Le auto viaggiano di nuovo nel Tunnel di Tenda, uno snodo importante per i collegamenti tra Italia e Francia.
Il tunnel, riaperto dalle ore 12 di sabato 28 giugno 2025 dopo oltre dieci anni di lavori, consente di ripristinare un collegamento storico, anche se con limitazioni di transito.
L’inaugurazione subiva la memoria di molte difficoltà tecniche, di progettazione, di esecuzione, e le vicende di molte incomprensione anche sul piano italo-francese e transfrontaliero. Infine è stata però una festa, una specie di sollievo, a cui ha contribuito anche la relativa compostezza della vigilia e la determinazione dei due ministri dei trasporti a tenere ferma la data.
L’inaugurazione sui due versanti, alla fine gioiosa
Il nuovo tunnel di Tenda è stato inaugurato ieri, venerdì 27 giugno, alla presenza dei ministri dei Trasporti francese e italiano, Philippe Tabarot e Matteo Salvini. Vi erano molti altri esponenti politici, in rappresentanza dell’insieme del territorio, da Christian Estrosi. sindaco di Nizza a Marco Bucci sindaco di Genova, al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio a numerosi sindaci – come il sindaco di Limone Piemonte, Massimo Riberi o quello di Tenda Jean-Pierre Vassallo, consiglieri comunali, regionali e dipartimentali, al presidente del Dipartimento delle Alpi marittime, Charles-Ange Ginésy, che alla vigilia aveva espresso pubblicamente le sue critiche, deputati e senatori del territorio e dei due parlamenti nazionali, e l’amministratore delegato di ANAS, Claudio Andrea Gemme. Nello sviluppo dell’opera ha avuto anche un ruolo importante e difficile Nicola Prisco, commissario straordinario di ANAS.
Sui due versanti
Vi sono stati due tagli del nastro, sul versante italiano – c’era un grande palco con i colori azzurri – e sul versante francese, nell’insieme festosi e con qualche canto e costume tradizionale sul versante francese. L’ente nazionale della strade italiane, ANAS ha trasmesso la diretta dell’inaugurazione sul versante italiano.
Nonostante l’apertura, le limitazioni sono evidenti: la circolazione è consentita in un solo senso alla volta, regolata da semafori, con finestre di due ore al mattino e due ore alla sera. Durante il giorno, il tunnel resterà chiuso per permettere i lavori dei mezzi di cantiere.
Nella seconda metà di luglio, se saranno completati e effettuare ulteriori verifiche di sicurezza, potrebbe essere aperto durante il giorno e rimanere chiuso per lavori durante la notte.
Il progetto originario prevedeva la realizzazione di due gallerie, ma alla fine i lavori hanno completato un solo tubo, con un costo che ha superato i 250 milioni di euro.
Un’opera storica nata nel 1882, e dal 1947 transfrontaliera
Il tunnel di Tenda originale, lungo tre chilometri, era stato inaugurato nel 1882 per favorire gli scambi commerciali e sociali tra le due sponde delle Alpi, allora interamente all’interno del territorio del (recente) Regno d’Italia. Dopo che Tenda e l’alta valle della Roya passarono alla Francia nel 1947, il traforo si confermò come un collegamento fondamentale per lavoratori, famiglie e turisti.
Nel 1947, dopo la Seconda guerra mondiale, Tenda e l’alta valle della Roya passarono alla Francia in seguito al trattato di Parigi. Nonostante il nuovo confine, il tunnel rimase un punto di passaggio vitale per lavoratori, famiglie e turisti. Ogni giorno circa 4.000 veicoli attraversavano la galleria, con forti oscillazioni stagionali: i francesi lo utilizzavano per sciare in Italia, mentre gli italiani e i visitatori tedeschi o svizzeri lo preferivano per raggiungere la Riviera francese evitando l’autostrada.
Il percorso aveva poi una funzione importante nelle relazioni economiche tra l’area di Cuneo e di Nizza, nell’ambito dei servizi per le costruzioni e l’arredamento o per l’agroalimentare.
Fino al 2013, la circolazione era alternata e il tunnel registrava una media di circa 4.000 veicoli al giorno, con flussi molto variabili a seconda delle stagioni.
Poi, l’interruzione dal 2013
La chiusura per lavori di consolidamento avvenne nel 2013, a causa di infiltrazioni e danni strutturali che lo avevano reso pericoloso e inadatto soprattutto al passaggio dei mezzi pesanti. La manutenzione e la visione di lungo periodo erano mancate.
I lavori avviati dopo la chiusura del 2013, già segnati da ritardi e criticità – compresa un’inchiesta che li interruppe e obbligò alla sostituzione dell’impresa – subirono un ulteriore colpo nel 2020, quando la tempesta Alex colpì violentemente la valle Roya.
Le piogge torrenziali e le frane distrussero strade di accesso, ponti e gran parte delle infrastrutture connesse al cantiere del tunnel. Il progetto fu quindi in parte modificato nell’accesso sulla parte francese e nuovi lavori sono stati quindi necessari.
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