La voce esperta di Marc Lazar ha raccontato e approfondito il Trattato del Quirinale e le sue implicazioni socio-politiche durante l’incontro “Les relations entre France et Italie à la lumière du Traité du Quirinal”. Il docente emerito di Storia e Sociologia presso Science Po a Parigi nonché titolare della cattedra BNP-BNL-Paribas in Relazioni franco-italiane per l’Europa presso la Luiss di Roma è stato ospite del capoluogo nella serata dello scorso martedì 28 novembre.
L’evento è stato organizzato dalla sezione locale dell’Union de la presse francophone (UPF – Vallée d’Aoste) in collaborazione con l’Ordine regionale dei giornalisti e con il sostegno della Regione e il patrocinio del Consiglio Valle. E’ stato animato da Enrico Martial, segretario della sezione dell’UPF e direttore di questo giornale, e introdotta dal presidente Joseph Péaquin.
”Un fatto storico”
Ricordando il secondo anniversario dalla firma del Trattato del Quirinale, Marc Lazar ha insistito come esso rappresenti “un fatto storico” nonostante “non se ne abbia coscienza dell’importanza né da un lato delle Alpi né dall’altro”: il documento era al 2021 il secondo trattato bilaterale europeo della Francia assieme al Trattato dell’Eliseo firmato con la Germania Ovest il 22 di gennaio del 1963.
L’iniziativa è stata proposta nel gennaio 2018 dall’allora presidente francese Emmanuel Macron all’allora presidente del Consiglio dei ministri italiano Paolo Gentiloni. Il testo è stato firmato dal presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e dallo stesso Macron alla presenza del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nelle sale del Palazzo del Quirinale il 26 novembre del 2021.
”Cooperazione bilaterale”
Il Trattato del Quirinale è stato definito da Marc Lazar come un “trattato di cooperazione bilaterale per l’Europa” nel quale “l’Italia ha vissuto un coinvolgimento maggiore della Francia al momento della firma”. Tale asimmetria ha però finito con il risolversi in tempi successivi, dimostrando come “il documento funzioni bene e abbia dato luogo a numerosi e interessanti progetti”. Proprio al testo va inoltre assegnato il merito di aver “introdotto un nuovo concetto di collaborazione transfrontaliera”.
”I tre tempi”
Stando a Marc Lazar, cui si deve un recente articolo sul tema, le relazioni tra Italia e Francia hanno negli anni subito un’evoluzione proprio per via del Trattato del Quirinale. Dalla sottoscrizione da parte di Macron e Draghi e sino al settembre del 2022 si è assistito a un “formidabile slancio” nei rapporti tra i due Paesi; a ciò è poi seguito, dopo la vittoria alle elezioni legislative di Giorgia Meloni e della destra, “un periodo di raffreddamento caratterizzato da tensioni dovute alle dichiarazioni politiche circa la ‘tenuta democratica’, conclusosi soltanto nella primavera del 2023”.
I rapporti hanno alfine potuto distendersi grazie agli incontri tra Macron e Mattarella del 20 ottobre 2022 a Roma e di 6 e 7 giugno 2023 a Parigi nonché grazie alla crescente collaborazione tra gli uffici delle amministrazioni centrali. A oggi vigono tra i due Stati “un buon legame umano e una autentica cooperazione”, capaci creare un contesto positivo anche per “soggetti come università e associazioni di categoria”. Lungo questa terza fase di attuazione pragmatica, ministri di appartenenze politiche distanti come Matteo Salvini della Lega Nord e Clément Beaune di Renaissance, il partito di Macron, riescono a cooperare concretamente in materia di trasporti.
”Italia, Francia e Germania”
Secondo i dati emersi dai sondaggi effettuati dalla European House Ambrosetti e presentati nel corso dei “Dialoghi Italo-Francesi per l’Europa”, gli italiani tendono a giudicare i rapporti con l’oltralpe in chiave meno positiva rispetto ai francesi: mentre i primi hanno una visione nel complesso moderata della nazione vicina (54% di opinioni a favore), i secondi si dimostrano nettamente più ottimisti (74% di opinioni a favore); non è dunque un caso se la simpatia francese nei confronti del Bel Paese non abbia fatto che crescere del 2019 al 2023 (da 54% a 78%) mentre sul versante della Penisola cala il senso di antipatia (dal 33% al 16%) e cresce invece l’indifferenza (da 42% a 52%).
Conscio delle buone relazioni che uniscono Francia e Germania, Marc Lazar ha poi ampliato il discorso alla dimensione europea, evidenziando la necessità di considerare il “dialogo non solo bilaterale ma trilaterale, mentre si rafforzano i legami franco-italiani e franco-tedeschi”. Tra i testimoni di questi progressi vi sono, tra gli altri, i programmi sull’innovazione di “Industria 4.0” nei tre Stati e le riunioni congiunte delle tre organizzazioni padronali (le “Confindustrie”) oppure i grandi progetti su tematiche europee quali clima, digitale ed energia.
Il legame tra Francia e Germania beneficia tuttavia dei 60 anni di cooperazione del Trattato dell’Eliseo e di una strutturata abitudine al lavoro comune. Anche se la prospettiva europea e la concezione tripartita costituiscono un obiettivo generale, sul piano operativo la cooperazione italo-francese può ancora fare molti progressi. Si tratta di facilitare la reale e diretta conoscenza reciproca, per esempio attraverso i gemellaggi, “molto profondi e radicati poiché permettono a studenti e adulti di trascorrere nei rispettivi Paesi mesi di soggiorno durante i quali scoprire usanze, costumi e lingue”. Mentre però le città gemellate tra Francia e Germania ammontano a 2.600, quelle gemellate tra Francia e Italia non raggiungono la soglia delle 1.000 unità.
”Enormi passi avanti”
Durante la conferenza Marc Lazar ha peraltro elencato una serie di passi avanti e traguardi raggiunti proprio in seno al Trattato del Quirinale.
Tra di essi va segnalato il settore della difesa, nell’ambito del quale nel marzo del 2022 i due Paesi hanno per esempio realizzato una esercitazione in montagna denominata “Volpe bianca”, cui hanno preso parte la 27ª Brigade d’infanterie de montagne e la Brigata italiana alpina Taurinense. Per ciò che concerne invece il settore navale, nel febbraio del 2022 vi sono state attività comuni tra la portaerei italiana ITS Cavour e una sezione del gruppo aeronavale francese che accoglie la portaerei Charles de Gaulle.
A ciò si aggiunge il comparto educativo in generale e universitario in particolare. A oggi sono attivi ben 330 doppi titoli di studio universitari e oltre 50 mila studenti hanno ottenuto il doppio diploma bilingue ESABAC di maturità. Tale vitalità insita nella cooperazione si manifesta spesse volte nelle attività concrete e dal basso verso l’alto.
”La prossimità”
Durante la conferenza Lazar si è soffermato sull’aspetto di prossimità, ricordando la prima riunione del Comitato frontaliero prevista dal Trattato, il 30 ottobre scorso a Torino.
Non sono mancati riferimenti alle problematiche di trasporto rese manifeste dalla chiusura del Traforo del Monte Bianco nonché dall’interruzione della linea ferroviaria lungo il Fréjus. Il docente ha citato il suo scambio di messaggi con il ministro Beaune, che ha confermato la grande complessità dell’intervento di messa in sicurezza della ferrovia storica della Maurienne, bloccata da una frana dal 27 agosto scorso, nonché l’importanza del completamento della tratta Lione-Torino.
Tra gli altri argomenti di interesse nelle zone di frontiera che sono stati toccati spiccano le televisioni, in merito alle quali Lazar ha rammentato l’idea avanzata da Walter Veltroni nei primi anni 2000 di una televisione italo-francese sul modello di ARTE; a tale proposito, sono anche stati ricordati i disagi relativi all’interruzione della diffusione di France 2 in Valle d’Aosta e il geoblocking nazionale per accedere a rispettivi streaming di France Télévisions e di RaiPlay.