Jean-Claude Marmier non è mai stato un uomo come gli altri: visionario, audace, indomito, ha ribaltato da solo i codici dell’alpinismo militare e civile tra gli Anni Settanta e gli Anni Ottanta. “L’uomo delle tempeste” (in originale “L’homme des tempêtes”), biografia pubblicata dalle Éditions du Mont-Blanc nel 2019, ripercorre l’itinerario di un avventuriero al tempo stesso ufficiale, scalatore e organizzatore di imprese che hanno segnato la storia della montagna.

Il volume porta la firma di Vincent Lapouge, ex colonnello che ha seguito le orme dell’uomo durante tutta la sua carriera, dall’alpinismo all’ultraresistenza, dal comando militare alla passione per le associazioni. Esso è disponibile per l’acquisto al prezzo di 19,90 euro nelle principali librerie specializzate e direttamente sul sito dell’editore.

Jean-Claude Marmier

Formatosi a Saint-Cyr (Haute-Vienne, Nouvelle Aquitaine), Jean-Claude Marmier ha scelto fin dall’inizio di combinare il dovere militare con la passione per le altezze. Nel 1976 ha fondato il Groupe Militaire de Haute Montagne (GMHM), la pattuglia di montagna francese, dove egli ha allevato una nuova generazione di alpinisti di élite.

Egli è stato presidente di questa nuova istituzione dal 1990 al 1997, ruolo che egli ha poi ripreso per la Fédération française de la montagne et de l’escalade (FFME), dove ha lavorato per strutturare e promuovere l’alpinismo francese. Nel 1991 ha co-fondato con Guy Chaumereuil il Piolet d’Or, premio internazionale per le salite più notevoli divenuto un punto di riferimento nei milieux alpini.

Il suo impegno si è esteso anche al trail running, dove egli ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione dell’Ultra-Trail du Mont-Blanc (UTMB) e ha diretto la Petite Trotte à Léon (PTL), gara che incarna i suoi valori di autonomia, solidarietà e spirito di squadra.

Imprese alpine entrate nella storia

Jean-Claude Marmier ha lasciato il segno anche nell’alpinismo francese con alcune ascensioni audaci e pionieristiche.

Nel 1969 ha effettuato la prima salita della via Plaques sulla parete nord-ovest dell’Aile froide occidentale, una ascensione che resta un punto di riferimento nel Massiccio degli Ecrins (Alpi del Delfinato). Due anni dopo, nel 1971, egli ha compiuto la prima ascensione invernale dello sperone del Croz sulle Grandes Jorasses con Georges Nominé, impresa che lo colloca tra gli alpinisti d’élite del suo tempo.

Le sue spedizioni lo hanno portato anche in Himalaya, Groenlandia e Alaska, dove egli ha condotto missioni ambiziose contribuendo a esplorare cime allora poco frequentate.

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Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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