La Vuelta 2025 parte dal Piemonte e attraversa le Alpi fino al Delfinato tra il 23 e il 26 agosto. Le prime quattro tappe della corsa a tappe spagnola si svolgono tra Italia e Francia, toccando territori alpini e confermando l’apertura internazionale della gara.

Per la prima volta la Vuelta a España prende il via dall’Italia, con una partenza da Torino (da Venaria Reale) e tre tappe successive in Piemonte, prima del passaggio transfrontaliero al Monginevro verso le Hautes-Alpes e l’Isère.

Cos’è la Vuelta, e quali piemontesi l’hanno vinta

La Vuelta a España, una delle tre grandi corse a tappe del calendario ciclistico internazionale insieme a Giro d’Italia e Tour de France, è nata nel 1935 su iniziativa del giornale Informaciones di Madrid, ispirandosi al successo delle altre due corse.

Dopo un’interruzione durante la guerra civile spagnola e la seconda guerra mondiale, la Vuelta ha trovato una sua regolarità a partire dagli anni Cinquanta, assumendo progressivamente un’identità sportiva autonoma.

Originariamente disputata in primavera, fu spostata stabilmente in agosto nel 1995, una scelta voluta dagli organizzatori per evitare la vicinanza cronologica con il Giro d’Italia e garantire ai corridori una migliore condizione fisica e mediatica.

La storia della Vuelta è segnata anche dalla presenza di diversi corridori italiani. Angelo Conterno, torinese, vinse l’edizione del 1956, diventando il primo italiano a trionfare nella corsa. A lui si affiancano Felice Gimondi (1968), Giovanni Battaglin (1981), Marco Giovannetti (1990), Vincenzo Nibali (2010) e Fabio Aru (2015).

Tra i piemontesi si ricordano anche Nino Defilippis e Giancarlo Astrua, attivi negli anni Cinquanta. Tra i francesi, spicca il secondo posto di Jean-Pierre Ducasse nel 1967, con una Vuelta che si ricorda come epica.

La stessa organizzazione del Tour de France

Un estratto dalla copertina dell’opuscolo per i media (c) ASO

Negli ultimi due decenni, la corsa ha vissuto una trasformazione significativa sia dal punto di vista economico che comunicativo.

L’acquisizione da parte di ASO (Amoury Sport Organisation), lo stesso gruppo che gestisce il Tour de France, ha favorito un salto di qualità nell’organizzazione e nella visibilità internazionale della gara. Sono d’altra parte gli stessi organizzatori che hanno gestito le tappe in Piemonte del Tour de France del 2024, passando sempre dal Monginevro.

Il percorso della Vuelta è stato adattato per favorire spettacolarità, inserendo arrivi in salita brevi e ripidi che rendono le tappe più imprevedibili. Al contempo, la Vuelta ha rafforzato la sua identità culturale e turistica, trasformando la corsa in uno strumento di promozione dei territori meno noti della Spagna e, più recentemente, anche di regioni europee, in Italia, Portogallo, Francia, Paesi Bassi e Belgio.

L’edizione 2025 ne è un esempio, con la partenza dal Piemonte e una strategia orientata a un pubblico europeo e globale.

La Vuelta fuori dalla Spagna

Il 2025 è il sesto caso in cui la Vuelta a España inizia al di fuori dei confini spagnoli. Il primo precedente risale al 1997, con partenza da Lisbona, in Portogallo.

Nel 2009, la corsa prese il via nei Paesi Bassi, ad Assen, proseguendo poi attraverso Emmen, Zutphen e Venlo, prima di entrare in Belgio con una tappa a Liegi. In Francia, la corsa era già partita nel 2017 da Nîmes.

Il ritorno nei Paesi Bassi è avvenuto nel 2022, con tre tappe iniziali a Utrecht. Infine, nel 2024 la partenza è avvenuta nuovamente da Lisbona. La Partenza 2025, da Torino, è dunque un nuovo passo in questa strategia di internazionalizzazione e di valorizzazione economica e sportiva della manifestazione.

Quattro giorni tra Piemonte e Alpi francesi

Il 23 agosto si corre da Venaria Reale a Novara, passando per Ivrea, Biella e dal Lago Maggiore. Il giorno successivo la corsa parte da Alba e si conclude con un arrivo in salita a Limone Piemonte, dunque a un passo dal tunnel di Tenda e dalla Valle Roja.

Il 25 agosto la terza tappa collega San Maurizio Canavese a Ceres, in val Chiusella.

Infine, il 26 agosto è il giorno della tappa transfrontaliera italo-francese, lunga ben 206,7 km, con due colli importanti.

Si parte da Susa, si passa dal colle del Monginevro e da Montgenèvre, per scendere poi da Briançon, Monêtiers-les-Bains e risalire al Col du Lautaret. La tappa prosegue quindi da La Grave per concludersi a Voiron, nel dipartimento dell’Isère.

La quarta tappa, da Susa a Voiron (c) ASO

Una Vuelta piemontese con eventi e mostre

A Torino, la Città Metropolitana ha allestito la mostra “Torinesi di Spagna”, inaugurata il 9 luglio nella sede di corso Inghilterra , e di cui abbiamo parlato su Nos Alpes. Curata Aldo Peinetti, l’esposizione presenta i ciclisti torinesi protagonisti della Vuelta attraverso pannelli informativi, biciclette d’epoca e documenti storici, con protagonisti come Angelo Conterno, vincitore nel 1956, Fabio Felline, Giancarlo Astrua e Nino Defilippis.

In vista della partenza, la città di Torino ha introdotto diversi elementi di arredo urbano che richiamano il rosso, colore della maglietta simbolo. Il 21 agosto ci sarà l’accoglienza delle squadre in Piazzetta Reale, mentre il 22 e il 23 agosto la Mole Antonelliana e i ponti sul Po saranno illuminati di rosso.

In Piemonte, lungo tutto il territorio interessato dalle tappe, ci sono vari eventi. A Ceres, Caluso e Mercenasco vi sono le presentazioni delle tappe. Alba, Limone Piemonte e Ceres hanno allestito mostre con bici storiche, disegni e fotografie, e in varie località si tengono “serate in rosso”, pedalate, concerti, talk, “night party” legati alla Vuelta. Per esempio, piazza Medford ad Alba ha un “villaggio di partenza” e una mostra intitolata “Pedalando nella storia” con biciclette di Costanzo Torto e disegni realizzati da bambini delle scuole.

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Direttore di Nos Alpes, giornalista. Ha collaborato in tempi diversi con varie riviste e giornali, da Il Mulino a Limes, da Formiche a Start Magazine.

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