Niente più biscotti ma tanto cioccolato: la fabbrica Laica, in Piemonte, continua a investire nel perfezionamento e nel potenziamento della propria produzione. L’ultimo traguardo in ordine temporale è l’acquisizione societaria dell’ex Biscottificio Rossi del vicino paese di Romagno Sesia, dove prenderanno forma alcuni dei dolciumi più apprezzati del brand italiano.

La Laica in Piemonte

Laica nasce in Piemonte nel 1946 dalle idee di Lino Saini, fondatore della prima fabbrica di cioccolato di Arona, in provincia di Novara. Inizialmente chiamata Sant’Alberto in onore di suo nonno, due anni dopo essa prende il nome di Laica, ovverosia Lavorazione Industriale Cioccolato e Affini.

È il 1954 quando, sulla scia del boom economico del dopoguerra e dello scoppio delle richieste di mercato, lo stabilimento si trasferisce all’interno di un edificio più grande e si converte alla meccanizzazione del modellaggio e dell’avviluppaggio dei cioccolatini. Qualche anno più tardi, nel 1963, viene aperta l’attuale sede di Arona, con adozione di nuovi macchinari interamente automatici.

La seconda generazione di proprietari subentra a decorrere dal 1995 dapprima con Andrea Saini e successivamente con i fratelli Lucia Saini nel 1999 e Fabio Saini nel 2000. Sotto la loro guida viene dato avvio a un nuovo piano di investimento, che permette di ampliare la gamma alle praline nonché di aumentare di sei volte la capacità di stoccaggio del magazzino.

L’ex Biscottificio Rossi

Il settore della produzione di cioccolato si è trovato ad affrontare l’anno passato prezzi di materie prime ai massimi storici. Il costo del cacao, comperato prettamente da Senegal e Costa d’Avorio, ha raggiunto all’inizio del 2024 la cifra record di 3.500 sterline alla tonnellata. Il tutto a causa dei cambiamenti economici e sociali in atto in ambedue i Paesi, dove i produttori tendono ad abbandonare le proprie coltivazioni a favore della più redditizia gomma.

Eppure, nonostante le difficoltà riscontrate, è stato proprio un fatturato cresciuto da 62 milioni di euro a 74 milioni di euro (+23%) a incoraggiare i vertici di Laica ad aumentare la disponibilità dei propri spazi acquisendo l’ex Biscottificio Rossi. Questo permetterà alla fabbrica di fare fronte a una produzione che a oggi sfiora i 5 milioni di cioccolatini al giornosuddivisi su 10 diverse linee e 350 distinte tipologie; di questi si occupano quotidianamente circa 300 addetti ripartiti su tre turni.

Laica all’estero

Oltre a commerciare i propri prodotti su tutto il territorio italiano, Laica esporta i propri cioccolatini e i propri dolcetti in 70 Paesi di tutto il mondo. Mentre nel Regno Unito la variante preferita restano le monete al cioccolato, il mercato dell’Estremo Oriente apprezza e utilizza in chiave benaugurale le praline a forma di coccinella. In generale, comunque, il brand risulta attivo su tutto il territorio dell’Europa centrale, compresa anche la Francia.

I prodotti prediletti dalla clientela sono, nello specifico, il cioccolato al latte con percentuali di cacao tra il 28% e il 30%, e il cioccolato fondente, che richiede invece un minimo del 50%. Nonostante i rincari subiti nel 2023, per i quali è ipotizzato comunque un parziale assestamento nei mesi a venire, i prezzi al consumo non dovrebbero crescere ulteriormente.

Classe 1997, ho due lauree in lingue e letterature moderne, un master di primo livello in giornalismo 3.0 e una incrollabile testardaggine, tutti quanti ottenuti con il massimo dei voti. Appassionata di scrittura dall’età di 7 anni e giornalista pubblicista dal 2021, ho contribuito a costruire “Nos Alpes” dalle basi, crescendo giorno dopo giorno e imparando a essere migliore assieme a lui. Nel tempo libero che mi sforzo di ritagliare coltivo alcune delle mie frivole passioni, tra cui il rosa e i dolci, lo shopping e il make up, ma soprattutto i miei racconti.

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