) che si svolge a piedi o in bicicletta. Si tratta di un fenomeno in pieno sviluppo, che interessa aree di pregio in tutto il Paese e fuori dai circuiti tradizionali delle grandi città e delle mete più conosciute.

In Francia, Secondo il barometro 2024 di Tendance Hôtellerie, il turismo itinerante ha uno sviluppo particolarmente forte, con un impatto economico di 1,4 mld di euro (in aumento del 7,7% rispetto al 2023) e una maggiore attività nei mesi di giugno e settembre, che favorisce tra l’altro la destagionalizzazione delle presenze.

In Svizzera, oltre il 75% dei turisti itineranti soggiorna in una località di montagna, metà in strutture alberghiere e l’altra metà in strutture leggere, dal campign ai villaggi. La Svizzwera ha inoltre promosso in modo aprticolare l’uso del treno per il turismo itinerante e possiede sia dei biglietti di trasporto dedicati, sia alcuni itinerari molto noti, come il Grand Train Tour e il Grand Tour.

LEGGI ANCHE: La Liguria si apre al “glamping”, il “camping glamour”

Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

Exit mobile version