“Spero in un cambio nel Governo francese perché con l’attuale è difficile dialogare sui collegamenti”.
Così dichiara Edoardo Rixi, viceministro italiano Infrastrutture e trasporti, circa gli interventi di messa in sicurezza dello smottamento sulla linea ferroviaria transfrontaliera della Valle della Maurienne e all’ammodernamento strutturale del Traforo del Monte Bianco.
“Sul Frejus c’è una frana che in Italia riparerebbero in quattro mesi, in Francia ci vuole più di un anno – ha rincarato il viceministro sulla sua pagina Facebook il 6 dicembre. “Sul Monte Bianco si oppongono alla seconda canna, cosa irrazionale”.
La sortita sui social media costituisce una relativa novità rispetto all’immagine di buona collaborazione italo-francese in materia di trasporti sinora promossa, per esempio in occasione del recente Comitato frontaliero di Torino del 30 ottobre scorso previsto dal Trattato del Quirinale. Tuttavia, già in sala stampa NosAlpes aveva ascoltato voci analoghe a quella di Rixi da parte di osservatori e colleghi del versante italiano.
Ma facciamo un passo indietro.
Edoardo Rixi
Dapprima consigliere comunale di Genova per la Lega Nord, dal luglio 2015 Rixi diviene assessore regionale Sviluppo economico e imprenditoria della Regione Liguria; alle elezioni politiche del 2018 egli approda alla Camera dei Deputati e, il 13 settembre del 2018, viene nominato viceministro Infrastrutture e trasporti nel Governo gialloverde Conte I, durato dal 1º giugno del 2018 al 5 settembre del 2019; egli torna poi nello stesso ruolo, dopo il Governo di Mario Draghi, nell’attuale Governo di Giorgia Meloni.
La tematica transfrontaliera
Edoardo Rixi ha maturato una buona esperienza nell’ambito della collaborazione transfrontaliera italo-francese.
Come assessore della Regione Liguria si è occupato delle infrastrutture ferroviarie tra cui il Parco Roja, le stazioni di Ventimiglia e Bevera, il Parco Campasso e il Parco Nervia, presso cui interagiscono anche le ferrovie francesi. Inoltre egli ha assistito e partecipato a vari incontri e comitati di sorveglianza del programma Interreg Alcotra Italia-Francia, dibattendo dei diversi collegamenti tra cui quello di Tenda.
Rixi ha peraltro un contatto diretto con il sindaco di Ventimiglia, Flavio Di Muro, anch’egli attivo sulla cooperazione transfrontaliera, che lo ha affiancato come capo della sua segreteria al ministero tra il novembre 2022 e la fine di luglio 2023.
Fréjus e Monte Bianco
In risposta alle critiche del viceministro Rixi, l’ambasciatore francese a Roma, Martin Briens, ha voluto sottolineare il “clima costruttivo e collaborativo” che contraddistingue le riunioni delle Commissioni intergovernative circa i valichi alpini tra Francia e Italia.
“La Francia è molto attenta alla riapertura dei collegamenti colpiti dalle frane o che necessitano lavori di sicurezza che non possono essere rinviati e anche da noi il trasporto delle merci verso l’Italia è un tema molto importante poiché l’Italia è il nostro secondo partner commerciale – ha spiegato l’ambasciatore durante un’intervista a Il Secolo XIX pubblicata il 7 dicembre -. Bisogna ricordare che la falesia che sovrasta l’accesso all’infrastruttura è fragile e che ci sono stati vari smottamenti che sono stati affrontate rapidamente ma questa volta la situazione è particolarmente complessa a causa della massa e della persistente instabilità”.
Nel frattempo, dopo un primo intervento avviato il 5 novembre scorso che ha portato allo smaltimento di circa mille metri cubi di materiale inerte, la falesia di Praz. nei pressi del villaggio di Saint-André in Maurienne, resta instabile e sottoposta a monitoraggio. Per riuscire a mettere in sicurezza il volume di roccia complessivo, compreso tra 3 mila e 5 mila metri cubi, sono allungati i tempi per la riapertura del collegamento ferroviario sino alla fine del 2024. Viceversa, la tratta autostradale è stata riaperta, riducendo nella zona critica la percorrenza su una sola carreggiata con un intervento di protezione con circa 60 container.
Per ciò che concerne invece la seconda canna del Traforo del Monte Bianco, Briens ha sottolineato che essa “potrebbe essere esaminata alla luce degli effetti attesi di altri collegamenti, in particolare della linea Lione-Torino”.