La linea ferroviaria Torino-Lione sarà parzialmente costruita riutilizzando il materiale roccioso estratto durante lo scavo del tunnel di base del Moncenisio. In particolare, è stata stimata una percentuale di reimpiego pari al 60% dei 7 milioni di tonnellate di rocce prelevate in totale.

Il via libera al contratto per la gestione e il riuso dei massi è giunto dal Consiglio di amministrazione di TELT, promotore pubblico responsabile della realizzazione dei lavori, lo scorso mercoledì 7 febbraio. La gara, del valore complessivo di 648,2 milioni di euro, è stata aggiudicata dal raggruppamento composto dalle imprese piemontesi Cogeis, nel ruolo di mandataria, Co.ge.fa., Tra.ma., Cavit, M.S. Plant Technology nonché dalla svizzera Hupac Intermodal.

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La scelta di servirsi delle rocce di scarto derivanti tunnel di base del Moncenisio nella costruzione della nuova Torino-Lione va in una direzione di economia circolare e sostenibilità sancita dall’accordo sottoscritto dalla Commissione intergovernativa a nome dei Governi italiano e francese. Per la prima volta in Europa, dunque, considerando la sezione transfrontaliera come un cantiere unico, saranno trasportate e impiegate oltre i confini nazionali quasi 4 milioni di tonnellate di materiali di scavo riciclabili.

Sul lato italiano è stato deciso di prevedere un lotto unico funzionale ad amministrare sia la logistica sia la trasformazione dei massi che andranno ad alimentare la linea ferroviaria Torino-Lione. Dopo aver classificato le rocce in uscita dalla galleria a Chiomonte di modo da stabilire come servirsene al meglio, queste raggiungeranno su ruota l’area industriale di Salbertrand, in provincia di Torino. Qui una parte verrà impiegata per la produzione del calcestruzzo per i conci di rivestimento dei principali tunnel mentre una altra parte sarà per converso destinata ai rilevati ferroviari su cui poggeranno i binari. Tutto lo scarto giudicato prive delle caratteristiche geomeccaniche adatte verrà alfine ricondotto su rotaia sino a Torrazza Piemonte e Caprie, ambedue in Piemonte, dove sarà valorizzato a riempimento di cave dismesse locali.

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